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VALENCIA, DISASTRO ANNUNCIATO, MA DA CHI?
L’opera di sciacallaggio del giornalismo mainstream non conosce limiti.
Anche gli eventi tragici che si svolgono nella regione di Valencia sono al centro di speculazioni che vanno tutte a senso unico: il cambiamento climatico. Non che, per salvarsi la coscienza, non si sottolinei che l’incuria del territorio non c’entri, ma si abusa del disastro ambientale, particolarmente grave, e quindi l’allarme che si genera, per far passare un argomento che, non solo è controverso ma, anche se fosse provato, è del tutto estraneo alla vicenda. Anche se fosse possibile arrestare la tendenza al riscaldamento globale, occorrerebbe un coinvolgimento internazionale che non c’è e comunque ci vorrebbero anni per vederne gli eventuali risultati positivi.
Un florilegio divertente.
«Il cambiamento climatico è più rapido di quanto previsto dai modelli scientifici», Telmo Pievani, professore di FILOSOFIA delle Scienze biologiche all’Università di Padova, (La Stampa)
«Si usano i modelli matematici che pensiamo descrivano la realtà, si elimina la perturbazione introdotta dalle attività umane con i gas serra e si vede il risultato». (La Repubblica). Peccato che modelli statistici affidabili sull’evoluzione del clima non ce n’è, figuriamoci uno che “descriva la REALTÀ” (quale?, tutta? Una metà?).
«Tutto il Mediterraneo … è diventato veramente un mare molto caldo: in estate aveva una temperatura di 30 GRADI, ora siamo attorno ai 22.» Luca Mercalli, climatologo (in realtà, meteorologo) (IlSole24Ore). Tutti al mare!
A Valencia, nel frattempo botta e risposta tra autorità locali e nazionali, così come già visto in Italia in occasione dei disastri emiliani.
Gli «organismi di competenza nazionale», come l’Agenzia meteorologica statale, hanno la responsabilità delle “informazioni” necessarie per permettere ai governatori di attivare i piani di emergenza nei loro territori. «Il Ministero dell’Interno ricorda che l’attivazione dei piani territoriali di protezione civile è di competenza esclusiva delle autorità regionali».
Bel banco di prova su cosa è e soprattutto cosa sarà l’Autonomia differenziata in Italia. Già abbiamo 21 Dipartimenti di protezione Civile in “legislazione concorrente”, che dovrebbe significare che ci si aiuta l’uno con l’altro col Governo nazionale. Ma come può la prevenzione e soprattutto la previsione essere migliorata con 21 più uno attori? Si assiste e si assisterà al solito scaricabarile.
Per non parlare della genialata del governo nazionale che, per regalare soldi alle compagnie di assicurazione, sta pensando di rendere le assicurazioni sui disastri ambientali obbligatorie. Così poi il costo si scaricherà sui premi assicurativi degli anni successivi e il governo potrà ritenersi assolto da ogni compito di prevenzione e salvaguardia del territorio.