Viva la Giornata Internazionale dei Lavoratori

Viva la Giornata Internazionale dei Lavoratori

Estendiamo calorosi saluti di classe a tutti i lavoratori del mondo, ai giovani e donne della classe lavoratrice. Rendiamo omaggio a tutti i morti della nostra classe.

Il 1 ° maggio è un giorno simbolico per i lavoratori di tutto il mondo, un simbolo della lotta dei popoli contro lo sfruttamento e la barbarie capitalista, contro la guerra imperialista.

Soprattutto quest’anno nel mezzo di una pandemia, i lavoratori celebreranno la Festa del Lavoro in tutti i modi possibili. Anche indossando una mascherina, la classe operaia può levare alta la sua voce.

Nel primo maggio di quest’anno dobbiamo alzarci e lottare, alzare i pugni e chiedere misure per proteggere la vita e i diritti dei lavoratori!

Denunciamo la mancanza di misure precauzionali nei luoghi di lavoro e le tragiche carenze di personale permanente e infrastrutture negli ospedali pubblici.

Dedichiamo i nostri sforzi per rafforzare la lotta dei lavoratori, affinché non paghino ancora una volta il peso della nuova crisi del sistema capitalistico.

Facciamo appello alla classe operaia e ai popoli di lottare contro i piani aggressivi di USA, NATO e UE, contro le guerre imperialiste causate dalle contraddizioni e competizioni imperialiste.

Con il pretesto della pandemia, i governi cercano di affondare un nuovo duro colpo ai rimanenti diritti del lavoro sostenendo la mancanza di responsabilità dei datori di lavoro nei luoghi di lavoro.

Insieme a “piani Marshall”, con enormi sussidi, esenzioni fiscali e prestiti a tassi molto bassi, sostengono in modo provocatorio gruppi imprenditoriali, facendo pagare ai lavoratori il conto della crisi, oltre a far passare nuove misure contro il lavoro, meccanismi reazionari e misure per limitare l’azione sindacale.

 

Siamo ispirati dagli eroi del sanguinoso sciopero di Chicago del 1° maggio 1886, che aveva l’obiettivo di stabilire la giornata lavorativa a 8 ore. La classe operaia si alzò e con le sue lotte eroiche riuscì a imporre la giornata di 8 ore come punto di partenza per una serie di vittorie nel 20° secolo, che oggi vengono portate via una per una.

Contro i sermoni sull’unità nazionale e gli appelli ai lavoratori per allinearsi agli interessi dei capitalisti che sfruttano la pandemia e l’imminente crisi capitalistica, dichiariamo che non faremo un passo indietro rispetto ai nostri diritti e alle nostre richieste di soddisfare le esigenze attuali della classe operaia e degli altri strati popolari!

La pandemia ha dimostrato che la barbarie del capitalismo, un sistema marcio, sfruttatore e obsoleto che causa solo crisi, sofferenze, guerre e rifugiati, è incurabile.

La superiorità del nuovo mondo, cioè il socialismo, in cui la classe operaia avrà il potere e sarà in grado di godere di tutta la ricchezza che produce, emerge più necessaria e attuale che mai.

 

Viva la festa del lavoro

Dichiarazione della Segreteria dell’iniziativa dei partiti comunisti e operai d’Europa

 

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La fine di miti e illusioni

La fine di miti e illusioni

Per affrontare il presente e preparare il domani 

Siamo nel mezzo della pandemia del nuovo coronavirus che minaccia il nostro popolo, i popoli di tutto il mondo. Il nostro Partito affronta con alto senso di responsabilità questa nuova vicenda per il nostro popolo. Fin dal primo momento, abbiamo sospeso tutte le nostre iniziative pubbliche, adattato il funzionamento e l’azione delle organizzazioni del Partito nel quadro di prevenzione e protezione della salute pubblica. Allo stesso tempo, abbiamo richiesto che fossero prese immediatamente tutte le misure necessarie per proteggere la salute del popolo ed i diritti dei lavoratori. 

Il contenuto dell’intervento del nostro Partito in queste difficili condizioni è adeguatamente illustrato dallo slogan: 

“Rimaniamo forti, non rimaniamo in silenzio” 

Proteggiamo noi stessi, la nostra famiglia, i nostri compagni e amici, i nostri colleghi. 

Non rimaniamo in silenzio di fronte alle carenze del sistema sanitario pubblico. Evidenziamo e rivendichiamo tutto ciò che avrebbe dovuto esser fatto per contrastare la pandemia. 

Stiamo evidenziando in particolare la necessità di assunzione di migliaia di operatori sanitari, la requisizione immediata del settore sanitario privato, per la protezione di coloro che soffrono nei luoghi di lavoro per produrre il necessario per la sopravvivenza del popolo, nonché la protezione dei lavoratori della sanità che stanno combattendo una battaglia titanica con spirito di sacrificio negli ospedali, in tutti i luoghi della sanità, per proteggere la nostra salute e la nostra vita. 

RIMANIAMO FORTI, non ammainiamo la bandiera della resistenza, della rivendicazione, della solidarietà nei luoghi di lavoro e nei quartieri, tenendo sicuramente conto delle misure di protezione e delle circostanze speciali. 

Non restiamo silenziosi di fronte all’arbitrarietà padronale ed alla politica del governo, che cerca di caricare anche questa crisi sulle spalle dei lavoratori. 

Rompiamo il silenzio che, governo e grande padronato, vogliono imporre in nome del “tutti insieme superiamo anche questa crisi”, un riflesso dell’etica ipocrita borghese. Molto semplicemente perché non possiamo “tutti insieme” assumere operatori sanitari, requisire il settore privato, adottare misure preventive e protettive, fornendo tutti i mezzi e gli strumenti necessari alla protezione dei lavoratori. Tutto questo, nei limiti di questo sistema, deve essere fatto dallo Stato che dirige insieme alla classe che ha il reale potere e la proprietà. 

E questo fino a quando la classe operaia, gli strati popolari, “tutti insieme” e uniti, li toglieranno di mezzo definitivamente e irrevocabilmente per costruire una società in cui i beni sociali saranno prioritari, in contraddizione con il profitto capitalistico che porta alla morte i nostri simili. 

RIVENDICHIAMO MISURE di sostegno per i lavoratori dipendenti e per i lavoratori autonomi che sono stati colpiti dalle misure restrittive imposte. 

Pretendiamo la cancellazione dei circa 40.000 licenziamenti e le dannose modifiche precedenti. 

Non legittimiamo le misure che si stanno adottando in risposta all’epidemia, ma con l’obiettivo di una loro stabilizzazione, come quelli riguardanti l’ulteriore “flessibilizzazione” del lavoro. 

NON NEGHIAMO LA RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE. Ma questa si consolida quando uno stato si assume la sua responsabilità primaria. 

La strategia comunicativa di N.D. (Nuova Democrazia, il partito la governo– N.d.T.) di condurre tutto sulla “responsabilità individuale” è subdola, proprio perché nasconde la grande verità al popolo. 

Mira a nascondere le enormi mancanze del sistema sanitario pubblico per le cui carenze è responsabile la politica generale dell’Unione Europea, accettata e approvata da tutti i governi greci. Nonché dalla politica di declassamento, della mercificazione e dei tagli seguita nel tempo da tutti i governi, prima quelli di ND-PASOK e poi SYRIZA. 

Ma non è stata la stessa politica comunicativa di “responsabilità individuale” che ha seguito anche il governo SYRIZA quando attribuiva alle responsabilità individuali le grandi tragedie di Mandra e Mati? (tragedie di frane e incendi con centinaia di vittima tra la popolazione N.d.T). 

L’ipocrisia dell’attuale governo si dimostra anche sulla questione delle necessarie misure restrittive, perché queste misure si fermano fuori dai cancelli dei luoghi di lavoro, degli ospedali, dei supermercati, delle fabbriche dove i lavoratori si affollano senza le necessarie misure precauzionali. 

E tutto questo, mentre esiste l’esempio della vicina Italia, dove si denuncia, come la diffusione del virus è in grande parte dovuta al fatto che, sotto la responsabilità degli industriali e del governo, la grande zona industriale del Nord non ha interrotto le sue attività, diventando il focolaio principale della diffusione virale. 

Per tutto questo sopraddetto, “facciamo i conti” da ora, sia col governo di N.D., sia con la sfrenatezza del grande capitale. Non lo lasceremo per il dopo, in nome delle condizioni speciali che impongono oggi una spuriaconcordia” come sostengono SYRYZA e gli altri partiti borghesi, chiedendo sostanzialmente al popolo pieno disarmo e sottomissione. E ciò riguarda il pensiero, la coscienza, la chiara ottica di classe. 

Riguarda anche la prassi, l’atteggiamento di lotta nella vita quotidiana, in modo che nessuno e nessuna persona si senta solo/sola in queste difficili condizioni. 

La nostra concordia, la concordia della classe operaia e del popolo sofferente, è quella che si costruisce quotidianamente, con pazienza e perseveranza, con fermezza, frontalmente e contro le politiche della UE, del grande capitale e dei suoi governi che mettono a rischio la vita del popolo e dei suoi figli. 

In particolare, l’opposizione dei partiti, come quella di SYRIZA rimarrà nella storia come l’opposizione che “ una mano” in ogni passo pericoloso che in definitiva colpisce gli interessi del popolo greco. 

Dalle relazioni pericolose con gli USA e la NATO, alle relazioni greco-turche fino all’affronto dell’aggressività imperialista che si sviluppa insieme e al fianco delle provocazioni e dell’aggressività turca, fino alla gestione del dramma dei profughi/migranti e la gestione della stessa pandemia, SYRIZA, a causa della sua strategia di condivisione e accordo, dà una mano al governo di N.D., su tutte le questioni fondamentali per la vita del popolo. Tutto questo, insieme al la liquidazione del sistema sanitario pubblico fino ai grandi ospedali arrivati alla situazione limite senza aspettare l’esplosione della pandemia, porta anche il suo marchio: il precedente governo di ND ha chiuso gli ospedali, SYRIZA li ha lasciati chiusi. 

Il partito di ND stava riducendo i fondi per la salute e SYRIZA li ha ridotti ulteriormente. 

Nessuno di loro ha fatto le necessarie assunzioni di personale medico e sanitario. 

Insieme favoleggiavano dicendo al popolo che il settore privato avrebbe potuto contribuire al “potenziamento” del settore della sanità pubblica. 

Se un mito sta crollando nei giorni della pandemia del coronavirus è il mito della coesistenza armoniosa del settore pubblico con il settore privato nel contribuire ad affrontare la situazione, poiché questo mito viene sbugiardato dalla corsa ai profitti dei centri sanitari privati tramite i test virali. Test disponibili per quelli che possono pagare ma che sottraggono dalla pianificazione statale risorse preziose aumentando nel contempo il rischio di ulteriore diffusione del virus. 

Questo mito è anche screditato dal fatto che lo stato dipenda per le forniture di importanti materiali e medicinali dalla “guerra” condotta sul mercato mondiale da parte delle grandi compagnie che hanno trovato l’opportunità di fare affari d’oro. 

Si sta dimostrando in modo drammatico la necessità di un sistema sanitario esclusivamente pubblico e gratuito accompagnato dall’abolizione dell’azione imprenditoriale. 

Anche ora che tutti gli occhi sono puntati sul sistema sanitario pubblico, le assunzioni di personale sanitario annunciate dal governo sono insufficienti a soddisfare anche i bisogni di base in periodi normali e tanto meno in condizioni di emergenza pandemica. 

Le condizioni odierne impongono di: 

  • Procedere immediatamente con la requisizione delle unità sanitarie private ed il loro inserimento nella pianificazione statale centrale. 
  • Fornire gli ospedali di tutti gli strumenti necessari richiesti dagli stessi operatori sanitari che conoscono meglio di chiunque altro le reali necessità e bisogni, ora e subito. 
  • L’apertura di tutte le Unità di Terapia Intensiva. 
  • L’assunzione di tutto il personale sanitario necessario. 

Né il governo, né SYRIZA osano proporre la reale e immediata requisizione del settore privato. 

IL SECONDO MITO CHE STA CROLLANDO è quello riguardante il “ritorno alla normalità” ed ai tassi di alta crescita. 

Tutto ciò ora si trasforma nell’ammissione del fatto che l’economia greca sta entrando in una profonda recessione. 

Questa era stata ovviamente preceduta dal rallentamento dell’economia nell’UE ed in altre importanti economie capitaliste aumentando il rischio di una nuova crisi economica capitalistica. 

Naturalmente, l’attuale pandemia non è la sua causa principale ma ne è solo il suo catalizzatore. È un dato di fatto che l’economia greca sarà colpita grazie anche alla “monocoltura” del turismo, facendo fare una pessima figura a coloro che sbandierano l’estroversione dell’economia greca. 

Le misure adottate dalla UE e dai governi dei suoi stati-membri, che perseguono misure protezionistiche, chiudono le frontiere, finanziano i propri gruppi monopolistici, non fermeranno questo processo. 

Questo intervento di tipo keynesiano, così come il tanto pubblicizzato alleggerimento della morsa fiscale per sostenere l’economia capitalista dobbiamo saperlo verranno pagati ancora una volta dai lavoratori che saranno chiamati a colmare le nuove lacune della finanza pubblica ed i nuovi prestiti. 

La famosa “solidarietà europea” è sentita come una barzelletta anche tra i circoli filo-borghesi del paese. Specialmente dopo che nell’Unione Europea di “libera circolazione delle merci” la Germania e la Francia hanno addirittura vietato l’esportazione del materiale sanitario necessario in altri paesi. 

Si dimostra in questo modo, e persino in tempi tragici per i popoli d’Europa, che l’UE non è l’unione dei popoli, ma “un’alleanza di lupi” ed una “tana dei leoni”, un’unione imperialista di stati, evidenziando la necessità, non solamente di una posizione più dura nei suoi confronti – come sostengono vari partiti borghesi quando sono all’opposizione – ma di una scelta politica e strategica che indirizzi allo svincolamento da essa, con la classe operaia, il popolo di ogni paese detentore del potere e della proprietà (dei mezzi di produzione N.d.T.). 

Soprattutto, la pandemia mette sempre più in luce i limiti del sistema capitalista. 

Si dimostra che i bisogni contemporanei, i beni sociali, come quello della salute non possono essere lasciati alla mercé dei mercati e dei profitti. 

Questo marciume non può essere nascosto da definizioni aggressive che alcuni danno al sistema capitalista, comeil capitalismo neoliberista”, “il capitalismo estremo” e così via solamente, in ultima analisi, per nascondere il fatto che sostengono, anima e corpo, lo stesso sistema capitalista. 

Situazioni oltraggiose, con i medici costretti a scegliere chi vivrà e chi morirà, esistono sia in paesi con governi neoliberisti” come in Italia, ma anche in paesi come la Spagna dove le finte “alleanze progressiste” stanno governando. 

Oggi il capitalismo stesso è in bancarotta, la stessa economia di mercato in tutte le sue versioni annulla ogni possibilità per la classe operaia, per il popolo di godere i benefici di alto livello in materia di salute in linea con l’evoluzione della scienza e della tecnologia, proprio perché ha come criterio principale il profitto capitalista. 

Anche in condizioni di pandemia, tutto è soggetto alla redditività del capitale. Ecco perché gli operai delle industrie del Nord Italia hanno lavorato nonostante i divieti, senza misure di protezione con i noti effetti tragici. Ecco perché sta aumentando la concorrenza tra i monopoli internazionali su chi brevetterà il nuovo vaccino, in un momento in cui dovrebbero esserci cooperazione e sforzi comuni dei migliori tra scienziati e centri di ricerca di tutto il mondo. 

Ecco perché, anche adesso, la grande impresa sta distruggendo qualsiasi diritto del lavoro rimasto, sta provando nuove forme di sfruttamento come il telelavoro e mette in atto licenziamenti di massa. 

Di fronte al marciume del capitalismo in bancarotta, emerge la superiorità del socialismo che ha assicurato la salute, la cura per tutti. E stiamo parlando del secolo scorso e dei paesi che hanno iniziato la costruzione del Socialismo in condizioni di grande ritardo su tutti i livelli. 

I dati della Russia Sovietica di 30 anni fa sono inesorabili: oltre 1,1 milioni di medici, assistenza sanitaria gratuita per tutta la popolazione, 1387 letti d’ospedale per 10.000 abitanti, numeri che non possono nemmeno essere paragonati con la situazione prevalente nel nostro paese e nei paesi dell’UE. 

Ancora oggi l’invio di medici cubani in Italia, l’esistenza di infrastrutture sanitarie in paesi come la Germania (che al tempo della presenza della DDR fu costretta dal sistema sanitario socialista ad adeguarsi anche all’ovest) e anche la gestione della pandemia nella Cina capitalista che rivela i suoi residui socialisti, mostrano che il socialismo ha lasciato la sua forte impronta sociale anche oggi, tre decenni dopo il suo rovesciamento. 

Quindi, in queste condizioni senza precedenti, rimaniamo forti, lottiamo per misure di protezione della vita e dei diritti dei lavoratori, promuoviamo l’unica prospettiva per la classe operaia e la maggioranza del nostro popolo: la nuova società, il socialismo. 

La tangibile superiorità del socialismo, della proprietà sociale e della pianificazione scientifica centralizzata è la grande eredità per il giorno dopo. Ciò prevalga nei pensieri e nell’azione politica di tutti noi, in questi giorni di “quarantena”. Rifiutiamo la “quarantena” politica, combattiamo la “quarantena” del pensiero. 

Pensiamo, studiamo e agiamo, affrontando oggi l’attualità, adattando la nostra azione, con lo sguardo però al domani, preparando il domani. 

Dimitris Koutsoumpas 

Segretario Generale del C.C. del KKE 

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DICHIARAZIONE DEI PARTITI COMUNISTI E OPERAI DI TUTTO IL MONDO

DICHIARAZIONE DEI PARTITI COMUNISTI E OPERAI DI TUTTO IL MONDO

MISURE IMMEDIATE PER PROTEGGERE LA SALUTE E I DIRITTI DEI POPOLI

I partiti comunisti e operai prendono responsabilmente posizione davanti ai propri popoli. Siamo qui! Presenti in prima linea nella lotta per adottare misure immediate allo scopo di proteggere la salute e salvaguardare i diritti della classe lavoratrice e degli strati popolari, ovunque!

Ringraziamo sinceramente i medici e gli infermieri, il personale degli ospedali, le unità sanitarie che stanno lottando per affrontare grandi difficoltà.

Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le persone colpite dalla pandemia di CoVID-19 e auguriamo loro una pronta guarigione dalla malattia.

Salutiamo i paesi che stanno realizzando azioni di solidarietà con i paesi più colpiti, ad esempio inviando materiale di protezione, ventilatori e professionisti della salute di paesi come Cina, Cuba e Russia, azioni in contraddizione con la inesistenza dell’Unione Europea.

Il pericolo della pandemia di CoVID-19 dimostra tragicamente le profonde carenze dei sistemi di sanità pubblica in tutti i paesi capitalisti che erano note già prima dell’emergere del coronavirus. Queste carenze non si sono verificate per caso, sono il risultato di politiche anti-popolari applicate dai governi al servizio del grande capitale per commercializzare e privatizzare la salute, a sostegno della redditività dei gruppi monopolistici. Questa politica mina le grandi capacità scientifiche e tecnologiche disponibili oggi per soddisfare tutte le esigenze di prevenzione e attenzione per il popolo.

L’attuale esperienza mette in luce la natura antisociale e parassitaria del capitalismo ed evidenzia la superiorità e l’attualità del socialismo e della pianificazione centrale scientifica, con i bisogni popolari come criterio, allo scopo di fornire cure primarie e prevenzione, ospedali, medici e infermieri, medicine, laboratori, esami medici e tutto ciò che è necessario per soddisfare i bisogni sanitari costanti e urgenti delle persone.

Il preesistente rallentamento dell’economia globale è ora rafforzato dalla diffusione del coronavirus e aumenta il rischio di una nuova crisi nel prossimo periodo. Nonostante la propaganda in merito a una “concertazione nazionale”, i governi che servono il grande capitale impostano le misure economiche sul sostegno ai gruppi monopolistici e cercano ancora una volta di scaricare il costo della crisi sui lavoratori e sugli altri strati popolari. I lavoratori e i popoli non possono e non devono pagare di nuovo!

La “responsabilità individuale” non può essere utilizzata come pretesto per coprire la responsabilità dello Stato e del governo. Oggi, l’adozione delle misure necessarie richiede la lotta dei popoli contro la politica di sostegno ai gruppi monopolistici, che sacrifica la soddisfazione dei bisogni e la salute dei popoli agli interessi della redditività capitalista.

I Partiti Comunisti e Operai chiedono che siano prese tutte le misure necessarie per affrontare la pandemia, che includono quanto segue:

Rafforzamento immediato dei sistemi sanitari pubblici con fondi statali, assunzione di medici e infermieri con pieni diritti. Copertura di tutte le esigenze delle unità di terapia intensiva e delle infrastrutture necessarie per il pieno funzionamento dei servizi di sanità pubblica e di ricerca scientifica.

Fornitura immediata e gratuita alle persone, da parte dello Stato, di tutti i mezzi di protezione necessari (maschere, guanti, antisettici, ecc.) e blocco della speculazione. Qui e ora, offrire tutte le misure di protezione ai dottori e alle infermiere che combattono negli ospedali con sacrificio e costi personali.

Tutela del reddito e dei diritti dei lavoratori e dei popoli. Mettere un freno all’immunità del capitale che, con il pretesto della pandemia di CoVID-19, sta effettuando ampi licenziamenti e cerca di schiacciare ulteriormente i diritti salariali, l’orario di lavoro, i permessi e altri diritti del lavoro. Adottare misure immediate per proteggere la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

Nessuna riduzione dei diritti democratici dei popoli con il pretesto del coronavirus.

Porre fine a tutte le sanzioni e alle misure di blocco economico che in questa situazione sono ancora più ingiuste e criminali e rendono difficile la vita dei paesi colpiti, adottare tutte le misure necessarie per proteggere la salute e la vita delle persone.

Diciamo no agli interventi imperialisti e alle esercitazioni militari, come quelli della NATO, e chiediamo di reindirizzare le risorse pubbliche per supportare le esigenze dei popoli, come ad esempio il finanziamento dei sistemi di sanità pubblica e di sicurezza sociale.

I PARTITI CHE ADERISCONO A SOLIDNET:

Communist Party of Albania

Communist Party of Argentina

Communist Party of Armenia

Communist Party of Australia

Party of Labour of Austria

Communist Party of Azerbaidjan

Communist Party of Bangladesh

Communist Party of Belgium

Brazilian Communist Party

Communist Party of Britain

New Communist Party of Britain

Party of the Bulgarian Communists

Communist Party of Canada

Communist Party of Chile

Socialist Workers Party of Croatia

Communist Party of Cuba

AKEL, Cyprus

Communist Party of Bohemia & Moravia

Communist Party in Denmark

Egyptian Communist Party

Communist Party of Finland

Unified Communist Party of Georgia

German Communist Party

Communist Party of Greece

Hungarian Workers Party

Communist Party of India

Communist Party of India (Marxist)

Tudeh Party of Iran

Workers Party of Ireland

Communist Party of Ireland

Communist Party of Israel

PARTITO COMUNISTA (Italy)

Jordanian Communist Party

Socialist Movement of Kazakhstan

Workers Party of Korea

Lebanese Communist Party

Socialist Party (Lithuania)

Communist Party of Malta

Communist Party of Mexico

Popular Socialist Party – National Political Association, Mexico

Nepal Communist Party

Communist Party of Norway

New Communist Party of the Netherlands

Communist Party of Pakistan

Palestinian People’s Party

Palestinian Communist Party

Paraguayan Communist Party

Communist Party of Poland

Portuguese Communist Party

Philippines Communist Party [PKP 1930]

Romanian Socialist Party

Communist Party of the Russian Federation

Russian Communist Workers Party

Communist Party of the Soviet Union

New Communist Party of Yugoslavia

Communists of Serbia

Communist Party of Slovakia

South African Communist Party

Communist Party of Spain

Communist Party of the Workers of Spain

Communists of Catalonia

Communist Party of Swaziland

Communist Party of Sweden

Sudanese Communist Party

Syrian Communist Party

Communist Party of Turkey

Communist Party of Ukraine

Union of Communists of Ukraine

Communist Party USA

Communist Party of Venezuela

ALTRI PARTITI:

Union of Communists in Bulgaria

Pole of Communist Revival in France

Communist Party of Puerto Rico

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GLI STATI UNITI SONO IL VIRUS! SOLIDARIETÀ A MADURO E AL VENEZUELA BOLIVARIANO!

GLI STATI UNITI SONO IL VIRUS! SOLIDARIETÀ A MADURO E AL VENEZUELA BOLIVARIANO!

Gli Stati Uniti sono il primo Stato Canaglia del mondo.
L’imperialismo a stelle e strisce. Guidato dal miliardario Trump , prova a prendere i voti dei latinoamericani presenti soprattutto in Florida con questa grandissima provocazione. L’accusa al legittimo Presidente e ad alcuni alti funzionari venezuelani di aver messo a disposizione aeroporti e porti venezuelani per inondare gli USA di cocaina.
Mettendo una taglia di 15 milioni di dollari su Maduro e altre da 10 milioni di dollari su alcuni alti funzionari, in pieno stile sceriffi del mondo.
L’imperialismo yankee non passerà.
Riportiamo le prime parole di Maduro: “Gli Stati Uniti e la Colombia stanno cospirando e hanno dato l’ordine di riempire il Venezuela di violenza. Come capo dello Stato sono obbligato a difendere la pace e la stabilità di tutta la Patria, in qualunque circostanza che ci si presenti. Non ci riusciranno!”

Massimo sostegno al Venezuela bolivariano e al Presidente Maduro da parte del Partito Comunista.

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Lettera di ringraziamento al Presidente della Repubblica di Cuba ed  al Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba

Lettera di ringraziamento al Presidente della Repubblica di Cuba ed al Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba

Al Presidente della Repubblica di Cuba
Miguel Díaz-Canel.
Al Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba
Raúl Castro.

Cari compagni,
a nome del Comitato Centrale e di tutto il Partito vogliamo ringraziarVi.
Poche ore fa è arrivato in Italia il gruppo di medici della sanità cubana, inviati dal Vostro Paese con il Ministero di Salute Pubblica, per aiutare il lavoro del nostro sistema sanitario pubblico in questo momento di così grave emergenza nazionale.
Dopo anni di tagli alla spesa sanitaria pubblica il nostro sistema sanitario è oggi in grande difficoltà, nonostante l’abnegazione ed il lavoro incessante dei medici e dei lavoratori della sanità che anche oggi sono in trincea contro il Coronavirus.
Cuba Socialista. Una piccola isola strangolata per anni dal blocco economico totale della più grande potenza del mondo. Una delle nazioni che sta dando una grande lezione di solidarietà e umanità. I vostri medici hanno curato malati in 64 paesi del mondo. Grazie all’insegnamento del comandante Fidel, testimonianza del valore e della superiorità della società Socialista.

Carissimi compagni,
Portate a Cuba dall’Italia il nostro abbraccio fraterno ai Vostri medici straordinari, al Partito Comunista e al popolo di Cuba, a tutti quelli cioè, che in questi anni hanno lavorato per il mantenimento della società e della patria socialista contro tutti gli attacchi. Da sessant’anni siete un esempio e una risorsa inestimabile per tutti i popoli del mondo.
Ancora grazie, oggi siamo ancora più uniti nella costruzione di un mondo di pace e di uguaglianza sociale.

Oggi grazie a Voi, anche in Italia si è capito che il capitalismo fornisce il superfluo, mentre il socialismo dà il necessario. Fraterni saluti.

Marco Rizzo

Roma 23 marzo 2020

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Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, riceve Marco Rizzo [English\Español]

Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, riceve Marco Rizzo [English\Español]

Si è svolto a Roma, presso la sede italiana del Parlamento Europeo, un incontro tra l’on. Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista e il Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli. I temi trattati riguardano:

• La  condanna nei confronti delle terribili violenze contro i manifestanti ordinate dal Governo del Cile su cui nel Parlamento Europeo non si è aperta neppure una discussione.

• La vergognosa risoluzione parlamentare che equipara il comunismo al nazismo.

• L’insopportabile blocco che perdura e si aggrava da oltre sessant’anni contro la Repubblica di Cuba da parte degli Stati Uniti.

In merito agli ultimi due punti da parte del Segretario Rizzo sono state consegnate due specifiche lettere al Presidente Sassoli che riportiamo tradotte in inglese e spagnolo.


1. Al Presidente del Parlamento Europeo, Onorevole David Sassoli

Con la presente intendo significarLe, anche a nome dei Comunisti in Italia ed in Europa, lo stupore e l’indignazione per la recente Risoluzione che il Parlamento, da Lei presieduto, ha approvato sull’equiparazione tra comunismo e nazismo.
Riteniamo che i Parlamenti non debbano e non possano riscrivere la storia ad uso della contingenza politica.
Mettere sullo stesso piano teorico, ideale e pratico il comunismo al fascismo significa fare il più grande errore storiografico e politico possibile.
Equiparare l’Unione Sovietica, il paese che ha pagato il prezzo di gran lunga più grande in vite umane della seconda guerra mondiale, alla Germania nazista significa pensare che aggrediti ed aggressori siano sullo stesso piano.
Attribuire ad un patto di “non aggressione” (il cosiddetto patto Molotov-Ribbentrop) la causa dello scoppio della guerra vuol dire cancellare in un colpo solo dieci anni di storia e le terribili responsabilità di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti in merito alla guerra di Spagna, all’annessione dell’Austria e dei Sudeti, nonché alla Conferenza di Monaco del 1938, dove Chamberlain e Daladier strinsero la mano a Hitler e Mussolini, garantendo a questi la possibilità di invadere e smembrare uno stato sovrano.
Disconoscere il ruolo fondamentale dell’Armata Rossa nella liberazione dell’Europa dal fascismo significa compiere una infamia alla memoria.
Non ricordare il ruolo, anch’esso fondamentale, dei comunisti nella Resistenza in Italia ed in Europa vuol dire insultare la storia del nostro e di altri importanti paesi del continente. Tra le formazioni partigiane attive in Italia, le Brigate Garibaldi, organizzate e dirette dai comunisti, furono quelle più numerose, nonché quelle a subire maggiori perdite in combattimento; inoltre i comunisti furono quelli a subire durante il Ventennio il maggior numero di condanne, di anni di carcere e di confino, di torture e di condanne a morte. L’apporto dei comunisti all’antifascismo non può pertanto essere occultato, e non vi può essere nessuna equiparazione tra il fascismo e chi ha dato il maggior contributo di sangue alla lotta contro di esso.
Continuare in questa direzione significa accettare e promuovere la violenza e la messa fuorilegge dei comunisti come già avviene in vari paesi dell’Europa ad Est, dalla Polonia all’Ungheria, dai Paesi Baltici a quello che sta succedendo in Donbass e Ucraina, appena fuori dai confini UE.
Non abbiamo alcun timore nei confronti di questa campagna antidemocratica e siamo pronti a difendere le nostre idee e l’agibilità politica che ci spetta, vogliamo solo manifestare l’allarme nel vivere in un’Unione Europea in cui avvengano tali delitti.
I Comunisti saranno sempre alla testa delle battaglie di libertà e giustizia sociale e mai si uniformeranno al pensiero unico totalitario fatto solo di globalizzazione, profitto e mercato.

Roma, 28 Ottobre 2019                                                                      on. Marco Rizzo  


 1. To the President of the European Parliament, Honorable David Sassoli

I hereby draw to the attention of David Sassoli, President of the European Parliament, the astonishment and indignation for the recent resolution regarding the comparison and equivalence between Communism and Nazism approved by the Parliament chaired by him, also on behalf of all the communists in Italy and throughout Europe.
We firmly believe that the parliaments cannot and should not rewrite history according to the current political affairs.
Equalizing Communism and Fascism on the practical, theoretical and ideological level means making the biggest historiographical and political mistake ever.
This equation between Soviet Union – the country that payed more than all the others the cost of human lives during the Second World War– with Nazi Germany ends up placing victims and perpetrators on the same level.
Blaming the Molotov–Ribbentrop pact (actually a non-aggression agreement) as the cause of the outbreak of the Second World War means erasing ten years of history in one go, and failing to adequately apportion blame to Great Britain, France and United States for their heavy responsibilities in the Spanish Civil War as much as in the annexation of Austria and Sudeten.
It also means neglecting the Munich Conference in 1938, occasion when Chamberlain and Daladier shook hands with Hitler and Mussolini, giving them the opportunity to occupy and tore asunder a sovreign state.
Disregarding the key role of the Red Army in the European liberation from Fascism is an insult against memory.
Neglecting the crucial role communists played in italian and european Resistance means offending our history as much as the one of other important european countries. In Italy, the Partisans organizations that were most active and numerous, had the highest casualty numbers in combat, were the Garibaldi Brigades, organized and directed by communists; furthermore, during the Fascist regime, communists were the ones who had to endure the greatest number of sentences, of years in jail and confinement, tortures and executions. The help that communists gave to antifascism can’t be hidden, and there can be no equivalence between fascism and those who paid the highest tribute of blood fighting against it.
If we move forward in this direction we accept and foster violence against communists and their outlawing, as already happens in some eastern countries such as Poland, Hungary and Baltic States.
Let’s consider, furthermore, what is going on in Donbass and Ukraine: just outside the borders of the European Union.
We are not afraid of this anti-democratic campaign: we’re ready to stand up for our ideas and for the political rights we deserve.
We just intend to show our alarm: in the European Union this kind of crimes keep on being perpetrated.
As communists we’ll always lead any uprising for freedom and social justice, and never comply with the totalitarianism of globalization, profit and market rules.

Roma, 28 October 2019                                                                            on. Marco Rizzo



2. Al Presidente del Parlamento Europeo, Onorevole David Sassoli

Con la presente intendo portare alla Sua attenzione, a nome del Partito Comunista in Italia, la grave situazione che, da oltre sessant’anni si è creata con il ‘Blocco’ commerciale, economico e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America nei confronti della Repubblica di Cuba.
Questo blocco ha da sempre creato un grande stato di disagio e sofferenza nei confronti di tutta la popolazione. Nel 1996 una nuova legge, la Helms-Burton, aggrava ulteriormente questo embargo, stabilendo che gli Stati Uniti ritireranno tutti i finanziamenti verso le organizzazioni internazionali che violeranno il blocco e annulleranno le importazioni verso quei paesi che effettueranno traffico commerciale con Cuba nella stessa misura delle importazioni da questi effettuate.
Risulta del tutto evidente quanto sia illegittima questa legislazione, in quanto, oltre a contribuire al mantenimento dell’economia cubana in uno stadio di povertà, viola il diritto di autodeterminazione, la libertà degli scambi economici, il divieto di non ingerenza nelle questioni di sovranità interna.
A tal fine, oltre alla mia particolare sollecitazione al suo importante ruolo nell’istituzione europea affinchè possa adoperarsi per l’interruzione di questa assoluta ingerenza negli affari di uno stato sovrano, voglio segnalare le iniziative diplomatiche che la Repubblica di Cuba ha sviluppato con l’Unione Europea per uscire da questa ingiusta situazione.

Roma 28 ottobre 2019                                                                       on. Marco Rizzo


 2. Al presidente del Parlamento Europeo, Señor David Sassoli

Estimado presidente, le escribo para llamar su atención sobre el bloqueo comercial, financiero y económico que Estados Unidos han puesto desde hace sesenta años contre la República de Cuba. Dicho bloque sigue creando sufrimiento y molestia a toda la población.
En 1996 la nueva ley Helms-Burton empeora aùn más el embargue estableciendo que Estados Unidos retiraran todas financiaciones a favor de las organizaciones internacionales que rompiran el bloqueo y cancelaran las importaciones a los países que tendrán tráfico comercial hacia Cuba en la misma medida en que ellos exportarán.
Parece evidente la ilegalidad de esa situación que conserva la economía cubana en un estado de pobreza, viola el derecho de autodeterminación, la libertad de intercambios económicos, la prohibición de no injerencia en los temas de soberanía interna.
Por estas razones, junto a mi específica petición a su importante papel el la institución europea porque Usted trabaje para que esas injerencia cese cuanto antes en los asuntos de un estado soberano, quiero informarle de todas iniciativas diplomaticas que la República de Cuba ha desarrollado con la Unión Europea para salir de esa injusta situación.

Roma, 28 de Octubre 2019                                                                 on. Marco Rizzo


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Per il 70° anniversario della Repubblica Popolare Cinese

Per il 70° anniversario della Repubblica Popolare Cinese

Comunicato del SG del Partito Comunista, Marco Rizzo, in occasione del 70° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese.

Il 31 gennaio 1949 le truppe dell’Esercito Popolare di Liberazione entravano a Pechino e il 1° ottobre dello stesso anno il Presidente Mao Zedong proclamava la fondazione della Repubblica Popolare Cinese.

Il processo rivoluzionario, iniziato nel 1921, che portò alla vittoria delle forze proletarie, guidate dal Partito Comunista Cinese, era stato lungo e durissimo. In questo processo, la lotta per il socialismo e l’emancipazione di enormi masse proletarie, urbane e rurali, era strettamente legata alla lotta per l’unificazione del paese, per la liberazione dall’occupazione giapponese e per l’indipendenza nazionale. Nonostante la Cina fosse allora un paese prevalentemente agricolo, la classe operaia fu in grado di esercitare il proprio ruolo egemonico, sviluppando una salda alleanza con i contadini, numericamente prevalenti ed ergendosi a classe nazionale nel senso gramsciano del termine. Mentre capitalisti e proprietari terrieri, rappresentati dal partito Guomindang e organizzati nel regime di Chang Kaishek, pur di mantenere profitti e proprietà, preferivano combattere l’Esercito rosso piuttosto che l’invasore giapponese, il Partito Comunista era alla testa del proletariato nella lotta per la liberazione, nazionale e sociale, trovandosi a combattere su due fronti contemporaneamente: contro l’esercito nazionalista del Guomindang e contro i giapponesi.

La compattezza del blocco sociale proletario determinò il successo della brillante tattica della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, concepita dal Presidente Mao e la vittoria della rivoluzione proletaria.

L’Unione Sovietica, guidata da Stalin, apportò un contributo fondamentale, militare e politico, alla vittoria del Partito Comunista Cinese e alla liberazione. Nel 1945, infatti, dopo la vittoria sul nazifascismo, l’Armata Rossa annientò, nell’arco di una settimana, l’armata giapponese del Kwantung, forte di un milione di uomini, fornendo armi e basi d’appoggio all’Esercito di Liberazione Popolare, un aiuto materiale e logistico che si rivelò determinante.

La nascita della Repubblica Popolare Cinese fu salutata dai comunisti e dai proletari di tutto il mondo come un evento di portata storica: immense masse si liberavano dall’oppressione imperialista e dallo sfruttamento capitalistico per imboccare la via della costruzione del socialismo e della liberazione da un’arretratezza secolare. Lungo questo cammino vi sono stati successi e sconfitte, errori e deviazioni, che meritano analisi più approfondite, ma questo non offusca la grandezza e il significato di quell’evento fondativo che oggi abbiamo voluto ricordare.

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Istruzioni di voto per gli italiani all’estero.

Istruzioni di voto per gli italiani all’estero.

I cittadini italiani residenti all’estero possono votare il Partito Comunista. Poiché tuttavia ci sono differenze rispetto al voto per le elezioni politiche, vi invitiamo a consultare questo decalogo con alcune raccomandazioni:

1)    Per gli iscritti AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) in un paese dell’Unione Europea

Se siete iscritti AIRE e non avete espresso l’opzione di voto per le liste del paese in cui risiedete, allora avete diritto di votare per le liste italiane e potrete votare il Partito Comunista, in due diverse modalità:

a)     votare nel paese di residenza

In ciascuno dei paesi dell’UE saranno allestiti seggi: bisogna andare fisicamente a votare, non è previsto in questo caso il voto postale.

Il voto non si svolgerà lo stesso giorno rispetto all’Italia, ma sarà possibile votare il 24 e il 25 Maggio, con orari variabili a seconda della località e limitati a parte delle due giornate.

Riceverete a casa un certificato elettorale con date, orari e luogo del voto. Se non lo avete ricevuto informatevi a partire dal 21 Maggio in Consolato e richiedetelo. Sarà necessario portare il certificato al momento del voto.

A differenza delle politiche non esiste una circoscrizione estero, Ciascuno di voi sarà chiamato a esprimere il voto sulla base delle liste della Circoscrizione del vostro comune italiano di iscrizione AIRE. Le liste circoscrizionali sono 5 e così ripartite:

–       Italia nord occidentale (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia)

–       Italia nord orientale (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna)

–       Italia centrale (Toscana, Marche, Umbria, Lazio)

–       Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria)

–       Italia insulare (Sicilia, Sardegna)

b)    votare in Italia

In questo caso occorre presentare richiesta, entro il giorno precedente le elezioni in Italia, al Comune italiano nelle cui liste elettorali si è iscritti, ma consigliamo  di presentare la richiesta con maggiore anticipo per evitare problemi amministrativi. In tal caso è necessario portare il certificato elettorale ricevuto per votare all’estero .

ATTENZIONE!  Queste opzioni si escludono a vicenda. Nessuno può votare più di una volta, nemmeno avendo la doppia cittadinanza. Votare due volte è reato penale.

2)    Per i residenti in un paese che non fa parte dell’Unione Europea

Se risiedete in un paese che non fa parte dell’UE potete votare solo tornando in Italia nel Comune di iscrizione elettorale. Questo vale indipendentemente dall’iscrizione all’AIRE .

Esistono alcune agevolazioni di viaggio per gli elettori, ma valgono per la maggior parte sul territorio nazionale. Si consiglia di informarsi e verificare, ad esempio Trenitalia ne prevede alcune.

Italiani non iscritti all’AIRE e temporaneamente in un paese dell’Unione Europea

Se non siete iscritti AIRE ma vi trovate temporaneamente all’estero per motivi di studio o di lavoro potete votare nel paese di residenza temporanea solo se avete espresso questa opzione entro il 7 Marzo. In questo caso le modalità sono le stesse degli iscritti AIRE.

Se non avete esercitato in tempo questa opzione potrete votare soltanto presentandovi al seggio in Italia nel Comune nelle cui liste elettorali siete iscritti con le modalità normali e col certificato elettorale italiano.

Per maggiori informazioni consultate il sito del Ministero e la brochure riassuntiva.

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C’è solo una cosa da dire sul suo settantesimo anniversario: la NATO deve essere distrutta!

C’è solo una cosa da dire sul suo settantesimo anniversario: la NATO deve essere distrutta!

La NATO fu fondata settant’anni fa, nel 1949, per bloccare l’influenza ideologica e politica del socialismo e dell’Unione Sovietica, che era notevolmente aumentata dopo la Seconda Guerra mondiale, così come la sua potenza militare. A partire dalla sua fondazione, la NATO è divenuta uno dei quartier generali dell’anti-comunismo e un’alleanza imperialista mirante a fermare l’ascesa della classe operaia. Le loro politiche di guerra di implacabili aggressioni militari minacciavano di attacchi militari diretti, compresi quelli nucleari, contro i paesi che stavano costruendo il socialismo. A ciò fu risposto nel maggio 1955 con la firma del Trattato di Amicizia, Cooperazione e Mutua Assistenza a Varsavia.

La NATO era responsabile di criminali attacchi contro i comunisti nei suoi stati membri ed era il centro delle organizzazioni di contro-guerriglia. Era uno strumento che facilitava gli obiettivi espansionistici dell’imperialismo, attraverso la manipolazione e la restaurazione politica di altri paesi secondo gli interessi di coloro che erano in cima alla gerarchia e creando spazio politico per le idee controrivoluzionarie.

Un altro risultato disastroso della sua creazione fu la corsa agli armamenti, che da un lato creò un nuovo grande mercato per l’accumulazione di capitale per i monopoli e, d’altro lato, significò un duro colpo al socialismo da parte del capitalismo, poiché fu costretto a stanziare grandi risorse che avrebbero potuto migliorare più rapidamente le condizioni di vita della classe operaia e dei lavoratori.

L’imperialismo sta intensificando le sue aggressioni in Ucraina, nei Balcani, in Medio Oriente, in Asia, in America Latina e in tutto il mondo. Gli Stati Uniti usano l’adesione alla NATO come strumento per allineare paesi come il Brasile e la Colombia, dove i suoi collaboratori sono al potere, nelle sue politiche, ristabilendo la propria egemonia in America Latina. D’altra parte, la NATO favorisce l’incitamento al nazionalismo come mezzo per aumentare lo sfruttamento del popolo dei Balcani. Inoltre, vengono intraprese iniziative in Medio Oriente al fine di creare un blocco di Stati arabi contro l’Iran, creando uno sfaldamento che è al servizio del capitale.

La risoluzione per aumentare le “spese di difesa”, approvata nell’ultimo vertice della NATO, è una chiara imposizione a tutti gli stati membri di aumentare il budget per le loro macchine da guerra attraverso tagli di bilancio ai primari bisogni popolari. La NATO sta mettendo il futuro dell’umanità in grave pericolo accelerando la corsa agli armamenti nucleari.

D’altra parte, la crisi del sistema capitalista-imperialista si fa più profonda e la manifestazione di questa crisi può essere vista nell’indebolimento delle alleanze imperialiste, nelle proprie mire perseguite dagli stati imperialisti in Europa e nel deterioramento della capacità di persuasione del capitalismo sulle persone. L’accordo PESCO firmato dagli Stati membri dell’UE per creare la propria macchina da guerra sotto la maschera di “sicurezza e difesa” e il frequente riferimento a un esercito europeo è una manifestazione di questa crisi. Tuttavia, l’alternativa alla NATO non può essere un’altra alleanza militare capitalista, un altro “polo” o “salvatore” di carattere capitalista, né in Europa, né in altre regioni. L’unica via per la pace contro l’aggressione crescente del capitalismo è il socialismo, la fratellanza delle classi lavoratrici.

La NATO è un’organizzazione di guerra attiva da settant’anni. L’elenco criminale di questi settant’anni è pieno di bugie, estorsioni, omicidi e massacri. C’è solo una cosa da dire nel suo settantesimo anniversario: la NATO deve essere distrutta! L’umanità deve eliminare l’arci-nemico della pace e della sicurezza nel mondo, l’imperialismo e le sue organizzazioni come la NATO, il PESCO e l’UE. Per questo motivo, la lotta contro l’organizzazione controrivoluzionaria della NATO non può mai mancare dall’agenda dei comunisti. Noi, come membri dei partiti comunisti e operai dell’Iniziativa Comunista Europea, continueremo a lottare per chiudere tutte le basi militari della NATO, buttare fuori la NATO e tutti i suoi affiliati dai nostri paesi e aree geografiche. Continueremo a lottare insieme per distruggere questa organizzazione criminale prima che causi ancora danni. Continueremo ad organizzarci per la vittoria del socialismo-comunismo.

Abbasso l’imperialismo!

Lunga vita al socialismo!

Il Segretariato dell’ICE

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Dichiarazione della Iniziativa Comunista Europea di solidarietà con i popoli dell’ex Repubblica federale di Jugoslavia in occasione del 20° anniversario dell’aggressione della NATO contro la RFJ

Dichiarazione della Iniziativa Comunista Europea di solidarietà con i popoli dell’ex Repubblica federale di Jugoslavia in occasione del 20° anniversario dell’aggressione della NATO contro la RFJ

Sono passati vent’anni dall’inizio dell’aggressione della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia, quando nei 78 giorni di bombardamenti vennero uccisi almeno 2.500 civili e feriti oltre 12.500 persone;  furono causati oltre 100 miliardi di dollari di danni; l’ambiente fu contaminato con l’uranio impoverito e con altre armi non convenzionali e proibite; proprietà civili e infrastrutture furono distrutte. Donne, bambini, anziani, madri con i loro neonati, pazienti in ospedale, colonne di profughi, contadini, passeggeri su autobus e treni, lavoratori in fabbriche e uffici, giornalisti … furono tutti vittime innocenti del terrore della NATO. Fino ad oggi, nessuno è stato ritenuto responsabile o perseguito per questi gravi crimini, ma l’imperialismo USA-NATO e UE sono da accusare.

Tra il 24 marzo e l’11 giugno 1999, la Repubblica Federale di Jugoslavia e i suoi abitanti affrontarono lo spietato attacco della più grande alleanza militare del mondo. È difficile confrontare la potenza militare utilizzata, a causa della assoluta sproporzione qualitativa e quantitativa della forza utilizzata.

L’aggressione della NATO alla RFJ fu un attacco imperialista. L’esperienza storica ci insegna che la classe borghese e le alleanze imperialiste utilizzano le questioni esistenti delle minoranze e/o ne creano di inesistenti per dividere i popoli al fine di imporre la politica del “divide et impera”.

L’offensiva della NATO ha violato ogni concetto di diritto internazionale che gli imperialisti usano come pretesto secondo i propri interessi, dal momento che usano i diritti umani per intervenire contro i popoli.

La guerra intrapresa dalla NATO in nome della difesa dei diritti umani si è conclusa con crimini di guerra e civili uccisi.

La Jugoslavia servì come laboratorio sperimentale per i successivi interventi in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria.

La fondazione dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) il 4 aprile 1949, in cooperazione tra gli Stati Uniti e i paesi capitalisti europei, ha creato il braccio armato dell’imperialismo per la difesa del sistema di sfruttamento e la prevenzione dei cambiamenti rivoluzionari in Europa, al fine di attaccare l’Unione Sovietica e gli altri paesi socialisti dell’Europa orientale.

Sin dal suo inizio, la NATO è stata un potente blocco politico e militare aggressivo e un bastione della guerra fredda, ha promosso una massiccia espansione degli armamenti nucleari e convenzionali e rimane responsabile dell’accumulo di incredibili arsenali di armi da guerra e distruzione di massa.

Nonostante la controrivoluzione che ha visto la fine dell’Unione Sovietica e la dissoluzione del Patto di Varsavia (fondata nel 1954 in risposta all’aggressione della NATO), la NATO, invece di dissolversi, ha aumentato la propria forza e portata.

I partiti dell’Iniziativa Comunista Europea devono rafforzare la lotta contro le guerre imperialiste, la NATO e tutte le alleanze imperialiste.

Rafforziamo la lotta contro le guerre imperialiste, la NATO e tutte le alleanze imperialiste!

Mettiamo fine al sistema di sfruttamento che alimenta guerre, crisi, rifugiati, sfruttamento!

Viva il socialismo!

23/03/2019

Segreteria della Iniziativa Comunista Europea

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Denunciamo l’intervento imperialista in Venezuela. Solidarietà con il popolo del Venezuela!

Denunciamo l’intervento imperialista in Venezuela. Solidarietà con il popolo del Venezuela!

Noi, Partiti Comunisti e Operai di tutto il mondo, denunciamo con decisione i piani imperialisti, le tattiche minatorie e le minacce scatenate dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e i loro governi alleati in America Latina, per rovesciare il presidente legittimamente eletto del Venezuela, Nicolás Maduro, sottomettere il popolo del paese ai loro interessi imperialistici e saccheggiare le risorse e ricchezza del paese.

Dopo il fallimento della provocazione orchestrata dagli Stati Uniti con la marionetta degli imperialisti Guaidó, il 23 febbraio alla frontiera con la Colombia, con il pretesto degli “aiuti umanitari”, vengono promossi nuovi scenari per un colpo di stato e l’attacco militare imperialista, mentre allo stesso tempo continuano gli sforzi per organizzare nuove provocazioni che daranno un pretesto per l’escalation dell’intervento.

Condanniamo fermamente qualsiasi scenario di colpo di stato e di intervento militare imperialista degli Stati Uniti e i suoi alleati!

Dichiariamo in modo deciso che contro di loro troveranno non solo il popolo del Venezuela, ma anche i Partiti Comunisti e Operai, il movimento operaio e popolare di tutto il mondo.

Condanniamo con veemenza le dichiarazioni del Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, secondo cui il governo degli Stati Uniti segue la dottrina Monroe che considera l’intera America Latina come una loro esclusiva zona d’interesse.

L’America Latina appartiene ai suoi popoli!

 Fedeli ai principi dell’internazionalismo proletario, esprimiamo la nostra solidarietà con il popolo venezuelano, che è l’unico responsabile degli affari interni del suo paese.

Esprimiamo la nostra solidarietà con il Partito Comunista del Venezuela, alla Gioventù Comunista del Venezuela e alle altre forze antimperialiste Venezuelane che lottano in difficili condizioni per difendere gli interessi del popolo.

Abbasso l’imperialismo!

I popoli vinceranno! 

  1. Partito Comunista d’Albania
  2. Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo
  3. Partito del Lavoro d’Austria
  4. Partito Comunista Bangladesh
  5. Partito Comunista Brasiliano
  6. Partito Comunista di Gran Bretagna
  7. Nuovo Partito Comunista di Gran Bretagna
  8. Partito Comunista del Canada
  9. Partito Comunista di Boemia & Moravia
  10. AKEL, Cipro
  11. Partito Comunista in Danimarca
  12. Forza della Rivoluzione, Repubblica Dominicana
  13. Partito Comunista Tedesco
  14. Partito Comunista di Grecia
  15. Partito dei Lavoratori Ungherese
  16. Partito Comunista d’India
  17. Partito Tudeh d’Iran
  18. Partito Comunista d’Irlanda
  19. Partito Comunista, Italia
  20. Partito Comunista Giordano
  21. Movimento Socialista del Kazakhstan
  22. Partito Comunista Libanese
  23. Partito Socialista (Lituania)
  24. Partito Comunista di Malta
  25. Partito Comunista del Messico
  26. Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi
  27. Partito Comunista del Pakistan
  28. Partito Comunista Palestinese
  29. Partito Popolare Palestinese
  30. Partito Comunista Paraguayano
  31. Partito Comunista Peruviano
  32. Partito Comunista Filippino [PKP 1930]
  33. Partito Comunista Portoghese
  34. Partito Comunista della Federazione Russa
  35. Unione dei Partiti Comunisti – CPSU
  36. Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna
  37. Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia
  38. Partito Comunista dello Swaziland
  39. Partito Comunista di Turchia
  40. Partito Comunista d’Ucraina
  41. Unione dei Comunisti d’Ucraina

 

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