Il Segretario Generale, Alberto Lombardo, interpretando il sincero sentimento del Comitato Centrale e di tutto il Partito Comunista, esprime le più sentite condoglianze ai compagni del Partito Comunista del Vietnam per la scomparsa del Segretario Generale Nguyen Phu Trong, che ha dedicato tutta la sua vita alla costruzione di un mondo di Pace, Giustizia e Socialismo.
CADE LA MASCHERA. NESSUNA OPPOSIZIONE ALL’OCCUPAZIONE
La Knesset, il Parlamento israeliano, ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che respinge la nascita di uno Stato palestinese:
“Uno Stato palestinese nel cuore di Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione”
Non si può nascondere che questa risoluzione fotografa la cruda realtà. Chiunque in Israele, di destra o di “sinistra”, si rende conto che, in caso si creasse un vero Stato sovrano palestinese, la destabilizzazione di Israele si creerebbe, ma non già per cause esterne, ma perché dovrebbero rientrare nel territorio assegnato allo stato ebraico 800mila coloni armati fino ai denti, che oggi si trovano su territori che svariate risoluzioni ONU riconoscono come occupate illegalmente da essi. Ciò provocherebbe un acuto stato di instabilità in Israele e la probabile guerra civile.
L’espansionismo e il colonialismo sionista non è riformabile o contenibile se non a spese della sua natura. Il vero progetto, mai nascosto, è: “Dal Fiume al Fiume”, che sarebbero il Nilo e l’Eufrate. Consigliamo il lettore di rinfrescarsi la memoria geografica con una bella consultazione su un atlante. Il titolo di proprietà vantato, a loro dire, sta nella Bibbia.
Non sappiamo se sia ingenuità o ipocrisia quella di tanti personaggi politici italiani che si prodigano a sostenere la soluzione dei “Due Popoli, Due Stati”. Non si capisce se confidano nel fatto che i Palestinesi continueranno a essere presi in giro, dal momento che questa aspirazione non si potrà mai verificare pacificamente e rappresenterebbe la fine dello Stato di Israele come stato ebraico, smascherando definitivamente la sua natura colonialista, segregazionista e razzista.
[1] Knesset vota risoluzione contro nascita Stato palestinese – Ultima ora – Ansa.itIl Comitato Centrale esprime la propria solidarietà con la resistenza del popolo palestinese
Il CC riunito a Roma il 6 luglio esprime la propria solidarietà con la resistenza del popolo palestinese che soffre per un’occupazione coloniale fin dal 1948, occupazione che si aggrava di giorno in giorno a causa della politica sionista sostenuta dell’imperialismo a guida USA.
Condanna il genocidio programmato in corso a Gaza. Condanna la velenosa propaganda sionista che imperversa nel nostro Paese e il doppiopesismo dei governi che si sono succeduti negli anni. Condanna la falsa opposizione di quei gruppi politici grandi e piccoli che non si smarcano da una posizione “mediana” tra carnefici e vittime.
Il Partito Comunista starà sempre a fianco dei popoli oppressi.
El CC reunido en Roma el 6 de julio expresa su solidaridad con la resistencia del pueblo palestino que sufre una ocupación colonial desde 1948, ocupación que se agrava día a día debido a la política sionista apoyada por el imperialismo dirigido por Estados Unidos.
Condena el genocidio planificado en Gaza. Condena la venenosa propaganda sionista que hace estragos en nuestro país y el doble rasero de los sucesivos gobiernos a lo largo de los años. Condena la falsa oposición de aquellos grupos políticos grandes y pequeños que no se distancian de una posición “intermedia” entre verdugos y víctimas.
El Partido Comunista siempre estará al lado de los pueblos oprimidos.
The CC meeting in Rome on 6 July expresses its solidarity with the resistance of the Palestinian people who have been suffering under a colonial occupation since 1948, an occupation that is worsening day by day due to the Zionist policy supported by US-led imperialism.
It condemns the ongoing planned genocide in Gaza. It condemns the poisonous Zionist propaganda raging in our country and the double standards of successive governments over the years. It condemns the false opposition of those political groups large and small that do not distance themselves from a ‘middle’ position between executioners and victims.
The Communist Party will always stand by the oppressed peoples.
FRANCIA: LE ILLUSIONI PARLAMENTARI E LA DURA REALTÀPiù che i…
da Partito Comunista https://ift.tt/6K9PX1b
FRANCIA: LE ILLUSIONI PARLAMENTARI E LA DURA REALTÀ
Più che i risultati delle elezioni francesi, conta come si sia arrivati a questo risultato. Il peggiore esponente delle élite globaliste occidentali imperialista e filosionista ha contrattato senza alcuna contropartita l’accordo elettorale col sedicente Fronte Popolare. Questo, sebbene articolato secondo diverse sfumature, gliel’ha concesso, garantendogli la sopravvivenza politica e comunque, come era prevedibile, consentendogli di essere ora l’ago della bilancia per la futura governabilità. Siamo sicuri che questa si troverà ancora una volta a scapito degli interessi delle masse popolari sfruttate che sono state prese in giro, dopo che dall’altra parte è stata agitata una forza antipopolare e islamofoba che non poteva che non catalizzare l’avversione di coloro che soffrono di più nella società francese.
Il “centro” ossia la maggioranza presidenziale diventa il secondo gruppo con 163 deputati. Non è stato asfaltato come previsto, grazie alla desistenza, marchio d’infamia di cui il “Fronte Popolare” porterà eterna responsabilità. Questo ottiene in seggi: 75 la France Insoumise, 65 il Partito Socialista, 34 Verdi e 9 Partito Comunista Francese.
Possiamo immaginare che i seggi di Macron e altri di centro più i pezzi del Fronte della sedicente “sinistra moderata”, basteranno ad arrivare alla fine a formare un governo. Ancora peggio sarà, se i voti di Mélenchon dovessero risultare indispensabili; ciò condannerebbe questa formazione a ingoiare di tutto pur di “governare”, o meglio di far finta di governare. Ciò non può che richiamarci alla mente i governi in Italia a cui gli ultimi rappresentanti eletti sotto la falce e martello diedero il voto – il Prodi 1 e ancora peggio il Prodi 2 – che segnarono l’inizio della fine di quelle formazioni.
L’unica cosa che disturba gli imperialisti francesi è una posizione, peraltro contraddittoria e vacillante, di France insumise che reclama il riconoscimento dello Stato di Palestina, ma poi su tutto il resto, a cominciare dal sostegno al regime neonazista ucraino, sono tutti d’accordo, pur garantendosi sfumature diverse. Nell’intervista di domenica su La Stampa, Manuel Valls – già primo ministro socialista sotto la presidenza Hollande, poi uscito dal Ps e avvicinatosi alle posizioni di Emmanuel Macron, prima di tentare l’elezione (fallita) a sindaco di Barcellona, in virtù della sua doppia cittadinanza – che dice: «Dai Repubblicani [la destra gollista, ndr.] fino ai comunisti. Sono capaci di mettersi d’accordo non dico su tutto un programma, ma su qualche argomento che sia all’altezza delle aspettative dei francesi?». [domanda:] «Esclude da questo tavolo La France insoumise di Mélenchon?» [risposta:] «Non escludo nessuno, non spetta a me. Ma in effetti sì, penso che una coalizione di progetti, o un accordo di maggioranza, sia possibile dai Repubblicani ai comunisti. Non si combatte l’estrema destra alleandosi con un partito che ha contribuito a seminare odio contro gli ebrei e Israele».
La situazione in Francia quindi ora è ancora peggiore di prima delle elezioni.
Primo, la “minaccia” della destra può ancora essere usata validamente per aggregare sotto le bandiere dell’imperialismo il cosiddetto popolo di sinistra; se fosse andata al governo la Le Pen, la consistenza di questa minaccia e il “sovranismo” di questa formazione si sarebbe sgonfiata come avvenuto in Italia con l’avvento del governo Meloni.
Secondo, la “sinistra” sarà costretta a coabitare con centro e subire e appoggiare le peggiori politiche antipopolari.
Terzo, le masse popolari saranno colte da una cocente disillusione e non potranno che radicalizzare l’avversione per il potere, ma dall’altro lato, la sconfitta dei gilet gialli, presi più per stanchezza che sconfitti frontalmente, peserà ancora per molto tempo.
Le facce soddisfatte dei burocrati di Bruxelles, servi degli Stati Uniti che governano l’Europa, parlano chiaro.
IL KKE SCIOGLIE D’IMPERIO L’INIZIATIVA DEI PARTITI COMUNISTI OPERAI ED EUROPEI
Come pubblicato sul sito del nostro Partito [1], il 31 agosto insieme al Partito Operaio Ungherese abbiamo abbandonato l’Iniziativa.
La decisione, come chiarito dalla lettera, è stata dettata dal fatto che la gestione dei dissidi ideologici e politici tra i partiti aderenti è stata gestita in modo verticistico. Non c’è stato spazio per un vero dibattito, le nostre proposte anche di minimi aggiustamenti nei comunicati sono state sempre respinte. Il colmo si è raggiunto quando è stata convocata per il 9 settembre una riunione plenaria telematica in cui ad ogni partito si concedevano solo 10 minuti. Persino la nostra richiesta di inviare un documento scritto è stata ignorata. D’altro lato il KKE ha organizzato negli ultimi tempi legittimi incontri bilaterali e multilaterali con partiti con cui hanno sintonia e non con quelli con cui c’era veramente da discutere, come il nostro. L’Iniziativa si era ridotta a formulare liturgici e sterili comunicati, neanche condivisi, per le ricorrenze.
Seguendo il comportamento di grandi e rispettati partiti comunisti, come quello cubano e portoghese, ci siamo astenuti dell’elevare il tono della polemica pubblica e a questa linea ci atterremo.
I compagni francesi hanno partecipato alla riunione del 9 settembre e dal loro resoconto [2] si può evincere a quale punto sia arrivato il comportamento verticistico tenuto dalla direzione della sezione internazionale del KKE. Dopo una introduzione e un giro di interventi dei vari partiti, è stata comunicata da parte del rappresentante del KKE la decisione di sciogliere l’Iniziativa. La sorpresa è stata grossa per tutti e chiedevano di intervenire per opporsi. Opportunità negata dalla segreteria “tecnica”. Persino la chat è stata disattivata impedendo ai partiti di esprimere il loro dissenso.
Al contrario, il resoconto emesso dal KKE [3] non tiene conto del reale andamento della discussione.
Come il partito è stato informato puntualmente, il prestigio e l’attenzione di cui godiamo a livello internazionale, sia nei partiti più grandi, che anche nei più piccoli, è in costante crescita.
Le posizioni politiche ben basate ideologicamente, equilibrate e responsabili che il nostro partito esprime e porta all’esterno – anche grazie all’opera instancabile del Segretariato Generale, già da tempo Responsabile Esteri, c. Alberto Lombardo – sono conosciute e apprezzate sempre di più. La prossima occasione della riunione plenaria dell’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai che si terrà a Smirne dal 18 al 22 ottobre sarà una preziosa occasione per aumentare ancora la proiezione del nostro partito in questa direzione.
La coraggiosa ed efficace azione politica che il nostro partito conduce nel nostro paese, le iniziative contro la guerra e per la difesa dei lavoratori e dei ceti popolari, la politica di aggregazione e di alleanze che stiamo sviluppando è guardata con rispetto, attenzione, approvazione e talvolta anche presa ad esempio.
Tutto ciò ci deve stimolare a intensificare l’opera del partito all’estero, nel paese e anche al proprio interno per assimilare a tutti i livelli la linea di massa che abbiamo intrapreso nel IV Congresso.
Si dà indicazione a tutti i compagni di spiegare bene all’interno e all’esterno del partito i concetti qui sviluppati. In particolare
1. Evitare polemiche coi partiti stranieri, anche nei siti social personali. La forza della nostra linea viene indebolita dalla rissa politica e l’ultima cosa che dobbiamo fare è dare il destro a linee errate e pericolose di ammantarsi da vittime e fare appello al giusto spirito di difesa del proprio partito. La critica ideologica va portata sui fatti reali e non sulla contrapposizione personale. A chiunque ribatte che lo stile di Lenin era diverso, non si può che rispondere che credere di avere la capacità e il prestigio del nostro immortale Maestro è indice di totale arroganza e insipienza umana prima che politica.
2. L’attività che il nostro partito sta indefessamente sviluppando dentro la coalizione, grazie alla sapiente abnegazione di tanti compagni a cominciare dal nostro Presidente Onorario, c. Marco Rizzo, ci fa guadagnare ogni giorno considerazione, attenzione, EGEMONIA politica dentro quegli strati della società che da comunisti dobbiamo conquistare perché al momento non sono nostri, ma che stiamo penetrando ogni giorno di più. Tutti i compagni devono svolgere la funzione dei capitani di gramsciana memoria, consci che rafforzare la coalizione significa e deve significare rafforzare il partito che è stato, è e resterà sempre lo strumento fondamentale per l’emancipazione delle classi oppresse.
- [1] https://ilpartitocomunista.it/eci-withdrawal-2023/
- [2] https://www.initiative-communiste.fr/articles/europe-capital/nous-refusons-la-dissolution-unilaterale-de-linitiative-des-partis-communistes-et-ouvriers-appel-a-la-reconstruction/ [3] https://www.resistenze.org/sito/os/ep/osepni11-026479.html
ECI withdrawal 2023
August 31, 2023
Dear comrades,
To the Parties of the Initiative of Communist and Workers’ Parties
with this letter, the signatory parties communicate their withdrawal from the Initiative of Communist and Workers’ Parties (INITIATIVE).
This decision does not come suddenly.
The political events that are shocking the world have led to a difference of opinion between the parties. This divergence could have been managed in a more effective way.
We underlined many times that we need forms and methods of international cooperation based on equality, mutual respect, and confidence.
We expressed our conviction that the technology of international coordination, the methods of our international contacts have very immense importance. If we change our methods, we can make a great contribution to the strengthening our parties.
Instead, unfortunately, it was not possible to find suitable places for bilateral or multilateral ideological and political debate that could involve all the participants in order to start a frank and collective discussion, nor methods of mediation between the different points of view.
– The signatory parties to this declaration have tried in the past to suggest even small changes in the joint declarations, but these were flatly rejected not after a collective decision, but by authority of the “technical secretariat.”
The Hungarian Workers’ Party has left the Technical Secretariat as a protest against the negative tendencies.
– Recently the Communist Party (Italy), still part of the Secretariat, was prompted to draft a joint communiqué, it was once again rejected by the “technical secretariat” without any collective debate and with the justification that “the theme had already been dealt with” and therefore the party was relieved of the drafting of that communiqué
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– Finally, the telematic meeting is convened for September 9. The Communist Party (Italy) responded positively, however complaining about the limited time allowed (10 minutes each) and asking that each party could at least submit a theoretical document in which their positions could be shared with the other participating members. This request has not even been answered. If the place where you can develop a collective debate is limited to 10 minutes each, it means that it is not a theoretical debate that you want to develop but only a pronouncement in favour or against something or someone.
Furthermore, we complain that the Initiative’s activity is limited to the drafting of often liturgical documents, on the recurrences of characteristic events, but it is not a place for collective discussion and elaboration.
We have seen that some parties hold multilateral meetings, and we are pleased with this, but we have been excluded from the debate, which instead needed to be particularly strengthened precisely among the parties that present the greatest political divergence.
All this testifies that the desire of the direction given to the Initiative was not to start a frank and fraternal debate, but to isolate the dissenters.
At this point we consider our experience exhausted.
Communist Party (Italy)
Hungarian Workers’ Party