L’Italia affonda, ma per Draghi la priorità diventa il ponte sullo stretto

L’Italia affonda, ma per Draghi la priorità diventa il ponte sullo stretto

Sono passati 50 anni e ancora stanno parlando di realizzare il ponte sullo stretto di Messina.
In un periodo delicato come quello che stiamo passando negli ultimi due anni, a causa della crisi finanziaria e pandemica, con centinaia di migliaia di lavoratori che hanno perso il posto lavoro e con le aziende che decidono di delocalizzare la produzione col il sostegno implicito del Governo, per l’esecutivo di Draghi diventa una priorità investire soldi sul ponte sullo stretto di Messina.
Il Ministero delle infrastrutture ha già iniziato l’iter per lo studio della fattibilità: lo studio deve fornire gli elementi, di natura tecnica e conoscitiva, occorrenti per valutare la realizzabilità del sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche sotto il profilo economico-finanziario, attingendo ai fondi stanziati allo scopo dall’ultima legge di bilancio. Nel frattempo, il dicastero guidato da Giovannini ricorda che nei mesi scorsi il governo ha provveduto a potenziare le attuali modalità di attraversamento dello Stretto, anche grazie ai fondi del Pnrr 510 milioni di euro le risorse messe a disposizione.
Il governo dunque sceglie di continuare a buttare soldi su un progetto inutile, considerando anche le infrastrutture per arrivare ad un ipotetico ponte sia in Calabria che in Sicilia, in un periodo come questo in cui sarebbe più opportuno investire i finanziamenti per creare lavoro stabile, con una seria politica economica che torni ad investire nelle produzioni strategiche, nella sanità, nell’istruzione, nella manutenzione del territorio e delle infrastrutture e nei traporti.

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