«La gestione commissariale di Alitalia non sta fornendo alcuna garanzia sul futuro dei lavoratori, in particolare del personale di terra della compagnia. A rischio sono ancora una volta migliaia di posti di lavoro, condizioni salariali e diritti che andranno perduti in nome del mercato» Così Alessandro Mustillo, segretario romano del Partito Comunista, esprimendo solidarietà ai lavoratori dell’aeroporto di Fiumicino, oggi in assemblea. «La vittoria del no al referendum è stato un passo importante e non scontato. La risposta del governo è ovviamente quella di punire i lavoratori, perché questo è ciò che chiedono i grandi gruppi finanziari e industriali del Paese. La liquidazione della compagnia e il suo smembramento sembrano oggi l’unico scenario che viene preso in considerazione dal governo. Si tratta di una soluzione inaccettabile per i lavoratori e per tutto il Paese. Una situazione del genere comporterebbe la cessione di interi rami d’azienda, con i lavoratori lasciati ad appalti, cooperative, società esterne. Conosciamo già i risultati di questa ricetta e li rifiutiamo. Mentre si garantiscono prestiti milionari e si evita il fallimento di intere banche regalandole a banche più grandi, il governo ostinatamente rifiuta di prendere in considerazione l’unica ipotesi praticabile e risolutiva: la nazionalizzazione di Alitalia. C’è un’alternativa alle svendite ai privati e ai prestiti a fondo perduto: il controllo statale. Questa è l’unica soluzione. Il Partito Comunista – conclude la nota – sarà a fianco dei lavoratori, come fatto in tutti questi mesi di lotta. Invita i lavoratori e le forze sindacali conflittuali a non cedere, a mantenere la consapevolezza che questo governo farà di tutto per assecondare gli interessi dei privati e dare un ulteriore colpo alle condizioni dei lavoratori. La stretta sul diritto di sciopero che si prospetta, serve anche a colpire i lavoratori di Alitalia e tutto il settore dei trasporti e della logistica che in questi mesi è stato l’avanguardia delle lotte operaie. Saremo con i lavoratori negli scioperi e nelle prossime iniziative di lotta, a partire dallo sciopero generale di ottobre».
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