Il Tesseramento  e’ l’adesione al Partito Comunista, al suo progetto, al suo programma, alla sua cultura politica, alla sua ideologia.
E’ cosa semplice e tremendamente seria. Negli anni passati, anche nell’esperienza del  comunismo italiano, si e’ passati dalla serietà del cosiddetto “periodo transitorio” in cui un compagno veniva “presentato” per l’iscrizione da altri  due che “rispondevano” della sua scelta, fino alla tessera come momento di routine, rinnovata quasi automaticamente, senza responsabilizzazione e solamente frutto di una scelta programmatica o addirittura solo di una preferenza di voto. I risultati finali di tale involuzione  sono sotto gli occhi di tutti: abbandono dei riferimenti di classe, eclettismo teorico (dal “movimento dei movimenti” al partito sociale, dal “popolo delle acque” alle riscoperte premarxiane), confusione organizzativa e di gestione ( dal plebeismo al leaderismo personalistico, dal “basismo” alla supremazia dei gruppi istituzionali) fino ad arrivare alla scomparsa totale della questione comunista ( oggi depositata nella speranza di elezione di due o tre deputati camuffati nelle contradditore liste di un giudice). Serve una cesura netta con questo recente passato che ha prodotto danni incalcolabili. Il tesseramento e’ rivolto a chi e’ comunista, a chi crede profondamente nella lotta per il cambiamento totale della società . A tutto il resto del popolo rivolgeremo l’azione di controinformazione e propaganda, consci del fatto che il Comunismo si farà anche con i non comunisti, ma altrettanto convinti che solo con un nucleo duro di uomini e donne che credono ed operano fermamente per la crescita del Partito e del suo ruolo egemone nella società , si potrà costruire il partito capace di operare il cambiamento generale della società . Così come avevamo deciso, la tessera del 2013 di Csp-PARTITO COMUNISTA e’ dedicata ad Ernesto Guevara. Il Che e’ l’esempio di un vero rivoluzionario che ha addirittura scelto di giocare la propria vita per l’ideale, una scelta di assoluta coerenza per le nuove generazioni e di deciso disprezzo verso la miseria della politica istituzionale attuale. La tessera ricorda anche gli scioperi operai del marzo 1943 e il quarantesimo della morte del compagno Pietro Secchia con la frase” per ogni campanile una sezione comunista” che definiva una indicazione operativa del PCI nel 1945, mai come oggi attuale.
L’indicazione generale  e’ quella della costruzione: Per il Partito Comunista e’ lo slogan con cui si parte da noi stessi, con la consapevolezza dei nostri limiti, per coinvolgere in un processo costituente tutti quei compagni che si riconoscono e vogliono contribuire nella definizione di una cultura politica e progettuale “omogenea”. Consideriamo (fortunatamente) terminata la stagione dell’eclettismo dubbioso, dell’esaltazione dei particolarismi che, in questi ultimi anni, ha distrutto identità e prospettiva. In questo percorso prendiamo “in carico” la storia del movimento comunista internazionale e rivendichiamo la “spinta propulsiva” della Rivoluzione d’Ottobre, indicando nei processi di revisionismo di quella esperienza una delle cause del fallimento che, appunto, si ascrive esclusivamente alla sua degenerazione e non certo alla sua essenza. Il fallimento dell’URSS e’ il fallimento del revisionismo da Krusciov a Gorbaciov, non certo del Socialismo. Sarebbe un po’ come dire, guardando la miseria della politica e della società italiana, che la colpa è dei partigiani che hanno fatto la Resistenza. Affronteremo questo capitolo di lotta al revisionismo non solo a livello internazionale ma anche a livello nazionale, con attenzione e scrupolo, perchè bisognerà pur cominciare ad indagare le complessità del “comunismo italiano” che, alla fine, si sono disintegrate nella dissoluzione dell’esperienza comunista. Lo faremo  attenti a non “offendere” la sensibilità di vecchi compagni che hanno dato dignità e reso forte il PCI nel nostro Paese. La stessa figura di Stalin non verrà presa come “feticcio”, ma servirà da una parte come punto teorico di attualizzazione della teoria marxista-leninista e , dall’altra, come “spartiacque” per la costruzione pratica del partito. In Italia la dittatura della borghesia ti “consente” addirittura (sino ad oggi) di esser “comunista” ma non sopporta lo ” stalinismo”. Sono molti ( troppi) quelli che si sono piegati a questo diktat in Italia,(peraltro neanche Stalin si definiva stalinista, il marxismo-leninismo era il termine di riferimento politico e ideologico): chi non se la sente di rispondere adeguatamente al pensiero unico della borghesia non potrà mai contribuire realmente alla costruzione del Partito Comunista. Di fronte alla palese dittatura della borghesia globalizzata serve sviluppare il concetto della dittatura proletaria, di cui nessuna parte del popolo ha nulla da temere in quanto vera “democrazia di tutti”.
Come si potrà notare siamo pronti ad affrontare con coerenza e determinazione i compiti difficili che ci spettano, consci dell’ancora maggiore giustezza ed attualità delle nostre ragioni.