STATI UNITI : UNICI AD AVER USATO LA BOMBA ATOMICA


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STATI UNITI : UNICI AD AVER USATO LA BOMBA ATOMICA

Ecco il vero volto della “democrazia” degli Stati Uniti.
La prima bomba atomica lanciata il 6 Agosto sulla città di Hiroshima, una città rasa al suolo, tra 90 mila e 166 mila morti stimati e conseguenze nei decenni successivi.
Tutto questo con una guerra che ormai giungeva alla fine, solo per dare dimostrazione della propria forza ai comunisti, all’Unione Sovietica.
Ecco chi è che detiene tutt’ora il più grande arsenale nucleare del mondo e UNICI nella storia ad aver usato le bombe atomiche.

NON DIMENTICHIAMOLO MAI.

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Cerchiamo di diffondere al massimo la voce del Partito Comunista


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Cerchiamo di diffondere al massimo la voce del Partito Comunista, l’unico strumento per cambiare veramente lo stato di cose presenti.
Siamo tornati a 400 iscritti sul nostro canale dopo che, quello originale con 2000 iscritti ci è stato tolto.

Telegram in questo momento è l’unico canale di comunicazione che non mette censura su nessuna tematica.

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4 Agosto 1983 – Thomas SANKARA diventa presidente dell’Alto Volta


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4 Agosto 1983 – Thomas SANKARA diventa presidente dell’Alto Volta, che lo stesso giorno dell’anno dopo, diventerà Burkina Faso, che significa “la terra degli uomini integri” nella lingua parlata dalle etnie che vivono nel Paese.

“Lo schiavo che non organizza la propria ribellione non merita compassione per la sua sorte. Questo schiavo è responsabile della sua sfortuna se nutre qualche illusione quando il padrone gli promette libertà. La libertà può essere conquistata solo con la lotta.“

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4 1974 – STRAGE TRENO 50 4 1974, 5 12…


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4 Agosto 1974 – STRAGE TRENO ITALICUS

Noi non dimentichiamo
Sono passati 50 anni, ma i comunisti non dimenticano i fascisti che mettevano le bombe con la connivenza di p2 e servizi segreti.

La notte del 4 agosto 1974, una bomba alla termite ad alto potenziale esplode nell’auto 5 dell’espresso Roma-Brennero; 12 persone sono morte nell’esplosione e altre 44 sono rimaste gravemente ferite.

Il neofascismo italiano, sostenuto sottotraccia da uno Stato marcio, mirava soprattutto a fermare l’avanzata del movimento operaio e del PARTITO COMUNISTA.

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4 Agosto 1974 – STRAGE TRENO ITALICUS


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4 Agosto 1974 – STRAGE TRENO ITALICUS

Noi non dimentichiamo
Sono passati 48 anni, ma i comunisti non dimenticano i fascisti che mettevano le bombe con la connivenza di p2 e servizi segreti.

La notte del 4 agosto 1974, una bomba alla termite ad alto potenziale esplode nell’auto 5 dell’espresso Roma-Brennero; 12 persone sono morte nell’esplosione e altre 44 sono rimaste gravemente ferite.

Il neofascismo italiano, sostenuto sottotraccia da uno Stato marcio, mirava soprattutto a fermare l’avanzata del movimento operaio e del PARTITO COMUNISTA.

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SANITÀ ALLO SBANDO, IN ITALIA NON ABBIAMO NEMMENO LE STECCHE…


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SANITÀ ALLO SBANDO, IN ITALIA NON ABBIAMO NEMMENO LE STECCHE PER INGESSARE!

Una fotografia vera e propria dello stato della sanità in Italia, un paese che corre sempre più velocemente verso il baratro e che, oltre a svendersi pezzo dopo pezzo, continua a distruggere quel poco di buono che era rimasto.

Da ieri circola una foto proveniente da un ospedale della provincia di Messina, dove, come se fossimo in un paese in guerra o nelle parti più povere del mondo, un giovane di 30 anni si è visto “ingessare” la propria gamba con dei pezzi di cartone. La rappresentazione plastica di un paese ormai ridotto ai minimi termini.

Siamo passati in poco tempo dall’avere il miglior Sistema Sanitario Nazionale e Universale per tutti a qualcosa di molto vicino a un ospedale da campo, alternando grandi eccellenze, ormai soprattutto private, che sostituiscono il pubblico foraggiate dallo Stato, a situazioni come quella che vi raccontiamo oggi.

SOCIALISMO O BARBARIE!

#Sanità #Italia #SistemaSanitario #Messina #CrisisSanitaria #Ospedali #SanitàPubblica

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ELON MUSK SI UNISCE AGLI ATTACCHI A MADURO!


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ELON MUSK SI UNISCE AGLI ATTACCHI A MADURO!

Elon Musk attacca il neo eletto presidente Nicolas Maduro e il risultato delle elezioni venezuelane, accusandolo di brogli e interferendo quindi con il processo democratico e sovrano del Venezuela. Musk sostiene che ci sia una palese violazione del diritto internazionale che richiederebbe indagini approfondite.

Un copione già collaudato: quando non vincono le opposizioni supportate dagli USA, allora si grida ai brogli e si tenta il golpe, si manipolano le immagini e si lasciano passare i buoni per i cattivi e viceversa.

È già successo proprio in Venezuela, tra l’11 e il 14 aprile del 2002, quando furono proprio le rivolte popolari e il sostegno di quella parte di esercito che non si era venduta alle sirene statunitensi a far fallire il golpe e a riportare Chavez alla guida del paese. Il popolo venezuelano aveva vinto ancora una volta.

Tornando ai nostri giorni, le elezioni in Venezuela hanno lasciato l’amaro in bocca all’imperialismo yankee. Elon Musk ha pubblicato ripetuti attacchi al presidente eletto Nicolas Maduro direttamente dal suo profilo X, incitando al golpe in Venezuela e minacciando addirittura di bombardare Maduro e di buttarlo in un carcere di massima sicurezza a Guantanamo.

Elon Musk, oltre ad essere tra gli uomini più ricchi al mondo, supporta attraverso “Starlink” il complesso militare USA, di cui è ormai parte integrante, e utilizza la sua piattaforma X (l’ex Twitter) per manipolare la realtà e l’opinione pubblica all’interno del Venezuela, dove la sua piattaforma è aperta e disponibile a tutti i cittadini… ma il Venezuela non era una dittatura?

#ElonMusk #Maduro #Venezuela #Imperialismo #ElezioniVenezuelane #Golpe #Starlink #PoliticaInternazionale #Interferenza #Sovranità #DirittiUmani #PopoloVenezuelano #Chavez

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STRAGE DI BOLOGNAI COMUNISTI NON DIMENTICANO


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#2agosto1980 – STRAGE DI BOLOGNA
I COMUNISTI NON DIMENTICANO

L’orologio della stazione Centrale di Bologna segna eternamente le 10.25, l’ora della strage che uccise 85 persone e ne ferì altre 200.
Mano fascista e regia di Stato per la strategia della tensione contro i comunisti.

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ASSASSINIO MIRATO ALLA PACE

Negli ultimi giorni si sono verificati alcuni eventi politici di grandissimo spessore, riguardanti la Palestina.
Il primo, la Knesset, il Parlamento israeliano, ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che respinge la nascita di uno Stato palestinese.
Il secondo, Netanyahu è stato ascoltato al Paramento statunitense e poi ha incontrato entrambi i candidati, Trump e Harris.
Il terzo, in Cina si è svolto un importantissimo incontro tra le delegazioni di 14 organizzazioni palestinesi, che ha sancito la fine delle ostilità tra di esse e un patto d’azione.
In questo quadro si situano i due attentati ad altissimi dirigenti di Hezbollah e di Hamas. Entrambi provocatoriamente avvenuti in Paesi esteri e in violazione patente di qualunque diritto internazionale. Essi non sono altro che il seguito di un’interminabile scia di sangue di cui i governi israeliani si macchiano costantemente.
Lo “stupore” statunitense, le “prese di posizione” dei nani europei sono del tutto fuori luogo. La comunità internazionale – quella vera e non quella occidentale farlocca autodichiarata – fa sentire alta la propria condanna.
Le ragioni sono sempre le stesse e sono racchiuse nella risoluzione della Knesset: “Uno Stato palestinese nel cuore di Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione”.
Infatti chiunque in Israele, di destra o di “sinistra”, si rende conto che, in caso si creasse un vero Stato sovrano palestinese, la destabilizzazione di Israele si creerebbe, ma non già per cause esterne, ma perché dovrebbero rientrare nel territorio assegnato allo stato ebraico 800mila coloni armati fino ai denti, che oggi si trovano su territori che svariate risoluzioni ONU riconoscono come occupate illegalmente da essi.
È chiaro a tutti che questi assassinî non potranno mai indebolire l’avversario, ma solo radicalizzare il conflitto.
Israele non può volere la pace, la deve sabotare a tutti i costi. È l’unica soluzione che ha contro il proprio dissolvimento. L’assassinio mirato ai capi degli schieramenti coi quali si dovrebbe trattare non è casuale o folle, ma ben premeditato.

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CAROLA RACKETE DIFENDE LE POSIZIONI FILO STATUNITENSI E IMPERIALISTE DEGLI…


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CAROLA RACKETE DIFENDE LE POSIZIONI FILO STATUNITENSI E IMPERIALISTE DEGLI OPPOSITORI A MADURO

Proprio così, Carola Rackete, da poco eletta in Europa, si pone sulla stessa linea degli Stati Uniti, difendendo le posizioni della destra venezuelana che sta attaccando i risultati elettorali conseguiti da Maduro. Una dichiarazione che si inserisce strettamente nel solco della difesa degli interessi dell’imperialismo e mette un ulteriore chiodo sulla bara di quella che dovrebbe essere “la sinistra” in Europa. Un altro capolavoro della Rackete che è riuscita a far sprofondare il suo partito, Die Linke, al 2,7%.

O si è contro la NATO, contro l’Unione Europea e contro l’imperialismo, e quindi si è dalla parte del Venezuela, oppure si è contro la vittoria di Maduro e quindi si è filo-imperialisti, pro NATO e per l’Unione Europea.

SOCIALISMO O BARBARIE!

#CarolaRackete #Maduro #Venezuela #Imperialismo #DieLinke #NATO #UnioneEuropea #Elecciones2023 #PoliticaInternazionale #DestraVenezuelana #Resistenza #AntiImperialismo #Solidarietà #PopoloVenezuelano #Socialismo #Barbarie

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Condividiamo dal sito di informazione del Partito Comunista (Svizzera) KAMALA HARRIS:…


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Condividiamo dal sito di informazione del Partito Comunista (Svizzera)

KAMALA HARRIS: DA BOIA DELLA CALIFORNIA A ICONA PROGRESSISTA

Mentre il teatro delle elezioni statunitensi non cessa di offrire i bis al pubblico mondiale, che segue attentamente lo spettacolo più per timore delle sue conseguenze infauste che per amore delle vicissitudini politiche dell’Impero, la stampa occidentale sceglie e sprona i propri campioni. Il ritiro dalla corsa alle elezioni di Biden non solo ha posto i giornalisti di fronte all’oggettività dei deficit cognitivi del presidente, che pure erano stati negati a spada tratta per anni e declassati ad accuse decontestualizzate di semplici detrattori, ma ne ha sollecitato una nuova presa di posizione. Zoppicato via dal palco l’eroe dell’estrema destra paramilitare ucraina e del colonialismo genocida israeliano, ecco che a montare su di esso è, benedetta proprio dal senile uscente, la vicepresidente Kamala Harris. Figura piuttosto anonima dell’amministrazione Biden, messa da parte il più possibile nelle grandi apparizioni pubbliche per via delle sue atroci capacità retoriche, è riuscita in fretta a raccogliere il sostegno del proprio partito e dei suoi donatori (tra cui l’immancabile AIPAC, una delle più potenti lobby sioniste negli Stati Uniti). A correrle dietro strombazzandone la venuta sono diversi giornali occidentali, che ne tessono le lodi più varie e, sopra ad ogni cosa, ne decantano il pedigree di donna afroamericana e di origini asiatiche. E a leggere certe arringhe, pare proprio che basti quest’ultimo, una specie di patentino di legittimità liberale, a sancire il presunto ethos “progressista” della candidata alla presidenza. I giornalisti ignorano (e sarebbe negligenza) o dissimulano (e sarebbe tradimento) il fatto che la Harris gli riderebbe in faccia a leggere simili associazioni con la sua persona

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