QUARANTENA?   DAL 2022 NON È PIÙ CONSIDERATA MALATTIA PER I LAVORATORI

QUARANTENA? DAL 2022 NON È PIÙ CONSIDERATA MALATTIA PER I LAVORATORI

Attenzione: sebbene la quarantena verrà applicata meno frequentemente come è scritto nella circolare emanata il 30 dicembre, dal 2022 la quarantena e la permanenza domiciliare fiduciaria non sono più equiparabili alla malattia.
Il periodo di malattia è coperto dall’Inps e il governo non ha rifinanziato la misura.
In mancanza di rifinanziamento, la tutela è finita il primo gennaio e così sarà se non saranno impiegate altre risorse, come si può leggere dal «decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146».
La nuova norma stabilisce che l’equiparazione a malattia del periodo trascorso in quarantena in permanenza domiciliare o sorveglianza attiva, è riconosciuta fino al 31 dicembre 2021, solo a fronte di apposito stanziamento.
Lo diciamo dall’inizio. Dietro la scusa della tutela collettiva (largamente ignorata quando si trattava di garantire la SICUREZZA e i DPI nei luoghi di lavoro) si introducono meccanismi atti a disintegrare il già martoriato tessuto lavorativo italiano.
Com’era la storia che questo governo ci tiene a combattere per la tutela della nostra salute collettiva?
Approfittare della situazione pandemica per introdurre norme e ricatti coercitivi ai danni della classe lavoratrice, é un altro bel regalino voluto direttamente dall’UE.

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METASALUTE SULL’ORLO DEL FALLIMENTO

METASALUTE SULL’ORLO DEL FALLIMENTO

Una truffa durata 10 anni.

I Metalmeccanici rimangono senza sanità integrativa.
Il fondo sanitario dei metalmeccanici “Meta Salute” con cui vengono di fatto sottratti soldi ai lavoratori dagli aumenti salariali per destinarli a fondi privati gestiti dai consigli di amministrazione dei sindacati fim fiom uilm e associazioni industriali, è in fallimento.
Anche se l’assicurazione é obbligatoria e viene pagata dall’azienda, dal nuovo anno sono previsti tagli con annessi pagamenti per prestazioni.
UNA VERA E PROPRIA TASSA PER I LAVORATORI, nel tentativo di scongiurare la fine del famigerato fondo Metasalute.
Meno prestazioni, ma più quote da versare…
La sanità integrativa, complice anch’essa dello smantellamento nel tempo di una sanità pubblica efficiente, NON VA MAI PIÙ INSERITA IN UN QUALSIASI CCNL.
La sanità deve essere pubblica, efficiente e gratuita per TUTTI.

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POVERI SEMPRE PIU’ POVERI RICCHI SEMPRE PIU’ RICCHI

POVERI SEMPRE PIU’ POVERI RICCHI SEMPRE PIU’ RICCHI

La povertà nel nostro Paese negli ultimi due anni è cresciuta (+104% rispetto al 2010), si a causa della pandemia che ha bloccato l’economia, ma soprattutto per colpa dei provvedimenti di un governo che non si è voluto preoccupare del benessere dei lavoratori e del popolo e ha attuato vergognose misure a favore dei grandi gruppi industriali e delle multinazionali, come lo sblocco dei licenziamenti, l’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro e nel contempo il vergognoso il finto DDL contro le delocalizzazioni, pratica sempre più usata negli ultimi anni da chi delocalizza come una pistola puntata alla testa dei lavoratori, impoverendo un tessuto sociale, perché se ci sono meno lavoratori, ci sono meno persone che consumano e usufruiscono di piccolo commercio, artigianato o professionisti.
Mentre la situazione lavorativa ed economica dei lavoratori si fa sempre più disastrosa, i grandi potenti della terra, da questo periodo tragico si sono arricchiti sempre di più, aumentando a dismisura i propri guadagni. Secondo la classifica Bloomberg infatti, la fortuna collettiva delle 500 persone più ricche del mondo nell’ultimo anno è cresciuta di 1000 MILIARDI di dollari. Questo ristretto gruppo di Paperoni possiede una fortuna combinata che supera gli 8.400 miliardi di dollari, più del PIL di tutti i Paesi del mondo, a eccezione di Stati Uniti e Cina.
Le disuguaglianze quindi si fanno sempre più marcate. Ovvero i pochi ricchi al mondo diventano sempre più ricchi, mentre i poveri sono sempre di più e sono sempre più poveri, con l’ingresso di centinaia di migliaia di persone nella fascia dell’indigenza.
BISOGNA RIBALTARE TUTTO!

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LAVORATORI AIR ITALY DIMENTICATI

LAVORATORI AIR ITALY DIMENTICATI

Air Italy continua nella macelleria sociale che si prospettava.
Altri 1322 lavoratori hanno definitivamente perso il lavoro con l’arrivo del nuovo anno, infatti venerdì è scaduta l’ultima proroga della cassa integrazione, quindi i lavoratori e le lavoratrici potrebbero ricevere già nei prossimi giorni le lettere di licenziamento. ( Ci dicono che le prime lettere di licenziamento stanno già arrivando)
Sono mesi che ormai i lavoratori scendono in piazza contro questi licenziamenti ma al momento non c’è ancora stato nessun intervento da parte dell’azienda né tantomeno da parte del governo Che come sempre se ne frega dei lavoratori e pensa solo ai padroni dei grandi gruppi capitalistici e delle multinazionali.
Manifestazioni e scioperi non sono riusciti a far dire a “nessun ministro la parola ‘Air Italy’, solo qualche sottosegretario e ministro, ma sprovvisto di delega. La politica si è totalmente dimenticata di questa vertenza e continua ad ignorarla.
Questo è ciò che sta facendo il governo in ogni ambito lavorativo, fa gli interessi dei padroni contro i lavoratori e cerca di nascondere tutto, facendo litigare la popolazione su armi di distrazioni di massa tipo green pass.
Così cerca di nascondere la macelleria sociale in atto e le grandi aziende se ne approfittano continuando a licenziare e/o a delocalizzare a proprio piacimento, pensando solo a lucrare e trattando i propri dipendenti come degli schiavi.

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SAXA GRES: 350 OPERAI IN CASSA

SAXA GRES: 350 OPERAI IN CASSA

Il neo padrone di GKN: “C’è troppo caro-energia”.
Se questo è il trattamento per i lavoratori delle sue aziende,

CHE FUTURO PER LA GKN?

Succede che per inaugurare al peggio il nuovo anno, ad Anagni e Roccasecca (Frosinone) vengono lasciati a casa in cassa integrazione ben 350 operai. Ecco il “buon anno nuovo” che la cara vecchia classe imprenditoriale italiana, riserva ai lavoratori.
Ad esporsi pubblicamente è Francesco Borgomeo, Presidente del gruppo Saxa e neo proprietario della GKN di Campi Bisenzio (Firenze)
Borgomeo, giustifica le 350 casse integrazioni con l’aumento dei costi dell’energia (luce gas e quant’altro), tenendoci a sottolineare però che l’azienda ha un sacco di ordini e di lavoro.
Le 350 casse integrazioni, lui le definisce manovra per “tamponare il caro energie”. Attingere alla fiscalità generale, ai soldi di tutti per tamponare le sue spese.
Come se gli stessi problemi amplificati per 100 volte, non li abbiano anche gli stessi operai.
Il caro energie, pesando su TUTTI i cittadini, non lo subiscono in primis le famiglie dei lavoratori, che a casa devono pagare le bollette?
Non lo subiamo tutti noi appartenenti alle classi popolari?
L’arroganza della classe padronale, risiede nel giustificare le vergognose azioni gestionali delle proprie imprese private, tirando in ballo i problemi quotidiani che tutti noi viviamo sulle nostre spalle, applicandoli semplicemente al concetto “costi/benefici” dei propri interessi.
Ci chiediamo l’affidabilità di questo padrone riguardo l’acquisizione della GKN, o che non abbia semplicemente fatto una operazione marketing e di speculazione.
Il lavoro, gli operai, gli stessi che producono mezzi e guadagni per i padroni, NON SONO PEDINE su una cartina del Risiko.
I lavoratori non sono la vostra carne da macello.
Sicuramente la cassa integrazione (che nella stragrande maggioranza dei casi è il preludio per il licenziamento) è meglio del licenziamento in tronco.
Ma finché il sistema produttivo italiano sarà gestito da questi personaggi, con queste regole, noi lavoratori saremo sempre costretti a scegliere tra il PEGGIO e il presunto MENO PEGGIO.
La gestione deve essere dei lavoratori. Scegliere come produrre e quanto produrre, al di fuori degli schemi e della gabbia del mercato.
Questa é l’unica vera soluzione, che può essere garantita solo da una società socialista che mette il lavoro collettivo ed il benessere collettivo, davanti a quello del profitto privato di pochi.
SOCIALISMO O BARBARIE.

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20 ANNI DI EURO 20 ANNI DI FURTO

20 ANNI DI EURO 20 ANNI DI FURTO

20 anni fa, spariva la Lira e arrivava l’Euro.
Oggi i grandi media celebrano con piacere quell’evento.
Tra applausi esaltati e telegiornali nazionali che addirittura dicono che i redditi sono aumentati del 50% rispetto a 20 anni fa…vogliamo ricordare giusto due cosette:
Da quando l’Italia é entrata nell’Unione Europea (1992) e nell’Eurozona (1997 col rientro nello SME) è stata la nazione con più privatizzazioni rispetto agli altri Paesi. Ben il 10% di PIL, corrispondente a più di 100 miliardi di euro.
-Veniamo da quasi 30 anni di tagli alla spesa pubblica: 900 miliardi di euro in meno dal 1992 a oggi.
-La domanda interna è crollata dell’8,6%. La produzione industriale è crollata del 25,4%.
-Le retribuzioni lorde sono state tagliate del 7%. Il reddito delle famiglie è sceso del 5,4%.
-Il tasso di risparmio è passato dal 28% degli anni 80 all’attuale 3%.
Mentre il numero di poveri assoluti è triplicato, passando da 1,9 milioni (3,3%) del 2005 ai 5,6 (9,4%) del 2020.
-Dal 1992, abbiamo dato più di 200miliardi di euro alla UE, essendo noi contribuenti netti.
Qualcuno ebbe addirittura il coraggio di definirci “euro-miracolati”.
FUORI DALL’UNIONE EUROPEA DELLE BANCHE E DELLE ÉLITE E LA FREGATURA DELL’EURO!

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1 GENNAIO 1959: TRIONFA LA RIVOLUZIONE!

1 GENNAIO 1959: TRIONFA LA RIVOLUZIONE!

Con il rovesciamento del regime del generale Batista grazie alla rivoluzione guidata da Fidel Castro e da Ernesto Che Guevara, nel 1959 Cuba entra in una nuova era.
I ricchi proprietari terrieri, i servi del dittatore filo USA e i potenti mafiosi italo-americani che fino ad allora avevano abusato della libertà del popolo cubano, scappano inseguiti dalle fucilate dei giovani rivoluzionari, che trasformeranno da lì a poco Cuba.
Non più “il bordello degli USA”, ma la patria di un popolo unito, compatto e fiero della propria storia.
Un popolo che ancora oggi resiste agli attentati e all’infame blocco economico che gli Stati Uniti continuano a perpetuare.
Con un saluto fraterno al popolo cubano, il Partito Comunista continua il suo percorso contro il governo Draghi, il governo delle banche, dell’Unione Europea, e degli sfruttatori di quelli che vivono del proprio lavoro e chiunque continui a voler imbavagliare la volontà del popolo.
BUON 2022, non un passo indietro!

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CI TOGLIERANNO TUTTO!

CI TOGLIERANNO TUTTO!

Rivogliamo il nostro oro.

l’Italia non è un Paese povero e non competitivo con gli altri Paesi che di fatto dominano il mondo. Fa parte del G7 ed è l’11ma potenza militare del mondo, la seconda potenza manifatturiera in Europa.
l’Italia è uno dei Paesi più ricchi e stabili che ci siano, il suo debito pubblico elevato è compensato da un debito privato molto basso.
I media, asserviti ai grandi gruppi finanziari, fanno passare l’idea di un Paese in difficoltà per giustificare la svendita continua delle produzioni e delle ricchezze alle multinazionali nazionali ed estere. L’Unione Europea e l’euro sono il principale strumento politico e finanziario per gestire questo ricatto. L’UE ci costa di più di quanto non entri e dirige le scelte di politica economica dei governi. I “prestiti” dovranno essere restituiti a tassi imprecisati.
In questi 30 anni siamo passati da essere la quinta potenza economica all’11°, abbiamo perso il 30% della nostra produzione e perso totalmente potere d’acquisto con gli stipendi che sono diminuiti rispetto al costo della vita.
Il nostro Paese possiede la quarta riserva aurea del mondo, dietro solamente a USA, Germania e FMI con 2451 tonnellate di oro. Di questo oro solamente il 45% si trova fisicamente in Italia, per colpa di vari trattati internazionali, il 43% del nostro oro è in territorio statunitense, il 6% in Svizzera e il restante 6% in Gran Bretagna. Ciò crea un grave problema di sovranità nazionale, infatti, in caso di fuoriuscita dell’Italia dalla NATO e/o dall’UE, porrebbe in condizione di ricattare l’Italia per la restituzione dell’oro.
Non è fantapolitica. Sta avvenendo ora con il sequestro dell’oro del Venezuela da parte della Banca d’Inghilterra.
Per non essere sotto ricatto internazionale, è il momento di fare rientrare tutto l’oro in Italia.

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