L’alleanza degli stati del Sahel: Un nuovo fronte per la resistenza anti-imperialista

L’alleanza degli stati del Sahel: Un nuovo fronte per la resistenza anti-imperialista

In un contesto di crescente destabilizzazione del Sahel, guidata dalle politiche neocoloniali dell’Occidente, i popoli del Mali, Burkina Faso e Niger hanno compiuto un passo storico. Con la creazione dell’“Alliance of Sahel States” (AES), questi paesi impongono la loro volontà di rompere le catene dell’imperialismo e costruire un futuro fondato sulla sovranità nazionale e cooperazione alla pari tra le nazioni.

L’AES non è solo un’alleanza militare ma un progetto politico che incarna la resistenza contro l’imperialismo occidentale. La cacciata delle truppe francesi e la lotta al fondamentalismo islamico rappresentano un gigante passo verso il multipolarismo, di autodeterminazione popolare, liberi dal giogo occidentale.

Scandaloso il coinvolgimento dell’Ucraina, appoggiata dai suoi alleati NATO, nel sostegno a gruppi fondamentalisti islamici. Questo è il volto ipocrita di chi si professa paladino della democrazia mentre finanzia il terrorismo per i propri interessi.

Come marxisti-leninisti, sosteniamo ogni iniziativa che mira a smantellare il dominio imperialista e a promuovere la cooperazione tra nazioni alla pari.
Fuori le forze imperialiste dal Sahel, l’Africa agli africani!
#Sahel #Africa #antimperialismo #libertà #multipolarismo #multipolare #alleanza #cooperazione

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PATRICE EMERY LUMUMBA: Il simbolo dell’indipendenza del Congo.

PATRICE EMERY LUMUMBA: Il simbolo dell’indipendenza del Congo.

PATRICE EMERY LUMUMBA: Il simbolo dell’indipendenza del Congo.
Patrice Emery Lumumba divenne il Primo Ministro della Repubblica Popolare del Congo nel 23 giugno del 1960.
Sette giorni più tardi, pronunciò lo “storico “discorso dell’indipendenza congolese”
Lumumba fu inoltre il primo dirigente politico democraticamente eletto nella storia della Repubblica Democratica del Congo.
Quando infine sfidò le compagnie minerarie e il governo belga, decretando l’africanizzazione dell’esercito, venne catturato e giustiziato il 17 gennaio del 1961 dai suoi nemici politici al soldo del Belgio.
Tutto ciò con il benestare degli USA, che giustificarono i fatti con il pretesto che la politica di Lumumba stava avvicinando il Congo all’URSS.
Ancora oggi in Africa e nel mondo rappresenta un simbolo indelebile della lotta all’imperialismo e del riscatto dei popoli africani.
ONORE A PATRICE LUMUMBA.

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Egitto: arriva nuovo premier gradito a piazza Tahir

Si e’ dimesso il primo ministro egiziano, Ahmed Shafik, nominato da Hosni Mubarak poco prima di lasciare l’incarico. Ne ha dato notizia il Consiglio supremo delle forze armate che ha incaricato l’ex ministro dei Trasporti, Essam Sharaf, di formare il nuovo governo che dovra’ guidare la transizione politica.

I giovani della rivoluzione del 25 gennaio hanno salutato con favore l’avvicendamento e hanno chiesto a Sharaf, un ex ministro dell’Aeronautica che partecipo’ alle proteste, di giurare in Piazza Tahrir. Il suo nome era stato suggerito proprio dagli attivisti democratici nell’incontro con i militari svoltosi domenica scorsa e per questo e’ stata annullata la manifestazione di protesta gia’ i programma. Anche l’ex capo dell’Aiea, Mohamed ElBaradei, leader dell’opposizione laica, ha parlato di scelta che “va nella giusta direzione”.

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Bombe sulla roccaforte dei ribelli

Nuovo bombardamento sul centro di Brega, la città libica orientale dove ieri gli insorti hanno respinto un attacco aereo e di terra delle truppe fedeli di Gheddafi. “Ho sentito un aereo, poi l’esplosione ed ho visto un cratere”, ha detto un testimone, Mohammed Shibli da Brega, precisando che la bomba è caduta vicino all’università di ingegneria che si trova a circa due chilometri dal terminal petrolifero per l’export. “C’è stato un attacco aereo circa un’ora e mezzo fa L’ho visto con i miei occhi”, ha detto da parte sua Awadh Mohammed, un volontario che sta con i ribelli. Mentre continuano gli scontri nel Paese, si stringe la morsa contro il raìs: è operativo il blocco dei beni della famiglia Gheddafi deciso dalla Ue insieme all’embargo delle armi e il Tribunale penale internazionale ha aperto un’inchiesta per crimini di guerra in cui risulta indagato il leader libico, insieme ai vertici del regime. Intanto, le tre navi da guerra americane transitate per il Canale di Suez sono ormai a 50 miglia dalle coste libiche. Il presidente Usa ha annunciato che verrà autorizzato l’uso dell’aeronautica per permettere il rimpatrio dei profughi egiziani.

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