Tsipras cede alla Troika. Un’altra Europa non esiste.

Tsipras cede alla Troika. Un’altra Europa non esiste.

Durante la conferenza stampa di presentazione di CRITICA PROLETARIA, Rivista Teorica on-line del Partito Comunista, siamo stati raggiunti dalle notizie dell’accordo del governo Tsipras con la Troika: 12 miliardi di euro di tagli a pensioni e stato sociale ed aggravi vari, molto peggio del piano che le banche volevano prima del referendum (8 miliardi di euro).

Tsipras cede alla Troika e trasforma il NO del popolo greco con un SI ad un memorandum ancora peggiore. L’altra Europa non esiste, il ricatto del debito e delle banche si può rompere solo con l’uscita da UE ed Euro, ridando però il potere al popolo (nazionalizzazione di banche e grandi imprese e affidamento della loro gestione ai lavoratori). Adesso sarebbe facile dire che lo avevamo detto. Il Partito comunista in Italia non ha partecipato alle recenti manifestazioni di una sinistra tifosa, quanto confusa, a favore di una “generica” Grecia.  Esiste la Grecia degli armatori e quella dei lavoratori e solo le dirigenze opportunistiche di partiti e movimenti di pseudo-sinistra potevano cadere in questi grossolani errori di valutazione. Ci basta citare alcune dichiarazioni (quelle sì preveggenti) del segretario del Partito Comunista di Grecia, Dimitris Koutsoumpas di pochi giorni fa: “Il nostro popolo deve prepararsi. La posizione del KKE è che entrambi i risultati possibili, ossia l’accordo col memorandum e l’austeritĂ , oppure la grexit o qualcosa del genere, saranno a spese del popolo greco.

La rottura con l’UE, con il capitale e il suo potere richiede una strategia totalmente differente, richiede il potere operaio-popolare, con il popolo realmente al potere e la socializzazione dei mezzi di produzione, il disimpegno dall’UE, la cancellazione unilaterale del debito. Questa è la proposta del KKE che costituisce una proposta totalmente distinta e non ha nulla a che vedere con le differenti opzioni che porteranno a un ulteriore impoverimento del nostro popolo. Mi riferisco alle opzioni degli altri partiti, quelli attualmente minoritari, così come al partito di governo, che ipotizzano una mera uscita dalla moneta unica”.

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