Il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) denuncia una grave offensiva anticomunista in Repubblica Ceca: il nuovo Codice Penale prevede fino a 10 anni di carcere per chi sostiene il movimento comunista. Appello alla solidarietà internazionale.

Il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) denuncia una grave offensiva anticomunista in Repubblica Ceca: il nuovo Codice Penale prevede fino a 10 anni di carcere per chi sostiene il movimento comunista. Appello alla solidarietà internazionale.
Per prima cosa permettetemi di portarvi il saluto di Alberto Lombardo, Segretario Generale del nostro Partito, e di ringraziarvi per averci invitato a questo importantissimo incontro.
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Il Fascismo non è un incidente della storia, ma il frutto avvelenato della degenerazione sistemica del capitalismo che, quando entra in crisi o si sente minacciato dai movimenti popolari e operai, reagisce con ferocia.
Ed è proprio così che risponde il capitalismo: utilizzando la violenza dei propri cani da guardia al servizio e a protezione delle élite finanziarie ed economiche.
Proprio come accadde in Italia dopo il biennio rosso (1919-1920), che, seguendo l’esempio della Rivoluzione bolscevica, cercò di scardinare la monarchia liberale del Paese. Come ci ha insegnato il nostro grande Maestro e fondatore del Partito Comunista d’Italia, Antonio Gramsci, in quel contesto la pavidità dei partiti operai furono incapaci di fermare la marea nera. Essi non avevano una corretta visione ideologica perché egemonizzati dalle correnti riformiste. Esse avevano paura dei settori più avanzati che poi nel gennaio del 1921 diedero vita al Partito Comunista d’Italia. Fu questa pavidità la causa della sconfitta e poi della distruzione dei movimenti operai in Italia, così come poi in Germania e in Austria.
Il fascismo è un pericolo sempre pronto a tornare per schiacciare prima di tutto i diritti dei lavoratori e delle masse. Lo vediamo di nuovo nei Paesi occidentali guidati dal neoliberismo, specialmente sotto l’egida della bandiera della fintamente democratica Unione Europea, ma non solo.
Sebbene sia mutato nelle forme, il fascismo sopravvive e continua a perpetrarsi ancora oggi soprattutto grazie al fatto che, negli ultimi 30 anni, gran parte del mondo occidentale ha perso ogni anticorpo per contrastare questo virus.
Questa deriva è nata oltre 40 anni fa, con la Thatcher nel Regno Unito e Reagan negli USA, ma continuato dai dirigenti delle finte sinistre – come Blair, Clinton e Obama – fino agli attuali governanti europei, in cui ogni confine tra i settori politici che si alternano al governo si è perso.
Basta vedere cosa è successo in Italia, con il lento ma costante smantellamento ideologico di quello che era il più grande partito comunista d’occidente, portato a una mutazione genetica che ha dato alla luce la caricatura di quello che era. Nasce così la pseudosinistra che per prima cosa ha disarmato politicamente e ideologicamente le classi popolari e infine si è trasformato in un partito – il Partito Democratico – di chiaro stampo neoliberista con lo scopo principale di difendere gli interessi delle élite finanziarie ed economiche. Proprio come accadde con il fascismo 100 anni fa: sono loro che si frappongono tra i padroni e le classi popolari, sono loro i primi alfieri della compressione dei diritti sociali, a tutto guadagno degli interessi privati.
E così che oggi gli eredi del fascismo storico arrivano al governo in Italia, sull’onda di una velenosa propaganda che ha predicato gli interessi della nazione, ma che poi si è acconciata ad accettare gli aspetti più antipopolari delle politiche nazionali e internazionali. Pensiamo alle pensioni, ai diritti dei lavoratori e allo stato sociale, all’interno, e al sostegno alla junta nazista in Ucraina e alle bellicose politiche dell’Unione Europea, all’estero. Oggi si propone come mediatore tra i due poli dell’imperialismo, USA e UE, in conflitto per l’irrisolvibile crisi che attanaglia il capitalismo. Ma continua a soggiogare gli interessi nazionali all’uno o all’altro. Non è con il lupo americano né con le faine europee che la nostra nazione può garantire i propri interessi. La classe politica di oggi, come al solito sotto il capitalismo, fa solo gli interessi dei grandi monopolisti e non del popolo lavoratore.
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Il fascismo non è solo repressione interna, ma è guerra ed espansione militare, conquista, distruzione e cancellazione di qualsiasi opposizione. L’Unione Europea è diventata nient’altro che un apparato tecnico e militare al servizio del capitale: Euro, Unione Europea e NATO non difendono la democrazia, bensì sono l’incarnazione della sua negazione.
L’Unione Europea si caratterizza per un anticomunismo che ha raggiunto toni parossistici che si sono manifestati negli anni con dichiarazioni abominevoli che hanno equiparato il fascismo al comunismo. E ciò viene portato sempre più nelle scuole e nelle piazze. Repressione ideologica e politica.
È stato fatto in Ucraina, sabotando ogni tentativo di risoluzione dei contrasti tra i popoli e favorendo i settori esplicitamente neonazisti.
Gli obiettivi sono manifesti.
Primo. Accerchiare e isolare la Russia. Ciò è fallito. I popoli del Donbass si sono ribellati prendendo le armi. Le sanzioni contro la Russia si sono ritorte contro l’Europa. La NATO è stata umiliata. La Russia, insieme alla Cina socialista e alle altre nazioni che vogliono uscire dal giogo imperialista e alla dittatura del dollaro, si uniscono in un fronte per la pace e la sovranità economica e politica. Oggi i settori del capitalismo si sbranano tra di loro. Dazi e controdazi scuotono i mercati.
Secondo. Militarizzare le società e aumentare a dismisura le spese militari, come via d’uscita dalla crisi. Ciò ha portato all’impoverimento dei popoli e all’arricchimento delle élite finanziarie. E, temiamo a breve, perfino alla guerra generalizzata in Europa e in Asia.
Nulla di nuovo per il capitalismo.
La volontà non è di costruire un’Europa dei Popoli, che potrà esistere solo col socialismo, ma cercare di perpetuare il sogno di distruggere la continuità storica tra il popolo ucraino e quello russo, che esiste da centinaia di anni prima della nascita della NATO o degli Stati Uniti d’America, e di distruggere la Russia.
Ci hanno provato i Teutoni, gli Svedesi, Napoleone, il Kaiser, Hitler e Mussolini, i Samurai.
Sotto a chi tocca!
Infine, compagni, permettetemi di dirvi che non so quando arriverà la Vittoria, ma so che, quando arriverà, voglio che ci sia anche il mio ed il nostro contributo, come quello dato dai compagni dell’Armata Rossa che a Stalingrado, con tutto il popolo sovietico, fermò proprio lì la macchina militare nazifascista. Da lì è iniziata la strada verso la Vittoria del 9 maggio 1945 e proprio per questo quel luogo deve tornare a chiamarsi Stalingrado non solo per pochi giorni l’anno, ma deve tornare ad esserlo sempre. Come simbolo eterno della resistenza antifascista e della dignità del popolo sovietico, di coloro che hanno sacrificato la loro vita non solo per la libertà del loro Paese, non solo per la libertà dell’Europa, ma per la libertà di tutto il mondo!
Slava Stalingrad! Vperëd k pobede! (Avanti verso la vittoria!)
La lotta contro il fascismo è il compito comune e urgente delle forze progressiste di tutto il mondo
Appello del II Forum Internazionale Antifascista
Mosca, 23 aprile 2025
Noi, partecipanti al II Forum antifascista di Mosca, riaffermiamo e sosteniamo il Manifesto per l’unità dei popoli del mondo “Salvaguardare l’umanità contro il fascismo”, adottato il 22 aprile 2023 a Minsk dal I Forum internazionale antifascista.
Il corso degli eventi ha indicato che la causa dell’aggressività imperialista nel mondo moderno è l’aggravarsi della crisi generale del capitalismo. Alla fine del XX secolo, la controrivoluzione in URSS e nei Paesi dell’Europa orientale ha indebolito temporaneamente il polo socialista del pianeta, liberando le mani delle forze reazionarie. In piena sintonia con la teoria leninista dell’imperialismo, gli Stati Uniti e gli altri predatori capitalisti stanno tentando di conquistare l’egemonia mondiale attraverso i metodi più odiosi, tra cui la promozione di regimi neofascisti.
In accordo con l’ideologia fascista di sottomissione dei popoli, i regimi imperialisti hanno macchiato la loro reputazione con aggressioni barbariche contro la Jugoslavia, l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e la Siria. Sostengono anche i sionisti israeliani, che hanno scatenato il massacro in Palestina, trasformato praticamente in un genocidio del popolo palestinese.
Minacciando una nuova guerra mondiale, l’imperialismo internazionale sta alimentando le tensioni in varie regioni del mondo e accendendo nuovi conflitti. I Paesi della NATO si sono posti l’obiettivo di demonizzare la Russia, sconfiggerla militarmente e smembrarla come l’Unione Sovietica. Per raggiungere questo scopo, è stata creata una testa di ponte aggressiva in Ucraina. Il banderovismo, una forma di nazismo che ha costituito la base della russofobia e della diffusione dell’ideologia fascista, è stato alimentato in Ucraina. Nel febbraio del 2022, la politica antirussa dell’esercito della NATO, guidato dagli Stati Uniti, coinvolgeva quasi 50 Paesi satelliti. Le risorse economiche, politiche e militari del capitale mondiale, compresi i mercenari di guerra, erano impegnate nell’attacco contro la Russia.
Occorre impedire l’ulteriore rafforzamento del regime neonazista di Kiev e il suo rifornimento di armi. Gli sgherri di Bandera e i loro mandanti in Occidente devono essere giustamente condannati, e il regime fascista di Kiev deve essere completamente liquidato.
Le motivazioni revansciste sono sempre più evidenti nell’ideologia e nella politica del blocco occidentale. Sono istigati dalle stesse forze che hanno subito una sconfitta per mano dell’Unione Sovietica e della sua Armata Rossa nel 1945. L’anticomunismo è uno dei principali segni della rinascita del fascismo in Ucraina, nei Paesi baltici e in altri Paesi occidentali. Questo è totalmente in linea con la pratica dei fascisti di Hitler, che crearono un patto anticomunista. Tutto ciò che sta accadendo nell’Unione Europea è essenzialmente un preludio alla creazione del Quarto Reich.
I popoli del mondo devono impedire qualsiasi tentativo di vendetta nazista. Chiediamo la rinuncia totale a tutte le forme di disinformazione nell’ideologia e nelle politiche degli Stati. La lotta contro il neonazismo è compito di tutte le persone di buon senso, coraggiose e dignitose del pianeta. Non può essere rimandata a dopo. Deve essere condotta qui e ora, con tutti i mezzi disponibili, e riunendo tutti gli alleati possibili!
Alla vigilia dell’80° anniversario della Grande Vittoria sul nazismo hitleriano e sul militarismo giapponese nella Seconda Guerra Mondiale, dichiariamo che la fine definitiva del fascismo e della minaccia di guerre mondiali può essere ottenuta solo ponendo fine all’imperialismo. Sosteniamo senza riserve la trasformazione della lotta contro il fascismo in lotta per il rinnovamento socialista di tutti i Paesi del pianeta.
La lotta contro il fascismo non può tollerare pause e armistizi!
Unitevi alle file dei combattenti contro il neofascismo, per il progresso sociale e il socialismo!
Non permetteremo che il mondo venga fatto saltare in aria!
¡No pasarán! Non passeranno!
Viva il fronte unito delle forze progressiste!
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In occasione dello scorso 8 Marzo, Il Segretario Generale Alberto Lombardo, ed il Responsabile Nazionale dell’Organizzazione, Matteo Di Cocco hanno incontrato avuto il piacere e l’onore di essere ricevuti dall’Ambasciatrice di Cuba in Italia, Mirta Granda Averhoff.
L’incontro è stato l’occasione per ribadire il totale sostegno del Partito Comunista alla causa Cubana, rafforzando ancora una volta i nostri rapporti di amicizia.
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Oggi 4 Marzo si è aperta a Pechino la prima giornata della settimana più importante della vita politica del paese: le Due Sessioni.
Durante questa settimana due assemblee si riuniscono in sessioni parallele per assolvere le funzioni più importanti del sistema democratico cinese.
Il Congresso Nazionale del Popolo, composto da circa 3000 Deputati del Popolo, è il massimo organo legislativo del paese. Si riunisce per valutare il lavoro del governo, per valutare il raggiungimento degli obiettivi fissati nell’Assemblea annuale precedente, proporre e deliberare il bilancio nazionale e quelli locali, monitorare le crescita economica, sociale ed ambientale e, quando terminano i mandati, eleggere le massime cariche dello Stato.
Il Comitato Consultivo Politico del Popolo Cinese è un’assemblea consultiva, formata da rappresentanti del mondo degli affari, rappresentanti locali, rappresentanti delle etnie e rappresentanti dei corpi sociali. Questa assemblea si confronta direttamente con il governo, con la presidenza e con gli altri organi politici per fare richieste, proposte e valutazioni sull’avanzamento dei progetti inaugurati nell’anno precedente.
Quest’anno in particolare la Terza Sessione del 14° Congresso nazionale del popolo è chiamata a fare il bilancio sul 14° piano quinquennale, che si chiuderà a fine 2025, e preparerà il prossimo che sarà inaugurato nelle Due Sessioni del 2026.
Il Partito Comunista si unisce a tutti i leader del mondo multipolare, a tutti gli operatori economici e a tutti i popoli del mondo nell’augurare ai Deputati del Popolo ed ai membri della Grande Assemblea Consultiva un proficuo lavoro. Siamo certi che, come ribadito dai rispettivi portavoce, il lavoro delle due assemblee ha un ruolo fondamentale nell’economia, nel progresso tecnologico e sociale di gran parte del mondo, ed un ruolo centrale nella costruzione della pace e di un’umanità dal futuro condiviso.
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Ricorreva ieri, l’anniversario di fondazione della Terza Internazionale Comunista.
FUTURA UMANITÀ
Il 2 marzo 1919 veniva fondata a Mosca l’Internazionale Comunista.
Nel marzo 1919 molti rappresentanti di numerosi partiti socialisti e dei partiti comunisti già costituiti si ritrovano a Mosca sotto invito di Lenin, dove sull’onda dell’entusiasmo per le spinte rivoluzionarie che sembrano percorrere quasi tutti i paesi europei, i bolscevichi riescono a costituire, di fatto, la fondazione della Internazionale comunista.
Dopo il fallimento della Seconda Internazionale, Lenin insieme al partito Bolscevico, riuscì nell’intento di costituire la Terza Internazionale Comunista dandogli un carattere più rivoluzionario e comunista. L’intento principale e fondamentale fu quella di garantire al proletariato di tutto il mondo la liberazione dall’oppressione del capitalismo.
Il congresso di fondazione della Terza Internazionale si riunì a Mosca fra il 2 e il 6 marzo 1919. I delegati con diritto di voto erano 35 e rappresentavano 19 partiti o organizzazioni comuniste, oltre a questi vi erano, come osservatori, altri 19 delegati in rappresentanza di 16 organizzazioni. In quei giorni furono date le disposizioni per organizzare, consolidare, ampliare e collegare il lavoro rivoluzionario fra il proletariato europeo.
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Terzo incontro multilaterale dei Partiti Comunisti – Parigi
Sabato 22 febbraio si è tenuto a Parigi il terzo incontro multilaterale dei seguenti partiti comunisti europei: Partito Comunista Tedesco, Partito dei Lavoratori Ungherese, Partito Comunista dei Popoli di Spagna, Partito Comunista (Italia), Partito Comunista (Svizzera), Partito Comunista Danese, Partito Comunista della Federazione Russa e la Polo di Rinascita Comunista in Francia, che ha ospitato l’incontro.
Le discussioni si sono concentrate sulla situazione in Europa e nel mondo, sulla questione della pace in Ucraina e sui cambiamenti successivi all’investitura dell’amministrazione Trump alla guida dell’imperialismo statunitense. Diversi partiti partecipanti hanno presentato proposte di azione che saranno rese pubbliche a breve. Allo stesso modo, i partiti membri hanno concordato di regolarizzare questo tipo di incontri due volte l’anno e hanno concesso un prossimo incontro faccia a faccia nel corso dell’anno, in una data che sarà annunciata nelle prossime settimane.
Parigi, 22 febbraio 2025
LE AQUILE OGNI TANTO POSSONO RAZZOLARE COME LE GALLINE
MA LE GALLINE NON POTRANNO MAI VOLARE ALLE ALTITUDINI DELLE AQUILE
A distanza di tre anni dall’inizio dell’operazione militare speciale e a undici dell’inizio della guerra scatenata dal golpe neonazista in Ucraina, possiamo dire che l’Occidente Collettivo ha sbattuto duro, anzi forse la sua crisi irreversibile si avvia ad avvitarsi nella fase autodistrutiva in cui chi sta ancora sulla zattera bastona coloro che stanno per annegare (ieri le nazioni forti europee contro le deboli, oggi gli USA contro tutta l’UE). Tre anni fa abbiamo detto “questa è la guerra degli USA contro la Germania e tutta l’Europa”. Oggi questo è un fatto incontestabile. La fase cannibalistica del capitalismo occidentale è in corso.
Cominciamo dalle galline. Non ce ne vogliano questi pacifici volatili, presi a emblema di stupidità, per l’ignominioso paragone che facciamo: i governanti europei. Hanno creduto che c’era posto anche per loro al banchetto ucraino (come fu l’altra volta con i paesi ex socialisti), hanno speso un sacco di soldi, hanno indebolito le già carenti difese militari che hanno eretto solo per compiacere il padrone d’oltreoceano e i propri mercanti d’armi con robaccia che vola e spara solo sotto il comando del capo (senza controllo satellitare e software proprietario sono solo ferri da stiro [1]). Ora sono rimasti col cerino in mano a pagare il conto. La coazione a ripetere gli errori (più come le mosche che le galline) li porta a persistere e aggravare la situazione in cui versano i popoli europei. Solo un ministro per caso come Pichetto Fratin si poteva far sfuggire l’ovvietà che mo’ dobbiamo riaprire i gasdotti con la Russia. Un cane in chiesa!
Il bullo, che tratta in diplomazia con l’arroganza degli affaristi, il novello Re Mida sudafricano, che trasforma in veleno tutto quello che tocca, credono di poter salvare il capitalismo statunitense a furia di minacce e lusinghe? Funzionerà con le galline europee, ma sia la Resistenza palestinese che la Russia [2] hanno già fatto capire che con loro non attacca.
E veniamo alle aquile.
In Germania il partito socialdemocratico, che ha preso la legnata elettorale più fragorosa della sua storia, resterà al governo, mentre chi ha preso quasi 2,5 milioni di voti, tra cui mezzo milione di ex non votanti, fermandosi al 4,97%, per 13.400 voti non entra neanche in Parlamento. I sondaggi preelettorali hanno orientato il voto in modo sfacciato. Non ci meraviglieremmo se uscissero scandali su forti manipolazioni per queste elezioni. Ma le dittature e gli autocrati sono gli altri.
Sahra Wagenknecht ha fatto errori. In Turingia non doveva cedere all’alleanza coi partiti bellicisti accontentandosi di una inutile dichiarazione di intenti pacifisti. Ha fatto bene a non allearsi con i sionisti filo-padronali filo-atlantisti di AfD, ma poi è arrivata a votare il pacchetto anti-migranti Cdu-Afd. Sebbene la sua ricetta rispetto al problema dell’immigrazione parta da un’analisi corretta, la sua soluzione non riesce a scappare dalla dicotomia tra giusta difesa delle condizioni di lavoro e doverosa accoglienza, come si può e si deve fare.
Il lettore ci scuserà se ci permettiamo di usare le parole di Lenin e accostare un’eroina della lotta antifascista come Rosa alla Sahra odierna. Tuttavia la battaglia per la liberazione dei popoli europei è iniziata e da qui si deve partire, anche con tutto il carico di errori.
[1] https://scenarieconomici.it/kill-switch-e-vero-che-il-caccia-f-35-puo-essere-spento-dagli-usa/
[2] “Siamo pronti a negoziare sia con Kiev sia con l’Europa, con chiunque in buona fede voglia contribuire a raggiungere la pace, ma interromperemo le azioni militari solo quando questi negoziati daranno un risultato fermo e sostenibile che soddisfi la Federazione Russa”. Così da Ankara il ministro degli Esteri russo Lavrov, il quale ha anche aggiunto: per arrivare a un accordo, è necessaria una clausola “ferrea” che garantisca che Kiev non entrerà nella Nato. Poi: Mosca continuerà contatti con Usa, “emersa opportunità di dialogo normale”
Nella conversazione telefonica odierna, i presidenti russo Vladimir Putin e cinese Xi Jinping hanno confermato che le relazioni tra i due Paesi “rappresentano il fattore di stabilizzazione più importante negli affari mondiali”. Lo riferisce il Cremlino, rendendo noto che Putin ha informato Xi del risultato dei colloqui con gli Usa. La cooperazione tra Mosca e Pechino, aggiunge l’ufficio di presidenza russo, è “strategica, non è soggetta a influenze esterne e non è rivolta contro nessuno”. (ANSA)
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In un contesto di crescente destabilizzazione del Sahel, guidata dalle politiche neocoloniali dell’Occidente, i popoli del Mali, Burkina Faso e Niger hanno compiuto un passo storico. Con la creazione dell’“Alliance of Sahel States” (AES), questi paesi impongono la loro volontà di rompere le catene dell’imperialismo e costruire un futuro fondato sulla sovranità nazionale e cooperazione alla pari tra le nazioni.
L’AES non è solo un’alleanza militare ma un progetto politico che incarna la resistenza contro l’imperialismo occidentale. La cacciata delle truppe francesi e la lotta al fondamentalismo islamico rappresentano un gigante passo verso il multipolarismo, di autodeterminazione popolare, liberi dal giogo occidentale.
Scandaloso il coinvolgimento dell’Ucraina, appoggiata dai suoi alleati NATO, nel sostegno a gruppi fondamentalisti islamici. Questo è il volto ipocrita di chi si professa paladino della democrazia mentre finanzia il terrorismo per i propri interessi.
Come marxisti-leninisti, sosteniamo ogni iniziativa che mira a smantellare il dominio imperialista e a promuovere la cooperazione tra nazioni alla pari.
Fuori le forze imperialiste dal Sahel, l’Africa agli africani!
#Sahel #Africa #antimperialismo #libertà #multipolarismo #multipolare #alleanza #cooperazione
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Don Giovanni e i leporelli – Il Punto del Segretario Generale Alberto Lombardo
In diplomazia ci sono dei giochi che si tengono sopra il tavolo, ossia alla luce del sole, e giochi che invece passano sotto il tavolo. Per scoprire cosa c’è sotto il tavolo bisogna rifarsi ai veri interessi dei giocatori e poi capire perché sopra il tavolo hanno scoperto quelle carte.
La prolusione a Marsiglia di Mattarella è un classico esempio di questo doppio binario.
Indaghiamo sul quadro generale degli interessi in gioco e come si sono mossi gli attori finora.
Quando è iniziata la crisi in Ucraina, tre anni fa, abbiamo subito detto che questa non è la guerra della Russia contro l’Ucraina, ma degli USA contro l’Unione Europea e contro la Germania in particolare. Killer locali: Gran Bretagna, Polonia e nazioncelle baltiche, nonché i quisling europei che sono di stanza a Bruxelles. L’interesse era quello di distaccare il blocco produttivo europeo da quello energetico russo, indebolire l’Europa e poi cibarsi cannibalescamente della sua economia.
La Russia è stata costretta a stare al gioco, anche se ha tentato dal 2014 al 2022 di sottrarsi. L’UE ci è cascata attratta dalle promesse di praterie da conquistare, come accadde coi territori dell’ex URSS. La preparazione militare ed economica della Russia ha fatto sì che hanno retto la botta ed ora possono dire di stare uscendo quasi indenni dal pericolo. L’UE no. Ora gli USA passano all’incasso, il cambio di presidenza a Washington rappresenta questo. “Noi ci pigliamo le terre ucraine e voi, se volete, continuate la guerra, anzi dovete pensare a riarmarvi. Nel frattempo regoliamo i conti anche con voi coi dazi.” Siamo rimasti col cerino in mano.
Primo. Il contrasto strategico con la Russia si è tutt’altro che appianato.
E non poteva essere diversamente, visti i secolari conflitti di interessi.
Si è spostato dall’Ucraina, che si rivela un fronte secondario che doveva servire solo ad assaggiare la resistenza russa, a cose molto più importanti, come l’Artico e le sue nuove rotte commerciali che si apriranno. Gli USA tenteranno di chiudere quella porta a Russia e soprattutto Cina.
Le provocazioni della NATO nel Baltico cominciano a salire di livello e a questo serviva l’ingresso di Svezia e Finlandia. Nel frattempo si strattonano Canada e Danimarca che subito si apprestano a piegarsi ai diktat di aumentare le spese militari per proteggere il fianco nord. Il dinamismo statunitense in Palestina è il secondo braccio della tenaglia ancora una volta rivolto ai cosiddetti alleati, in particolare arabi e alla Turchia.
Secondo. Cosa potrebbe fare l’UE, ma non vuole? Rispondere a muso duro.
“La guerra l’hai fatta tu ora noi ci dissociamo, i dazi te li ribaltiamo e anzi riprendiamo il gas dalla Russia, tanto tutti capiscono che certo non ci possono né vogliono invadere. Ci dispiace per i soldi persi in Ucraina, ma senza di noi anche tu non vai da nessuna parte”. Perché questa risposta è impossibile? Intanto perché dovrebbe andare a casa tutta la ciurma bellicista che finora proprio gli USA aveva messo in piedi. Inoltre i legami e i ricatti anche personali che gli USA sono in grado di esercitare schianterebbero chiunque. Chi è appassionato d’opera ricorderà Don Giovanni che accusa il suo servo Leporello delle malefatte che invece aveva compiuto lui e questi balbetta non potendo accusare il padrone, ma non volendo condannarsi da solo.
Esposto il quadro generale e capito cosa c’è sotto il tavolo, torniamo alla diplomazia. L’ultimo uomo politico degno di questo nome che ha l’UE, dopo la estromissione della Merkel, è Mattarella. Nato e cresciuto negli ambienti atlantici. È l’unico rappresentante europeo che va in Cina e non viene preso a pesci in faccia, dove ha parlato di multilateralismo e dei Due Stati in Palestina.
Cosa cerca di fare sopra il tavolo? Rabberciare la tela strappata.
Tenta di ricordare agli americani che l’altra volta nel 1929 non gli andò molto bene
«Si trattò, per gli Usa, del cedimento alla tentazione dell’isolazionismo.»
State attenti che non vi potete mettere contro tutti. La politica internazionale non si può trattare come si trattano gli affari di una multinazionale.
«Cooperazione e non competizione. Fraternità laddove regimi e governi avevano voluto seminare odio.»
L’onda sta cambiando. Il vento non è mai sempre favorevole.
«L’utopia di un mondo “unipolare” si è consumata nel tempo di poco più di un ventennio.»
Ricordatevi che quando si unirono i “non allineati” cominciò la fine del colonialismo
«Il gruppo dei “BRICS”, quasi revival riveduto del gruppo dei Paesi “non allineati” – allora, peraltro, davvero tali – che prese avvio con la Conferenza di Bandung, in Indonesia, nel 1955.»
Addirittura si punta il dito, con una chiarezza inusitata, contro i …
«… neo-feudatari del Terzo millennio – novelli corsari a cui attribuire patenti – che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche.»
Insomma, si parla alla suocera per farla sentire alla nuora.
Per quanto sensate però queste parole sono gettate in un campo dove non germoglieranno. E ciò perché non è la ragionevolezza a governare il mondo ma gli interessi
Dopo di che si rivolge ai leporelli europei.
«L’Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui altri esercitino la loro influenza, o, invece, divenire soggetto di politica internazionale, nell’affermazione dei valori della propria civiltà?
Può accettare di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie?
Con, al massimo, la prospettiva di un “vassallaggio felice”.
Bisogna scegliere: essere “protetti” oppure essere “protagonisti”?»
Presidente, come vede, il Suo invito a leggere con attenzione il Suo discorso lo abbiamo raccolto, ma, con tutto il rispetto, non Le sembra un po’ tardi? Forse ci dovevamo pensare qualche decennio fa. Quando l’Italia si fece Leporello degli Stati Uniti. Anche allora, ricorda, si paventava l’arrivo dei cosacchi che abbeveravano i cavalli a Piazza San Pietro. E con questa minaccia ci siamo beccati le basi militari, le stragi di stato, le cariche della polizia. Fino a oggi, con la distruzione dei diritti e del livello di vita dei lavoratori e la guerra alle porte. Tutto per seguire il Don Giovanni a stelle-e-strisce che oggi non si fa remore di farci prenderci tutti a schiaffi in faccia da un ragazzone maleducato dell’Ohio.
Ma i leporelli non meritano altro, che essere presi a schiaffoni dai propri padroni.
E poi, davvero, che bisogno c’era di fare professione di atlantismo, proprio Lei, insultando così la Russia? Forse per non far apparire sul tavolo quello che c’è sotto il tavolo?
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Come si può vedere sul loro sito, Open è felice di segnalarci che è membro dell’IFCN, ovvero dell’International Fact Checking Network.
Cosa fa l’IFCN? “ Fornisce risorse, monitora le tendenze e promuove gli standard di base per le organizzazioni di fact-checking attraverso il suo codice di condotta. Molte di queste organizzazioni lavorano nei Paesi del programma USAID”
E Come lo fa con e diverse organizzazioni? “ Concordare politiche sul silenzio strategico “ .
Proprio come fatto da spesso e da OPEN, smentendo immediatamente tutto ciò che è contro la NATO e gli USA mentre in caso di palese impossibilità di difesa della propria posizione … meglio una ritirata strategica e restare in silenzio. Vi ricorda qualcosa?
Andando avanti, nello spulciare i documenti scopriamo che l’IFCN ha ricevuto finanziamenti dal Dipartimento di Stato USA, National Endowment for Democracy, Open Society Foundations. Supportando i fact-chekers attraverso attività di networking e collaborazione …
Ed è proprio USAID a dirci che molti membri di IFCN ricevono finanziamenti da loro, ma non tutti. Forse OPEN, il giornale online fondato da Enrico Mentana è tra questi?
E se non dovesse ricevere finanziamenti, che tipo di supporto e di rapporti ha OPEN con l’IFCN? Qualcuno avrà la dignità di risponderci?
Quando parliamo di mainstream che controlla l’informazione ed il dibattito libero in Italia (e non solo), parliamo esattamente di questo.
Benché nel tempo alcuni di questi attori della comunicazione occidentale non siano stati abbastanza bravi da non dimostrarsi palesemente di parte o venduti, è sempre bene trovare le prove per smascherarli anche agli occhi dei più scettici, altrimenti non riusciremo mai a rompere la bolla informativa in cui vogliono tenerci.
Ringraziamo gli amici del Comitato Donbass Antinazista per aver dato questa notizia per primi potete trovarli su Comitato Donbass Antinazista link Telegram https://t.me/ComitatoDonbass/
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