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CUTRO. SCAFISTI E SCAFATI
La questione migratoria non è un problema di scafisti. Il cosiddetto scafista non è quello che sta sul gommone, magari un disgraziato condannato a guidare altri disgraziati.
Gli scafati sono quelli che furbescamente organizzano o tollerano queste tratte, come i governanti italiani precedenti e attuali che sovvenzionano le milizie della Tripolitania. Come il governo turco responsabile del territorio della partenza e quello greco nelle cui acque per giorni questi sono transitati. Come quello della Svezia dove sta il papà del bambino che si è salvato, ma che ha dovuto rischiare la vita e pagare 5.000 euro e non venire con un regolare aereo con 500.
In seguito alla polemica se sia una questione di soccorso o militare di sorveglianza, si arriverà a militarizzare il mare non per non far arrivare i migranti, ma per coprire il Fronte Sud della guerra in corso con la Federazione Russa e proteggere le ricerche di gas, previste dagli accordi firmati a Tripoli.
Gli industriali italiani lo hanno detto: servono 200.000 nuovi stranieri lavoratori solo all’Italia. Quindi il rubinetto si deve aprire, ma non tutto in una volta. E se in questo apri-e-chiudi la metà si perde, meglio così.
E la Meloni, che voleva il blocco navale, ora vuole che gli immigrati vengano in Italia.