Il volto moderno del fascismo: neoliberismo e guerra permanente: Intervento al II Forum Internazionale Antifascista di Mosca

Il volto moderno del fascismo: neoliberismo e guerra permanente: Intervento al II Forum Internazionale Antifascista di Mosca

Per prima cosa permettetemi di portarvi il saluto di Alberto Lombardo, Segretario Generale del nostro Partito, e di ringraziarvi per averci invitato a questo importantissimo incontro.

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Il Fascismo non è un incidente della storia, ma il frutto avvelenato della degenerazione sistemica del capitalismo che, quando entra in crisi o si sente minacciato dai movimenti popolari e operai, reagisce con ferocia.

Ed è proprio così che risponde il capitalismo: utilizzando la violenza dei propri cani da guardia al servizio e a protezione delle élite finanziarie ed economiche.

Proprio come accadde in Italia dopo il biennio rosso (1919-1920), che, seguendo l’esempio della Rivoluzione bolscevica, cercò di scardinare la monarchia liberale del Paese. Come ci ha insegnato il nostro grande Maestro e fondatore del Partito Comunista d’Italia, Antonio Gramsci, in quel contesto la pavidità dei partiti operai furono incapaci di fermare la marea nera. Essi non avevano una corretta visione ideologica perché egemonizzati dalle correnti riformiste. Esse avevano paura dei settori più avanzati che poi nel gennaio del 1921 diedero vita al Partito Comunista d’Italia. Fu questa pavidità la causa della sconfitta e poi della distruzione dei movimenti operai in Italia, così come poi in Germania e in Austria.

Il fascismo è un pericolo sempre pronto a tornare per schiacciare prima di tutto i diritti dei lavoratori e delle masse. Lo vediamo di nuovo nei Paesi occidentali guidati dal neoliberismo, specialmente sotto l’egida della bandiera della fintamente democratica Unione Europea, ma non solo.

Sebbene sia mutato nelle forme, il fascismo sopravvive e continua a perpetrarsi ancora oggi soprattutto grazie al fatto che, negli ultimi 30 anni, gran parte del mondo occidentale ha perso ogni anticorpo per contrastare questo virus.

Questa deriva è nata oltre 40 anni fa, con la Thatcher nel Regno Unito e Reagan negli USA, ma continuato dai dirigenti delle finte sinistre – come Blair, Clinton e Obama – fino agli attuali governanti europei, in cui ogni confine tra i settori politici che si alternano al governo si è perso.

Basta vedere cosa è successo in Italia, con il lento ma costante smantellamento ideologico di quello che era il più grande partito comunista d’occidente, portato a una mutazione genetica che ha dato alla luce la caricatura di quello che era.  Nasce così la pseudosinistra che per prima cosa ha disarmato politicamente e ideologicamente le classi popolari e infine si è trasformato in un partito – il Partito Democratico – di chiaro stampo neoliberista con lo scopo principale di difendere gli interessi delle élite finanziarie ed economiche. Proprio come accadde con il fascismo 100 anni fa: sono loro che si frappongono tra i padroni e le classi popolari, sono loro i primi alfieri della compressione dei diritti sociali, a tutto guadagno degli interessi privati.

E così che oggi gli eredi del fascismo storico arrivano al governo in Italia, sull’onda di una velenosa propaganda che ha predicato gli interessi della nazione, ma che poi si è acconciata ad accettare gli aspetti più antipopolari delle politiche nazionali e internazionali. Pensiamo alle pensioni, ai diritti dei lavoratori e allo stato sociale, all’interno, e al sostegno alla junta nazista in Ucraina e alle bellicose politiche dell’Unione Europea, all’estero. Oggi si propone come mediatore tra i due poli dell’imperialismo, USA e UE, in conflitto per l’irrisolvibile crisi che attanaglia il capitalismo. Ma continua a soggiogare gli interessi nazionali all’uno o all’altro. Non è con il lupo americano né con le faine europee che la nostra nazione può garantire i propri interessi. La classe politica di oggi, come al solito sotto il capitalismo, fa solo gli interessi dei grandi monopolisti e non del popolo lavoratore.

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Il fascismo non è solo repressione interna, ma è guerra ed espansione militare, conquista, distruzione e cancellazione di qualsiasi opposizione. L’Unione Europea è diventata nient’altro che un apparato tecnico e militare al servizio del capitale: Euro, Unione Europea e NATO non difendono la democrazia, bensì sono l’incarnazione della sua negazione.

L’Unione Europea si caratterizza per un anticomunismo che ha raggiunto toni parossistici che si sono manifestati negli anni con dichiarazioni abominevoli che hanno equiparato il fascismo al comunismo. E ciò viene portato sempre più nelle scuole e nelle piazze. Repressione ideologica e politica.

È stato fatto in Ucraina, sabotando ogni tentativo di risoluzione dei contrasti tra i popoli e favorendo i settori esplicitamente neonazisti.

Gli obiettivi sono manifesti.

Primo. Accerchiare e isolare la Russia. Ciò è fallito. I popoli del Donbass si sono ribellati prendendo le armi. Le sanzioni contro la Russia si sono ritorte contro l’Europa. La NATO è stata umiliata. La Russia, insieme alla Cina socialista e alle altre nazioni che vogliono uscire dal giogo imperialista e alla dittatura del dollaro, si uniscono in un fronte per la pace e la sovranità economica e politica. Oggi i settori del capitalismo si sbranano tra di loro. Dazi e controdazi scuotono i mercati.

Secondo. Militarizzare le società e aumentare a dismisura le spese militari, come via d’uscita dalla crisi. Ciò ha portato all’impoverimento dei popoli e all’arricchimento delle élite finanziarie. E, temiamo a breve, perfino alla guerra generalizzata in Europa e in Asia.

Nulla di nuovo per il capitalismo.

La volontà non è di costruire un’Europa dei Popoli, che potrà esistere solo col socialismo, ma cercare di perpetuare il sogno di distruggere la continuità storica tra il popolo ucraino e quello russo, che esiste da centinaia di anni prima della nascita della NATO o degli Stati Uniti d’America, e di distruggere la Russia.

Ci hanno provato i Teutoni, gli Svedesi, Napoleone, il Kaiser, Hitler e Mussolini, i Samurai.

Sotto a chi tocca!

Infine, compagni, permettetemi di dirvi che non so quando arriverà la Vittoria, ma so che, quando arriverà, voglio che ci sia anche il mio ed il nostro contributo, come quello dato dai compagni dell’Armata Rossa che a Stalingrado, con tutto il popolo sovietico, fermò proprio lì la macchina militare nazifascista. Da lì è iniziata la strada verso la Vittoria del 9 maggio 1945 e proprio per questo quel luogo deve tornare a chiamarsi Stalingrado non solo per pochi giorni l’anno, ma deve tornare ad esserlo sempre. Come simbolo eterno della resistenza antifascista e della dignità del popolo sovietico, di coloro che hanno sacrificato la loro vita non solo per la libertà del loro Paese, non solo per la libertà dell’Europa, ma per la libertà di tutto il mondo!

Slava Stalingrad! Vperëd k pobede! (Avanti verso la vittoria!)

 

?? - Versión española
En primer lugar, permítanme transmitirles el saludo de Alberto Lombardo, Secretario General de nuestro Partido, y agradecerles por habernos invitado a este importantísimo encuentro.

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El fascismo no es un accidente de la historia, sino el fruto envenenado de la degeneración sistémica del capitalismo que, cuando entra en crisis o se siente amenazado por los movimientos populares y obreros, reacciona con ferocidad.

Y es precisamente así como responde el capitalismo: utilizando la violencia de sus perros guardianes al servicio y protección de las élites financieras y económicas.

Tal como ocurrió en Italia después del bienio rojo (1919-1920), que, siguiendo el ejemplo de la Revolución bolchevique, intentó desmantelar la monarquía liberal del país. Como nos enseñó nuestro gran Maestro y fundador del Partido Comunista de Italia, Antonio Gramsci, en ese contexto la cobardía de los partidos obreros fue incapaz de detener la marea negra. No tenían una visión ideológica correcta porque estaban hegemonizados por las corrientes reformistas. Estas temían a los sectores más avanzados que luego, en enero de 1921, dieron vida al Partido Comunista de Italia. Fue esa cobardía la causa de la derrota y luego de la destrucción de los movimientos obreros en Italia, así como posteriormente en Alemania y Austria.

El fascismo es un peligro siempre latente, listo para aplastar en primer lugar los derechos de los trabajadores y de las masas. Lo vemos nuevamente en los países occidentales gobernados por el neoliberalismo, especialmente bajo la égida de la supuestamente democrática Unión Europea, pero no solo allí.

Aunque ha cambiado en sus formas, el fascismo sobrevive y sigue perpetuándose hoy en día principalmente gracias al hecho de que, en los últimos 30 años, gran parte del mundo occidental ha perdido todos los anticuerpos para combatir este virus.

Esta deriva comenzó hace más de 40 años, con Thatcher en el Reino Unido y Reagan en EE.UU., pero fue continuada por los dirigentes de las falsas izquierdas – como Blair, Clinton y Obama – hasta los actuales gobernantes europeos, en los que se ha perdido toda frontera entre los sectores políticos que se alternan en el poder.

Basta ver lo que ha pasado en Italia, con el lento pero constante desmantelamiento ideológico de lo que fue el partido comunista más grande de occidente, llevado a una mutación genética que dio origen a la caricatura de lo que fue. Así nació la pseudoizquierda que, como primer acto, desarmó política e ideológicamente a las clases populares y finalmente se transformó en un partido – el Partido Democrático – de claro sello neoliberal cuyo principal objetivo es defender los intereses de las élites financieras y económicas. Tal como ocurrió con el fascismo hace 100 años: son ellos quienes se interponen entre los patrones y las clases populares, son ellos los primeros abanderados de la compresión de los derechos sociales, todo en beneficio de los intereses privados.

Y así es como hoy los herederos del fascismo histórico llegan al gobierno en Italia, a lomos de una venenosa propaganda que ha predicado los intereses de la nación, pero que luego se ha conformado con aceptar los aspectos más impopulares de las políticas nacionales e internacionales. Pensemos en las pensiones, en los derechos de los trabajadores y en el estado de bienestar, en el ámbito interno, y en el apoyo a la junta nazi en Ucrania y a las políticas belicistas de la Unión Europea, en el ámbito internacional. Hoy se propone como mediador entre los dos polos del imperialismo, EE.UU. y la UE, en conflicto por la crisis irresoluble que atenaza al capitalismo. Pero sigue subordinando los intereses nacionales al uno o al otro. No es con el lobo americano ni con las comadrejas europeas como nuestra nación puede garantizar sus intereses. La clase política actual, como siempre bajo el capitalismo, solo defiende los intereses de los grandes monopolistas y no del pueblo trabajador.

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El fascismo no es solo represión interna, sino guerra y expansión militar, conquista, destrucción y eliminación de cualquier oposición. La Unión Europea se ha convertido en nada más que un aparato técnico y militar al servicio del capital: el euro, la Unión Europea y la OTAN no defienden la democracia, sino que son la encarnación de su negación.

La Unión Europea se caracteriza por un anticomunismo que ha alcanzado tonos paroxísticos, manifestados a lo largo de los años en declaraciones abominables que han equiparado el fascismo al comunismo. Y esto se está llevando cada vez más a las escuelas y a las plazas. Represión ideológica y política.

Se ha hecho en Ucrania, saboteando todo intento de resolución de los conflictos entre los pueblos y favoreciendo a los sectores explícitamente neonazis.

Los objetivos son evidentes.

Primero. Cercar y aislar a Rusia. Eso ha fracasado. Los pueblos del Donbass se rebelaron tomando las armas. Las sanciones contra Rusia se volvieron en contra de Europa. La OTAN fue humillada. Rusia, junto a la China socialista y a otras naciones que quieren liberarse del yugo imperialista y de la dictadura del dólar, se unen en un frente por la paz y la soberanía económica y política. Hoy los sectores del capitalismo se devoran entre sí. Aranceles y contra-aranceles sacuden los mercados.

Segundo. Militarizar las sociedades y aumentar desmesuradamente el gasto militar como vía de salida de la crisis. Esto ha llevado al empobrecimiento de los pueblos y al enriquecimiento de las élites financieras. Y, tememos, en breve incluso a una guerra generalizada en Europa y Asia.

Nada nuevo para el capitalismo.

La voluntad no es construir una Europa de los Pueblos, que solo podrá existir con el socialismo, sino intentar perpetuar el sueño de destruir la continuidad histórica entre el pueblo ucraniano y el ruso, que existe desde hace cientos de años antes del nacimiento de la OTAN o de los Estados Unidos de América, y de destruir a Rusia.

Lo intentaron los teutones, los suecos, Napoleón, el káiser, Hitler y Mussolini, los samuráis.

¡A ver quién sigue!

Finalmente, compañeros, permítanme decirles que no sé cuándo llegará la Victoria, pero sé que, cuando llegue, quiero que esté también mi contribución y la nuestra, como la que dieron los compañeros del Ejército Rojo que en Stalingrado, con todo el pueblo soviético, detuvieron allí la máquina militar nazi-fascista. Desde allí comenzó el camino hacia la Victoria del 9 de mayo de 1945 y por eso ese lugar debe volver a llamarse Stalingrado no solo por unos pocos días al año, sino debe volver a serlo siempre. Como símbolo eterno de la resistencia antifascista y de la dignidad del pueblo soviético, de aquellos que sacrificaron su vida no solo por la libertad de su país, no solo por la libertad de Europa, ¡sino por la libertad de todo el mundo!

¡Slava Stalingrado! ¡Vperëd k pobede! (¡Adelante hacia la victoria!)

?? - English version

First of all, allow me to bring you the greetings of Alberto Lombardo, General Secretary of our Party, and to thank you for inviting us to this very important meeting.

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Fascism is not an accident of history, but the poisoned fruit of the systemic degeneration of capitalism which, when in crisis or threatened by popular and workers’ movements, reacts with ferocity.

And this is exactly how capitalism responds: by using the violence of its watchdogs in the service and protection of financial and economic elites.

Just as happened in Italy after the Red Biennium (1919–1920), which, following the example of the Bolshevik Revolution, tried to break the country’s liberal monarchy. As our great teacher and founder of the Communist Party of Italy, Antonio Gramsci, taught us, in that context the cowardice of the workers’ parties proved incapable of stopping the black tide. They lacked a correct ideological vision because they were hegemonized by reformist currents. These were afraid of the most advanced sectors which, in January 1921, gave birth to the Communist Party of Italy. It was this cowardice that caused the defeat and later the destruction of the workers’ movements in Italy, as would later happen in Germany and Austria.

Fascism is a constant threat, always ready to return to crush first and foremost the rights of workers and the masses. We see it again in Western countries ruled by neoliberalism, especially under the guise of the supposedly democratic European Union—but not only there.

Though it has changed in form, fascism survives and continues to reproduce itself today, mainly due to the fact that, over the past 30 years, much of the Western world has lost all antibodies to fight this virus.

This drift began over 40 years ago, with Thatcher in the UK and Reagan in the USA, but was continued by the leaders of the fake left—like Blair, Clinton, and Obama—up to today’s European rulers, where every distinction between the alternating political sectors in power has been lost.

Just look at what happened in Italy, with the slow but steady ideological dismantling of what was the largest Communist party in the West, transformed through a genetic mutation into a caricature of what it once was. Thus was born the pseudo-left, which first politically and ideologically disarmed the popular classes and ultimately turned into a party—the Democratic Party—clearly neoliberal in nature, whose main goal is to defend the interests of the financial and economic elites. Just as happened with fascism 100 years ago: they are the ones who stand between the bosses and the people, they are the first standard-bearers in compressing social rights, all to the benefit of private interests.

And so it is that today the heirs of historical fascism reach government in Italy, on the wave of a poisonous propaganda that preached national interest, but then accepted the most anti-popular aspects of national and international policies. Think of pensions, workers’ rights, and the welfare state, domestically, and of support for the Nazi junta in Ukraine and the warmongering policies of the European Union, abroad. Today it presents itself as a mediator between the two poles of imperialism, the USA and the EU, in conflict due to the unresolved crisis strangling capitalism. But it continues to subject national interests to one or the other. It is not with the American wolf nor the European weasels that our nation can defend its interests. Today’s political class, as usual under capitalism, serves only the interests of the big monopolists and not those of the working people.

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Fascism is not only internal repression, it is war and military expansion, conquest, destruction, and the elimination of any opposition. The European Union has become nothing more than a technical and military apparatus at the service of capital: the Euro, the EU, and NATO do not defend democracy; they are the embodiment of its denial.

The European Union is characterized by an anti-communism that has reached paroxysmal levels, expressed over the years in abhorrent declarations that have equated fascism with communism. And this is increasingly being introduced in schools and public discourse. Ideological and political repression.

This was done in Ukraine, sabotaging every attempt at resolving the conflict between peoples and favoring openly neo-Nazi factions.

The objectives are clear.

First. To encircle and isolate Russia. This has failed. The people of Donbass rose up and took up arms. Sanctions against Russia backfired on Europe. NATO was humiliated. Russia, together with socialist China and other nations seeking to escape the imperialist yoke and the dictatorship of the dollar, are uniting in a front for peace and economic and political sovereignty. Today, sectors of capitalism are tearing each other apart. Tariffs and counter-tariffs are shaking markets.

Second. To militarize societies and drastically increase military spending as a way out of the crisis. This has led to the impoverishment of peoples and the enrichment of financial elites. And, we fear soon, even to generalized war in Europe and Asia.

Nothing new for capitalism.

The goal is not to build a Europe of the Peoples, which can only exist with socialism, but to continue to pursue the dream of destroying the historical continuity between the Ukrainian and Russian peoples—a bond that has existed for hundreds of years before NATO or the United States were ever born—and of destroying Russia itself.

The Teutons tried, the Swedes tried, Napoleon, the Kaiser, Hitler and Mussolini, the Samurai all tried.

Who’s next?

Finally, comrades, allow me to say that I don’t know when Victory will come, but I do know that, when it does, I want our contribution—my own and our Party’s—to be part of it, just like the contribution of the Red Army comrades who in Stalingrad, together with the entire Soviet people, stopped the Nazi-fascist war machine right there. From there began the path toward the Victory of May 9, 1945, and for this reason that place must once again be called Stalingrad—not only for a few days each year, but always. As an eternal symbol of anti-fascist resistance and the dignity of the Soviet people, of those who sacrificed their lives not only for the freedom of their own country, not only for the freedom of Europe, but for the freedom of the whole world!

Slava Stalingrad! Vperëd k pobede! (Forward to victory!)

?? -Русская версия

Прежде всего, позвольте передать вам приветствие Альберто Ломбардо, Генерального секретаря нашей Партии, и поблагодарить вас за приглашение на эту чрезвычайно важную встречу.

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Фашизм — это не случайность истории, а ядовитый плод системной деградации капитализма, который, оказавшись в кризисе или почувствовав угрозу со стороны народных и рабочих движений, реагирует с жестокостью.

Именно так и действует капитализм: используя насилие своих сторожевых псов на службе и в защиту финансово-экономической элиты.

Так произошло в Италии после “красного двухлетия” (1919–1920), которое, следуя примеру большевистской революции, стремилось подорвать либеральную монархию страны. Как учил нас наш великий Учитель и основатель Коммунистической партии Италии Антонио Грамши, в том контексте трусость рабочих партий не позволила остановить чёрную волну. У них не было правильного идеологического видения, так как они находились под влиянием реформистских течений. Эти течения боялись самых передовых слоёв, которые в январе 1921 года и основали Коммунистическую партию Италии. Именно эта трусость стала причиной поражения и затем уничтожения рабочего движения в Италии, а позже — в Германии и Австрии.

Фашизм — это постоянная угроза, всегда готовая вернуться, чтобы в первую очередь раздавить права рабочих и народных масс. Мы снова видим это в западных странах, управляемых неолиберализмом, особенно под флагом так называемого демократического Европейского союза, но не только.

Хотя фашизм изменил свою форму, он по-прежнему жив и воспроизводится, прежде всего потому, что за последние 30 лет большая часть западного мира утратила иммунитет для борьбы с этим вирусом.

Это отклонение началось более 40 лет назад с Тэтчер в Великобритании и Рейгана в США, а затем продолжилось лидерами лжесоциалистических движений — такими как Блэр, Клинтон и Обама — вплоть до нынешних европейских правителей, при которых исчезли все границы между чередующимися политическими силами.

Достаточно взглянуть на то, что произошло в Италии: медленное, но постоянное идеологическое разложение крупнейшей коммунистической партии Запада, приведшее к генетической мутации и рождению карикатуры на то, чем она была. Так появилась псевдолевица, которая в первую очередь обезоружила народные классы в политическом и идеологическом смысле, а затем превратилась в партию — Демократическую партию — с явной неолиберальной ориентацией, основная цель которой — защита интересов финансово-экономической элиты. Именно как это было сто лет назад с фашизмом: они стоят между господами и народом, они — первые знаменосцы подавления социальных прав, исключительно в интересах частного капитала.

И вот сегодня наследники исторического фашизма приходят к власти в Италии, на волне ядовитой пропаганды, провозгласившей защиту национальных интересов, но на деле принявшей самые антисоциальные элементы внутренней и внешней политики. Достаточно вспомнить о пенсиях, правах работников и социальном государстве внутри страны, и о поддержке нацистской хунты на Украине и воинственной политике Европейского союза за рубежом. Сегодня они пытаются выступать посредниками между двумя центрами империализма — США и ЕС — находящимися в конфликте из-за неразрешимого кризиса капитализма. Но они продолжают подчинять национальные интересы одной или другой стороне. Не с американским волком и не с европейскими хорьками может наша нация защитить свои интересы. Сегодняшний политический класс, как и всегда при капитализме, служит исключительно интересам крупных монополий, а не трудового народа.

***

Фашизм — это не только внутренняя репрессия, это война и военная экспансия, захват, разрушение и уничтожение любого сопротивления. Европейский союз превратился в технический и военный аппарат на службе капитала: евро, ЕС и НАТО не защищают демократию — они являются воплощением её отрицания.

Европейский союз отличается антикоммунизмом, который достиг параноидального уровня, выражающегося годами в омерзительных заявлениях, приравнивающих фашизм к коммунизму. И всё это всё больше внедряется в школы и на площади. Идеологическая и политическая репрессия.

Это уже произошло на Украине, где были сорваны все попытки разрешения конфликтов между народами, а открыто неонацистские элементы получили поддержку.

Цели очевидны.

Первое. Окружить и изолировать Россию. Это провалилось. Народы Донбасса поднялись и взялись за оружие. Санкции против России обернулись против Европы. НАТО унижена. Россия, вместе с социалистическим Китаем и другими странами, стремящимися вырваться из-под гнёта империализма и диктатуры доллара, объединяется во фронт за мир и экономический и политический суверенитет. Сегодня различные сектора капитализма пожирают друг друга. Пошлины и контрпошлины трясут рынки.

Второе. Милиаризация обществ и резкое увеличение военных расходов как путь выхода из кризиса. Это привело к обнищанию народов и обогащению финансовой элиты. И, боимся, в ближайшее время даже к масштабной войне в Европе и Азии.

Для капитализма — ничего нового.

Их цель — не построение Европы народов, которая возможна только при социализме, а продолжение мечты о разрушении исторической преемственности между украинским и русским народами — связи, существовавшей сотни лет до появления НАТО или США — и о разрушении России.

Это уже пытались сделать тевтоны, шведы, Наполеон, Кайзер, Гитлер и Муссолини, самураи.

Кто следующий?

И наконец, товарищи, позвольте мне сказать, что я не знаю, когда придёт Победа, но я знаю, что когда она придёт, я хочу, чтобы в ней был и мой вклад, и наш вклад — как был вклад товарищей из Красной Армии, которые под Сталинградом вместе с советским народом остановили нацистско-фашистскую военную машину. Именно оттуда начался путь к Победе 9 мая 1945 года, и именно поэтому это место должно снова называться Сталинградом не только на несколько дней в году, а постоянно. Как вечный символ антифашистского сопротивления и достоинства советского народа, тех, кто пожертвовал жизнью не только за свободу своей страны, не только за свободу Европы, но и за свободу всего мира!

Слава Сталинграду! Вперёд к победе!

?? - Versão portuguesa

Antes de tudo, permitam-me trazer a saudação de Alberto Lombardo, Secretário-Geral do nosso Partido, e agradecer-lhes por nos convidarem para este importantíssimo encontro.

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O fascismo não é um acidente da história, mas o fruto envenenado da degeneração sistêmica do capitalismo que, quando entra em crise ou se sente ameaçado pelos movimentos populares e operários, reage com ferocidade.

E é exatamente assim que o capitalismo responde: utilizando a violência dos seus cães de guarda a serviço e proteção das elites financeiras e econômicas.

Foi assim que aconteceu na Itália após o biênio vermelho (1919–1920), que, seguindo o exemplo da Revolução Bolchevique, tentou desmantelar a monarquia liberal do país. Como nos ensinou nosso grande Mestre e fundador do Partido Comunista da Itália, Antonio Gramsci, naquele contexto a covardia dos partidos operários foi incapaz de conter a maré negra. Eles não tinham uma visão ideológica correta, pois estavam hegemonizados pelas correntes reformistas. Estas tinham medo dos setores mais avançados que, em janeiro de 1921, deram origem ao Partido Comunista da Itália. Foi essa covardia a causa da derrota e depois da destruição dos movimentos operários na Itália, como também na Alemanha e na Áustria.

O fascismo é um perigo sempre pronto a retornar para esmagar, antes de tudo, os direitos dos trabalhadores e das massas. Vemos isso novamente nos países ocidentais guiados pelo neoliberalismo, especialmente sob a bandeira falsamente democrática da União Europeia, mas não somente.

Embora tenha mudado de forma, o fascismo sobrevive e continua se perpetuando ainda hoje, sobretudo porque, nos últimos 30 anos, grande parte do mundo ocidental perdeu todos os anticorpos para combater esse vírus.

Esse desvio começou há mais de 40 anos, com Thatcher no Reino Unido e Reagan nos EUA, mas foi continuado pelos dirigentes das falsas esquerdas – como Blair, Clinton e Obama – até os atuais governantes europeus, nos quais se perdeu toda a fronteira entre os setores políticos que se revezam no poder.

Basta ver o que aconteceu na Itália, com o lento mas constante desmantelamento ideológico daquele que foi o maior partido comunista do Ocidente, conduzido a uma mutação genética que deu origem à caricatura do que foi. Assim nasce a pseudoesquerda, que primeiro desarmou política e ideologicamente as classes populares e, por fim, se transformou em um partido – o Partido Democrático – de clara orientação neoliberal com o objetivo principal de defender os interesses das elites financeiras e econômicas. Exatamente como aconteceu com o fascismo há 100 anos: são eles que se colocam entre os patrões e as classes populares, são eles os primeiros porta-estandartes da compressão dos direitos sociais, para total benefício dos interesses privados.

E assim hoje os herdeiros do fascismo histórico chegam ao governo na Itália, na esteira de uma propaganda venenosa que pregou os interesses da nação, mas que depois se conformou em aceitar os aspectos mais antipovo das políticas nacionais e internacionais. Pensemos nas aposentadorias, nos direitos dos trabalhadores e no estado de bem-estar internamente, e no apoio à junta nazista na Ucrânia e às políticas belicistas da União Europeia no exterior. Hoje se propõe como mediadora entre os dois polos do imperialismo, EUA e UE, em conflito pela crise insolúvel que assola o capitalismo. Mas continua submetendo os interesses nacionais a um ou a outro. Não é com o lobo americano nem com as doninhas europeias que a nossa nação poderá garantir seus próprios interesses. A classe política de hoje, como sempre sob o capitalismo, serve apenas aos interesses dos grandes monopólios e não do povo trabalhador.

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O fascismo não é apenas repressão interna, mas é guerra e expansão militar, conquista, destruição e eliminação de qualquer oposição. A União Europeia tornou-se nada mais que um aparato técnico e militar a serviço do capital: o Euro, a União Europeia e a OTAN não defendem a democracia, mas sim representam a sua negação.

A União Europeia caracteriza-se por um anticomunismo que atingiu tons paroxísticos, manifestados ao longo dos anos com declarações abomináveis que equipararam o fascismo ao comunismo. E isso está sendo cada vez mais difundido nas escolas e nas praças. Repressão ideológica e política.

Isso foi feito na Ucrânia, sabotando todas as tentativas de resolução dos conflitos entre os povos e favorecendo os setores abertamente neonazistas.

Os objetivos são evidentes.

Primeiro. Cercar e isolar a Rússia. Isso falhou. Os povos do Donbass se rebelaram e pegaram em armas. As sanções contra a Rússia se voltaram contra a Europa. A OTAN foi humilhada. A Rússia, juntamente com a China socialista e outros países que desejam libertar-se do jugo imperialista e da ditadura do dólar, unem-se em uma frente pela paz e pela soberania econômica e política. Hoje os setores do capitalismo se devoram entre si. Tarifas e contra-tarifas sacodem os mercados.

Segundo. Militarizar as sociedades e aumentar desmesuradamente os gastos militares como via de saída da crise. Isso levou ao empobrecimento dos povos e ao enriquecimento das elites financeiras. E, tememos em breve, até mesmo à guerra generalizada na Europa e na Ásia.

Nada de novo para o capitalismo.

A vontade não é construir uma Europa dos Povos, que só poderá existir com o socialismo, mas sim tentar perpetuar o sonho de destruir a continuidade histórica entre o povo ucraniano e o russo, que existe há centenas de anos antes mesmo do nascimento da OTAN ou dos Estados Unidos da América, e de destruir a Rússia.

Já tentaram os Teutões, os Suecos, Napoleão, o Kaiser, Hitler e Mussolini, os Samurais.

Quem será o próximo?

Por fim, camaradas, permitam-me dizer que não sei quando chegará a Vitória, mas sei que, quando ela chegar, quero que haja também a minha e a nossa contribuição, como a dos camaradas do Exército Vermelho que em Stalingrado, junto com todo o povo soviético, detiveram ali a máquina militar nazifascista. Dali começou o caminho para a Vitória de 9 de maio de 1945, e é por isso que aquele lugar deve voltar a se chamar Stalingrado não apenas por alguns dias do ano, mas permanentemente. Como símbolo eterno da resistência antifascista e da dignidade do povo soviético, daqueles que sacrificaram sua vida não apenas pela liberdade de seu país, não apenas pela liberdade da Europa, mas pela liberdade de todo o mundo!

Slava Stalingrado! Vperëd k pobede! (Avante rumo à vitória!)

?? - Version française

Tout d’abord, permettez-moi de vous transmettre les salutations d’Alberto Lombardo, Secrétaire Général de notre Parti, et de vous remercier de nous avoir invités à cette rencontre très importante.

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Le fascisme n’est pas un accident de l’histoire, mais le fruit empoisonné de la dégénérescence systémique du capitalisme qui, lorsqu’il est en crise ou se sent menacé par les mouvements populaires et ouvriers, réagit avec férocité.

Et c’est exactement ainsi que le capitalisme répond : en utilisant la violence de ses chiens de garde au service et à la protection des élites financières et économiques.

C’est ce qui s’est passé en Italie après le biennium rouge (1919–1920), qui, suivant l’exemple de la Révolution bolchevique, a tenté de démanteler la monarchie libérale du pays. Comme nous l’a enseigné notre grand Maître et fondateur du Parti communiste d’Italie, Antonio Gramsci, dans ce contexte, la lâcheté des partis ouvriers fut incapable de stopper la marée noire. Ils n’avaient pas une vision idéologique correcte car ils étaient dominés par les courants réformistes. Ceux-ci craignaient les secteurs les plus avancés, qui ont ensuite fondé le Parti communiste d’Italie en janvier 1921. Cette lâcheté fut la cause de la défaite puis de la destruction des mouvements ouvriers en Italie, comme cela se produisit ensuite en Allemagne et en Autriche.

Le fascisme est un danger toujours prêt à revenir pour écraser avant tout les droits des travailleurs et des masses. Nous le voyons de nouveau dans les pays occidentaux gouvernés par le néolibéralisme, notamment sous la bannière prétendument démocratique de l’Union européenne, mais pas seulement.

Bien qu’il ait changé de forme, le fascisme survit et continue de se perpétuer aujourd’hui, surtout parce que, depuis 30 ans, une grande partie du monde occidental a perdu tous les anticorps capables de lutter contre ce virus.

Cette dérive a commencé il y a plus de 40 ans avec Thatcher au Royaume-Uni et Reagan aux États-Unis, mais elle a été poursuivie par les dirigeants des fausses gauches – comme Blair, Clinton et Obama – jusqu’aux dirigeants européens actuels, chez qui toute distinction entre les courants politiques alternant au pouvoir a disparu.

Il suffit de voir ce qui s’est passé en Italie, avec le lent mais constant démantèlement idéologique de ce qui fut le plus grand parti communiste d’Occident, conduit à une mutation génétique qui a donné naissance à une caricature de ce qu’il était. C’est ainsi qu’est née la pseudo-gauche qui, d’abord, a désarmé politiquement et idéologiquement les classes populaires, et s’est finalement transformée en un parti – le Parti Démocrate – clairement néolibéral, dont le principal objectif est de défendre les intérêts des élites financières et économiques. Tout comme ce fut le cas avec le fascisme il y a 100 ans : ce sont eux qui se placent entre les maîtres et les classes populaires, ce sont eux les premiers porteurs de la compression des droits sociaux, au seul bénéfice des intérêts privés.

Et ainsi, aujourd’hui, les héritiers du fascisme historique arrivent au pouvoir en Italie, portés par une propagande venimeuse qui a prêché les intérêts de la nation, mais qui a ensuite accepté les aspects les plus impopulaires des politiques nationales et internationales. Pensons aux retraites, aux droits des travailleurs et à l’État-providence à l’intérieur, et au soutien à la junte nazie en Ukraine et aux politiques bellicistes de l’Union européenne à l’extérieur. Aujourd’hui, ils se proposent comme médiateurs entre les deux pôles de l’impérialisme, les États-Unis et l’UE, en conflit à cause de la crise insoluble qui étreint le capitalisme. Mais ils continuent de soumettre les intérêts nationaux à l’un ou à l’autre. Ce n’est ni avec le loup américain ni avec les fouines européennes que notre nation pourra garantir ses intérêts. La classe politique actuelle, comme toujours sous le capitalisme, ne sert que les intérêts des grands monopoles et non du peuple travailleur.

***

Le fascisme n’est pas seulement une répression intérieure, c’est aussi la guerre et l’expansion militaire, la conquête, la destruction et l’élimination de toute opposition. L’Union européenne est devenue un simple appareil technique et militaire au service du capital : l’euro, l’UE et l’OTAN ne défendent pas la démocratie, ils sont l’incarnation de son déni.

L’Union européenne se distingue par un anticommunisme qui a atteint des niveaux paroxystiques, exprimé au fil des années par des déclarations abominables assimilant le fascisme au communisme. Et cela est de plus en plus diffusé dans les écoles et sur les places. Répression idéologique et politique.

Cela s’est produit en Ukraine, en sabotant toute tentative de résolution des conflits entre les peuples et en favorisant les secteurs ouvertement néonazis.

Les objectifs sont clairs.

Premier. Encercler et isoler la Russie. Cela a échoué. Les peuples du Donbass se sont rebellés et ont pris les armes. Les sanctions contre la Russie se sont retournées contre l’Europe. L’OTAN a été humiliée. La Russie, avec la Chine socialiste et d’autres nations désireuses de sortir du joug impérialiste et de la dictature du dollar, s’unit dans un front pour la paix et la souveraineté économique et politique. Aujourd’hui, les secteurs du capitalisme se déchirent entre eux. Les droits de douane et contre-mesures secouent les marchés.

Deuxième. Militariser les sociétés et augmenter démesurément les dépenses militaires comme voie de sortie de la crise. Cela a conduit à l’appauvrissement des peuples et à l’enrichissement des élites financières. Et, nous le craignons, bientôt à une guerre généralisée en Europe et en Asie.

Rien de nouveau sous le capitalisme.

La volonté n’est pas de construire une Europe des Peuples, qui ne pourra exister qu’avec le socialisme, mais de continuer à poursuivre le rêve de détruire la continuité historique entre le peuple ukrainien et le peuple russe, une continuité qui existe depuis des centaines d’années avant la naissance de l’OTAN ou des États-Unis d’Amérique, et de détruire la Russie.

Les Teutons ont essayé, les Suédois, Napoléon, le Kaiser, Hitler et Mussolini, les Samouraïs aussi.

À qui le tour ?

Enfin, camarades, permettez-moi de vous dire que je ne sais pas quand viendra la Victoire, mais je sais que, lorsqu’elle viendra, je veux que notre contribution — la mienne et celle de notre Parti — en fasse partie, comme celle apportée par les camarades de l’Armée rouge qui, à Stalingrad, avec tout le peuple soviétique, ont arrêté là la machine de guerre nazifasciste. C’est de là qu’a commencé le chemin vers la Victoire du 9 mai 1945, et c’est pour cela que ce lieu doit retrouver son nom de Stalingrad, non pas seulement quelques jours par an, mais pour toujours. Comme symbole éternel de la résistance antifasciste et de la dignité du peuple soviétique, de ceux qui ont sacrifié leur vie non seulement pour la liberté de leur pays, non seulement pour la liberté de l’Europe, mais pour la liberté du monde entier !

Slava Stalingrad ! Vperëd k pobede ! (En avant vers la victoire !)

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RIZZO (PC): QUESTIONE MORALE ESISTE SOLO CON PROSPETTIVA ALTERNATIVA DI SISTEMA.

RIZZO (PC): QUESTIONE MORALE ESISTE SOLO CON PROSPETTIVA ALTERNATIVA DI SISTEMA.

«La questione morale può esistere solo se c’è una reale diversità. La sinistra che ha perso la prospettiva di costruire una società alternativa ha perso anche la sua diversità morale, piegandosi alla corruzione e al malaffare. Se non sei più portatore di un’idea di cambiamento, se sei soggetto alle leggi di una politica che è solo gestione di interesse privati, non c’è più alcuna diversità» Così Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista. «La vicenda del PD in Umbria è l’ennesima testimonianza di questo.  Noi vogliamo ricostruire un partito che sia dalla parte dei lavoratori e del popolo, che abbia una prospettiva di cambiamento reale della società. Per questo siamo diversi. Chi sta con i banchieri, con la finanza, con i grandi poteri privati della sanità, dei palazzinari non fa più parte della nostra famiglia».

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IL PARTITO COMUNISTA IN CORSA PER LE ELEZIONI EUROPEE 2019.

IL PARTITO COMUNISTA IN CORSA PER LE ELEZIONI EUROPEE 2019.

Il Partito Comunista ha depositato questa mattina il contrassegno elettorale per la partecipazione alle elezioni europee 2019. Correremo in tutte le circoscrizioni senza necessità di raccogliere le firme in quanto membri dell’Iniziativa Comunista Europea, rappresentata al Parlamento Europeo da due deputati del KKE, e grazie al consenso apprestato dai compagni greci all’inserimento del loro simbolo nel nostro contrassegno elettorale al fine di rafforzare il presupposti stabiliti dalla legge italiana per il diritto a tale esonero. Il gesto del KKE è una testimonianza di vero internazionalismo, la prova della forza e della solidità dei legami internazionali che il Partito Comunista ha costruito in questi anni con i propri partiti fratelli.

La raccolta delle sottoscrizioni sarebbe stata uno scoglio impossibile da superare altrimenti. La legge richiede infatti 145.000 firme con quote regionali altissime (3.000 nella sola Valle d’Aosta), e dei costi ingenti necessari per le autenticazioni. Si tratta di una legge antidemocratica che ha come unico e chiaro scopo quello di favorire le forze politiche già presenti in Parlamento, spingere i partiti ad accordi forzati e innaturali, coalizzandosi con le forze maggioritarie, impedire la riorganizzazione di forze popolari alternative ai partiti esistenti.

La partecipazione alle elezioni europee non muta il nostro giudizio sulla natura irriformabile dell’Unione Europea, e delle sue istituzioni. Utilizzeremo queste settimane di campagna elettorale per denunciare la reale natura dell’Unione Europea, senza ipocrisie e opportunismi di sorta. Così come abbiamo già fatto nelle elezioni politiche del 2018, diremo chiaramente ai lavoratori e alle lavoratrici che il voto al Partito Comunista è un voto al rafforzamento della prospettiva storica di abbattimento della società capitalista e di accumulazione di forze nella direzione della costruzione di una società socialista.

L’Europa dei lavoratori e dei popoli che noi vogliamo realizzare, potrà essere costruita solo al di fuori dell’Unione Europea che è un’alleanze imperialista al cui timone ci sono le grandi società della finanza. L’Unione Europea è il principale promotore delle politiche di attacco ai diritti dei lavoratori e delle classi popolari, protagonista di guerre e responsabile della crisi. Non esiste spazio per la creazione di una società che metta in primo piano i diritti sociali nella gabbia dell’Unione Europea e dell’euro. Non esiste alcun futuro di progresso, di giustizia e di pace per le nuove generazioni in un sistema antidemocratico che mira a schiacciare i diritti e la condizione dei popoli in favore del profitto di pochi.

Crediamo sia necessario rafforzare il processo di ricostruzione comunista per dare ai lavoratori e alle classi popolari una reale alternativa alla falsa scelta tra le forze di governo e di opposizione, tra europeisti e nazionalisti, divisi nella propaganda ma sempre uniti nella difesa degli interessi della finanza e nell’approvazione di politiche antipopolari. Un’alternativa che non può essere rappresentata da liste elettorali di sinistra, prigioniere di contraddizioni politiche e prive di qualsiasi prospettiva, funzionali solo alla conservazione di vecchi gruppi dirigenti, che puntualmente si presentano a ogni elezione con nomi e simboli diversi, contribuendo solo a disorientare il proprio popolo.

Un’alternativa che dobbiamo realizzare prima di tutto nel nostro Paese, ma coordinandoci e unendoci a livello internazionale con i Partiti Comunisti per rendere più forte la nostra azione. Siamo consapevoli che la presenza del Partito Comunista alle elezioni europee è un importante segnale di rafforzamento dell’Iniziativa Comunista Europea e di tutti i partiti che, nelle difficili condizioni dell’Europa di oggi, stanno portando avanti il processo di ricostruzione comunista. Insieme con i nostri partiti fratelli e sulla base delle linee comuni che ci siamo dati affronteremo questa sfida.

Solo il rafforzamento dei comunisti può creare in Italia e in Europa i presupposti di una reale svolta politica. Per questa ragione invitiamo a votare il 26 maggio per il Partito Comunista e a prendere da subito contatto con le nostre federazioni e con i nuclei del Partito per sostenere la nostra azione.

Roma, 8 aprile 2019

Ufficio Politico
Partito Comunista

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Denunciamo l’intervento imperialista in Venezuela. Solidarietà con il popolo del Venezuela!

Denunciamo l’intervento imperialista in Venezuela. Solidarietà con il popolo del Venezuela!

Noi, Partiti Comunisti e Operai di tutto il mondo, denunciamo con decisione i piani imperialisti, le tattiche minatorie e le minacce scatenate dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e i loro governi alleati in America Latina, per rovesciare il presidente legittimamente eletto del Venezuela, Nicolás Maduro, sottomettere il popolo del paese ai loro interessi imperialistici e saccheggiare le risorse e ricchezza del paese.

Dopo il fallimento della provocazione orchestrata dagli Stati Uniti con la marionetta degli imperialisti Guaidó, il 23 febbraio alla frontiera con la Colombia, con il pretesto degli “aiuti umanitari”, vengono promossi nuovi scenari per un colpo di stato e l’attacco militare imperialista, mentre allo stesso tempo continuano gli sforzi per organizzare nuove provocazioni che daranno un pretesto per l’escalation dell’intervento.

Condanniamo fermamente qualsiasi scenario di colpo di stato e di intervento militare imperialista degli Stati Uniti e i suoi alleati!

Dichiariamo in modo deciso che contro di loro troveranno non solo il popolo del Venezuela, ma anche i Partiti Comunisti e Operai, il movimento operaio e popolare di tutto il mondo.

Condanniamo con veemenza le dichiarazioni del Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, secondo cui il governo degli Stati Uniti segue la dottrina Monroe che considera l’intera America Latina come una loro esclusiva zona d’interesse.

L’America Latina appartiene ai suoi popoli!

 Fedeli ai principi dell’internazionalismo proletario, esprimiamo la nostra solidarietà con il popolo venezuelano, che è l’unico responsabile degli affari interni del suo paese.

Esprimiamo la nostra solidarietà con il Partito Comunista del Venezuela, alla Gioventù Comunista del Venezuela e alle altre forze antimperialiste Venezuelane che lottano in difficili condizioni per difendere gli interessi del popolo.

Abbasso l’imperialismo!

I popoli vinceranno! 

  1. Partito Comunista d’Albania
  2. Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo
  3. Partito del Lavoro d’Austria
  4. Partito Comunista Bangladesh
  5. Partito Comunista Brasiliano
  6. Partito Comunista di Gran Bretagna
  7. Nuovo Partito Comunista di Gran Bretagna
  8. Partito Comunista del Canada
  9. Partito Comunista di Boemia & Moravia
  10. AKEL, Cipro
  11. Partito Comunista in Danimarca
  12. Forza della Rivoluzione, Repubblica Dominicana
  13. Partito Comunista Tedesco
  14. Partito Comunista di Grecia
  15. Partito dei Lavoratori Ungherese
  16. Partito Comunista d’India
  17. Partito Tudeh d’Iran
  18. Partito Comunista d’Irlanda
  19. Partito Comunista, Italia
  20. Partito Comunista Giordano
  21. Movimento Socialista del Kazakhstan
  22. Partito Comunista Libanese
  23. Partito Socialista (Lituania)
  24. Partito Comunista di Malta
  25. Partito Comunista del Messico
  26. Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi
  27. Partito Comunista del Pakistan
  28. Partito Comunista Palestinese
  29. Partito Popolare Palestinese
  30. Partito Comunista Paraguayano
  31. Partito Comunista Peruviano
  32. Partito Comunista Filippino [PKP 1930]
  33. Partito Comunista Portoghese
  34. Partito Comunista della Federazione Russa
  35. Unione dei Partiti Comunisti – CPSU
  36. Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna
  37. Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia
  38. Partito Comunista dello Swaziland
  39. Partito Comunista di Turchia
  40. Partito Comunista d’Ucraina
  41. Unione dei Comunisti d’Ucraina

 

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Il PC al XX Incontro internazionale dei Partiti Comunisti

Il PC al XX Incontro internazionale dei Partiti Comunisti

Una delegazione del Partito Comunista parteciperà in questi giorni al XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai organizzato nell’ambito della rete Solidnet. L’incontro si terrà ad Atene, in contemporanea con le manifestazioni per il centenario dalla nascita del KKE. Tema dell’incontro è: «La classe lavoratrice contemporanea e le sue alleanze. I compiti dell’avanguardia politica – i partiti comunisti e operai – nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo “. All’icontro parteciperanno 91 partiti comunisti provenienti da 73 paesi di tutto il mondo.

Il rafforzamento di momenti di confronto e discussione dei partiti comunisti a livello internazionale rappresenta un passo in avanti nella direzione di un maggior coordinamento e unità della lotta politica nei rispettivi paesi. Il Partito Comunista è convinto sostenitore di questa necessità, insieme al necessario rafforzamento delle posizioni marxiste-leniniste a livello internazionale.

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