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2023 – Un anno di passaggio
grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente
Possiamo dire che il 2023 ha segnato una serie di sconfitte per il mondo unipolare.
In Europa il tanto atteso crollo della Russia non solo non si è avuto, ma quella nazione sembra stare meglio di prima. I russi non combattono con le pale e non smontano le lavatrici per ricavarne i chip di cui sono a corto, ma lanciano missili ipersonici di precisione, oggi montati anche su aerei, cosa che rende qualunque difesa antiaerea impossibile. La controffensiva ucraina si è rivelata quella tragica burla che era palese fin dall’inizio a tutti gli osservatori indipendenti e che doveva solo servire a coprire l’ulteriore trasferimento di fondi sottratti ai contribuenti americani ed europei per finanziare speculazione e distruzione di armi obsolete. Il 2024 si aprirà con un esercito ucraino ormai in disfacimento con prospettive ingestibili per la NATO.
Le sanzioni che l’occidente collettivo ha messo in opera si sono rivelate inefficaci a fiaccare l’economia russa, che invece si è riorientata rapidamente a commerciare con tutto il resto del mondo. È proprio notizia di oggi 30 gennaio, che Russia e India hanno deciso di aumentare ulteriormente gli scambi commerciali regolati nelle rispettive valute.
D’altro lato dopo la pandemia non è andato tutto bene come si prometteva. Anzi. Va avanti a larghi passi la deindustrializzazione dell’Europa, a causa anche delle controproducenti sanzioni e delle politiche suicide della Banca Centrale Europea. La Commissione Europea ordina (ma sappiamo che sono gli USA a ordinare) di tornare all’austerità, ma ora si chiamerà “sostenibilità”. Un termine sciocco e fuorviante ne sostituisce un altro. Nel frattempo ci incateniamo ancora con ulteriori debiti.
In Asia la Cina non è sull’orlo di una crisi finanziaria, la bolla dell’edilizia non è scoppiata e il PIL supera di slancio l’incremento del 5 percento, mentre da noi si farebbero carte false per farne un decimo, non riuscendo neanche a recuperare la crisi del post pandemia. Da noi neanche i “gatti morti” rimbalzano più. Mentre lo yuan supera il nostro tanto decantato euro come la moneta di scambio internazionale, il piratesco predominio del dollaro si avvia alla fine.
La pulizia etnica e il genocidio perpetrato da Israele, in cui tutti i partiti partecipano ora al governo di coalizione, mette quello Stato ormai in una posizione insostenibile davanti agli occhi di tutto il mondo. In due mesi ha fatto più del doppio di vittime civili palestinesi che la guerra in Ucraina in due anni di vittime civili da entrambe le parti. Ciò renderà ancora più ingestibile la situazione da parte dell’Occidente a guida USA.
In Africa i francesi e gli americani vengono cacciati a viva forza dai popoli in rivolta.
In Sudamerica possono vantare la vittoria del “loco” argentino, che però ne vedrà subito delle belle da parte della classe operaia in rivolta. Per il resto, la posizione del Venezuela e dell’eroica Cuba si rafforza nel prestigio internazionale. Persino in Nordamerica gli USA non riescono più a mettere in riga il Messico, che si rifiuta di collaborare nella politica dei respingimenti di massa.
Insomma: grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente.
Anche in Italia dobbiamo fare la nostra parte.
Il Partito Comunista è impegnato nell’incessante attività internazionale che sta facendo crescere costantemente la considerazione di cui godiamo presso gli altri partiti fratelli, nella costruzione della organizzazione della gioventù comunista, nell’approfondimento teorico e ideologico.
Il 21 gennaio ricorderemo a Roma il nostro immortale Maestro, V. I. Lenin, che ci indica ancora la strada, a 100 anni dalla sua scomparsa, di come si incarna l’azione di avanguardia rivoluzionaria.
È indispensabile rafforzare l’opera dei militanti del Partito dentro Democrazia Sovrana Popolare.
È indispensabile far sì che la nostra voce arrivi alla più vasta parte dei lavoratori, che si organizzi nel concreto l’opposizione politica reale nel nostro Paese, che si possano unire varie strade e diverse sensibilità per un unico fine comune, il rovesciamento di questa classe politica corrotta e venduta allo straniero.
Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai; egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione.