Federalismo? Contro il capitalismo, unica alternativa il socialismo. (nota di Marco Rizzo)
Molte sono le critiche a questa ingiusta società in cui viviamo. Praticamente la quasi totale maggioranza della popolazione comincia a rendersi conto che vive e vivrà peggio di come ha vissuto nel periodo precedente. Nonostante ciò, pochi – e noi tra questi- evidenziano che l’unica possibilità di vero cambiamento può venire solo dalla trasformazione socialista della società . Certo questo accade perché le poche persone che governano il sistema vorrebbero cambiare (magari mandando via Berlusconi e sostituendolo con un più “potabile” servitore del grande capitale) senza in realtà cambiare nulla; pensiamo alla vicenda del cosiddetto federalismo.
“Quello di Berlusconi e Bossi non è vero federalismo” tuonano i dirigenti della pseudo sinistra italica, sono più realisti del re. Anche qui ci ritroviamo ad essere tra gli unici a ricordare che il federalismo è tutt’altra cosa rispetto alla gestione e al governo del territorio da parte del popolo. I gruppi dominanti del nostro Paese hanno bisogno del federalismo economico e culturale per estirpare definitivamente qualunque impianto solidaristico pubblico dello stato insieme all’esaltazione dei particolarismi di egoismo sociale locali. Da una parte ogni regione dovrebbe gestire in proprio le risorse fiscali mettendosi in concorrenza con le altre ( ad es. con politiche attrattive per capitali esterni grazie a norme fiscali vantaggiose che però vanno conseguentemente a scapito di quel poco che resta dei servizi sociali). Dall’altra la divisione dell’istruzione a tutti i livelli (cancellando la matrice storica comune che sta anche alla base della lotta di classe in Italia), decentrando programmi scolastici e azzerando ogni residuo di memoria e non tanto promuovendo l’insegnamento di culture locali e territoriali (di per sé magari interessanti sotto il profilo culturale della storia dei popoli). In realtà il federalismo servirà alla definitiva distruzione dello stato nazionale a favore del capitalismo europeo e statunitense; l’apparente avvicinamento delle istituzioni locali ai cittadini altro non sarà che una sovranità regionale fittizia in quanto mera esecutrice di direttive che arrivano da Bruxelles e da Washington.
Esser contro il federalismo oggi significa esser contro l’imperialismo e contro i suoi alleati europei. Non è un caso che il programma di regionalizzazione, federalismo e autonomia dei territori è stato sponsorizzato da Washinghton nella disgregazione della Jugoslavia finanziando, assieme a Germania e Vaticano, i nazionalismi separatisti di quelle aree. Se passa oggi in Italia una cosidetta riforma federalista l’unico vero potere post statale sarà quello del capitalismo globalizzato contro cui, appunto, non resta che l’obiettivo del socialismo, dove peraltro (nella stessa concezione dello stato) vi è un graduale e progressivo decentramento di poteri e competenze dal centro verso i poteri locali, come processo di transizione dal socialismo al comunismo (estinzione dello stato). Vi è traccia di ciò nello stesso bilancio che Marx fece della Comune di Parigi che, pur nella sua breve durata, realizzò sorprendenti esperienze di decentramento; ed anche nell’URSS del periodo anteguerra si sperimentò un’articolazione del potere locale con repubbliche, circondari autonomi ecc.
In Italia oggi però altre risposte non arriverebbero certo da cenni di riforma federalista che altro non sarebbero che di aggiustamento del desolante quadro di inefficacia ed ingiustizia generalizzata del sistema.
Nel quadro politico italiano queste sono le considerazioni che ci spingono a dire che oggi l’opposizione al governo Berlusconi va sostanziata nella lotta al capitalismo e non al semplice antiberlusconismo.
Antiberlusconista era infatti la platea “fighetta” che ascoltava il guru postmoderno Saviano, (guidata però da Debenedetti presente addirittura nella prima fila al Palasport di Milano) che non vede l’ora di sostituire il sultano di Arcore con un “politicamente corretto” rappresentante dei poteri forti (meglio se proveniente dalla concertativa politica di centrosinistra) e che non si indigna invece sul fatto che l’uomo del crack Parmalat, Callisto Tanzi, ottenga gli arresti domiciliari (in galera, in Italia,  ci vanno solo i poveracci).
Contro Berlusconi ma alternativi (per davvero) al PD questa la rotta che connota oggi l’agire di chi vuole ancora dirsi coerentemente comunista in questo paese.
By Cominform
”Il Federalismo è la versione piccolo borghese dell’anarchismo”
V.I. Lenin.