Per la ventisettesima volta consecutiva l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha condannato il blocco economico imposto unilateralmente dagli Stati Uniti nei confronti di Cuba. Con 189 paesi a favore, due contrati (USA e Israele) e un non partecipante alla votazione (Ucraina), la stragrande maggioranza dei rappresentanti degli Stati ha respinto le proposte di modifica della risoluzione depositate dagli USA e condannato fermamente il blocco economico contro l’isola socialista.
Il Partito Comunista saluta questo risultato, che evidenzia ancora una volta l’ingiustizia del blocco economico a cui è sottoposto da oltre cinquant’anni il popolo cubano, ingiustizia riconosciuta a livello globale. L’Assemblea delle Nazioni Unite, sebbene con posizioni differenti tra i diversi paesi, ha condannato l’utilizzo di questa misura unilaterale, chiedendone l’immediata cessazione.
Sappiamo bene che l’imperialismo riconosce la legittimità degli organismi internazionali e del diritto internazionale solo quando rispecchiano e forniscono valida copertura agli interessi effettivi dei grandi monopoli e ai propri piani. Non ci facciamo nessuna illusione, circa l’impatto effettivo di questo voto, sapendo bene che in tutti questi ventisette anni gli Stati Uniti hanno continuato a ignorare ogni risoluzione delle Nazioni Unite e che nulla cambierà. Sappiamo anche che il bloqueo è solo una delle forme con cui l’imperialismo ha tentato e tenta di rovesciare il sistema socialista a Cuba, e che anche qualora questa misura ingiusta e criminale venisse tolta, gli Stati Uniti e i paesi imperialisti non rinunceranno al proprio obiettivo, utilizzando solamente nuove e più sofisticate armi per giungere al risultato del rovesciamento del socialismo a Cuba.
La verità è che l’imperialismo non può tollerare la presenza di Cuba socialista. Nessuno avrebbe scommesso che a oltre vent’anni dalla controrivoluzione in URSS e alla fine del blocco socialista nei paesi orientali, un’isola sotto blocco economico, a poche centinaia di chilometri dalla costa USA mantenesse il proprio modello socialista. Cuba è un esempio di libertà per tutti i popoli del mondo. I lavoratori e le classi popolari, i rivoluzionari di tutto il mondo non saranno mai abbastanza grati a quest’isola, al suo popolo e ai suoi dirigenti per aver saputo mantenere in questi anni un esempio di modello alternativo di società. Nonostante difficoltà, mancanze, di cui il bloqueo è spesso causa, a Cuba ogni persona ha assicurati i diritti fondamentali che nei paesi a capitalismo avanzato non sono alla portata dei lavoratori e delle classi popolari.
Per questo, il voto alle Nazioni Unite, anche se avrà uno scarso valore pratico per spingere gli USA a cancellare il bloqueo, è istruttivo per il resto del mondo e per tutti i lavoratori. È la dimostrazione che l’imperialismo non conosce regole, morale, principi, e che ogni volta che fa appello alla giustizia internazionale, la utilizza come mera copertura per i propri piani. Quante volte i paesi della Nato, Stati Uniti e paesi europei in testa, si sono arrogati il diritto di “far rispettare”risoluzioni delle Nazioni Unite con la forza, invadendo paesi e sovvertendone i governi? Questa doppia morale dell’imperialismo deve essere sempre ricordata, per non cadere in inganno.
Il Partito Comunista riafferma il proprio compromesso con gli ideali della rivoluzione socialista cubana, il supporto al PCC e alla resistenza del popolo cubano all’imperialismo; riafferma il proprio impegno concreto nella solidarietà internazionale con Cuba mediante azioni e informazione ad ogni livello del partito e della gioventù. Continueremo a lottare e esercitare la nostra pressione, contro il bloqueo e ogni misura imperialista che miri al sovvertimento del socialismo a Cuba, attaccando l’autodeterminazione del popolo cubano e il suo diritto al pieno sviluppo.
Le sanzioni ONU alla Corea del Nord sono un atto criminale di guerra economica
Le sanzioni ONU alla Corea del Nord hanno come unico obiettivo quello di colpire la popolazione coreana e lo sviluppo del paese. Sono un atto criminale, un vero e proprio atto di guerra economica, che vuole piegare la Corea socialista, privandola di qualsiasi rifornimento petrolifero e del commercio del settore tessile. Gli imperialisti sanno bene di non poter sconfiggere la Corea con una guerra aperta e attuano questa strategia che si ripercuoterà solamente sulla popolazione coreana. Si vuole vedere la Corea, paese che sta conoscendo in questi anni un forte avanzamento economico, e un miglioramento reale della vita dei propri cittadini, ridotta alla fame, prima di elettricità e impossibilitata a qualsiasi forma di commercio internazionale. Di fatto con le sanzioni di oggi si crea il blocco economico più forte e multilaterale che sia mai stato imposto ad un paese nel mondo.
Russia e Cina piegandosi alle pressioni americane hanno dimostrato ancora una volta di non svolgere alcuna funzione antimperialista, di volare insieme agli avvoltoi nordamericani sulla penisola coreana. Consentire un voto unanime del consiglio di sicurezza dell’ONU è un atto di una gravità inaudita, che non ha precedenti nella storia. L’URSS non avrebbe mai consentito un tale atto criminale.
Le sanzioni non c’entrano nulla con la ricerca della pace. I paesi responsabili di decine di conflitti negli ultimi anni, che hanno disseminato morte e distruzione per Africa, Medio Oriente e Sud America, non possono dare lezioni di pace a nessuno. Gli Stati Uniti, unica potenza ad aver utilizzato in conflitto l’arma nucleare non possono dettare condizioni di disarmo unilaterale.
La Corea del Nord ha più volte dichiarato di essere pronta a rinunciare al programma nucleare in cambio di una politica di disarmo a condizione di reciprocità. La Corea del Nord ha sottoscritto un trattato che la impegna a non utilizzare per prima le armi nucleari, ma solo in caso di attacco con armi atomiche, trattato mai sottoscritto dagli USA. Non sono i coreani ad aver introdotto per primi le armi nucleari nella penisola, ma l’esercito statunitense che da anni usa la Corea del Sud come piattaforma per i propri missili. L’unica via perseguibile per la pace resta il disarmo reciproco, opzione che è stata sempre e costantemente rifiutata dagli Stati Uniti, che rifiutano da anni persino di sottoscrivere un formale accordo di pace lasciando la situazione sulla penisola regolata da un semplice cessate il fuoco.
Ufficio Politico Partito Comunista