Dichiarazione del Segretario del Partito Comunista Marco Rizzo.
«Il Governo ha previsto, ma il testo della Legge Finanziaria non è stato ancora presentato in Parlamento, uno stanziamento di 500 milioni di euro per affrontare per l’anno 2017 il costo dei farmaci innovativi in oncologia. A questo riguardo ci sono alcune osservazioni da fare che chiariscono meglio il quadro reale della situazione a riguardo, di cui il Governo ed il Premier in particolare forniscono una rappresentazione assolutamente parziale e funzionale ad una attività di promozione al SI al referendum per nulla giustificata dai fatti. Il problema della sostenibilità economica delle innovazioni terapeutiche in medicina è un tema ampiamente dibattuto sia dalla comunità scientifica che nell’ambito della comunità dei decisori politici delle scelte sanitarie. A questo riguardo bisogna fornire alcuni dati che chiariscono meglio il problema e cioè:
– È prevedibile che nel corso dell’anno 2017 l’introduzione di nuovi farmaci in oncologia rappresenterà un valore economico di circa 700-800 milioni di euro, cifra quindi ben superiore rispetto a quella prospettata dal Governo.
– In Italia l’Agenzia Regolatoria AIFA ha sempre introdotto alla rimborsabilità tutti i farmaci autorizzati dall’Agenzia Regolatoria Europea (EMA) pur producendo, come vedremo in seguito, significativi ritardi all’introduzione di questi farmaci rispetto agli altri Paesi europei. Prevedere quindi una cifra qualsiasi come quella prevista nella prossima Finanziaria, che sarà comunque inferiore rispetto alle reali necessità, non significa che queste risorse saranno sufficienti; nello storico infatti tutte le cifre messe a budget sono state tutte ampiamente superate e quindi sempre ripianate in sede di bilancio consuntivo.
– Il provvedimento dell’istituzione di un fondo ad hoc per i farmaci innovativi in oncologia, pur meritorio, perché pone l’attenzione su questo complesso problema e sui malati di cancro in generale, risulta di fatto improduttivo in quanto attualmente in Italia i Farmaci innovativi in oncologia vengono introdotti alla rimborsabilità con un’attesa media di ben 427 giorni (in gran parte imputabile ai ritardi dell’AIFA e solo in piccola parte ai ritardi delle Regioni nell’introduzione nei loro prontuari). Questa attesa, ripeto 427 giorni, è enormemente maggiore rispetto ai 109 giorni del Regno Unito, agli 80 giorni della Germania,etc (studio CENSIS-FAVO-AIOM, 2015). Quindi stanziare un Fondo ad hoc, stante questi ritardi nell’effettiva disponibilità dei farmaci per i pazienti, appare inutile e non significherà che i pazienti oncologici potranno con certezza usufruirne. Si deve considerare infatti che questi farmaci vengono in massima parte applicati a pazienti con aspettativa di vita di soli pochi mesi (pazienti con neoplasie solide avanzate del polmone, del rene, della vescica, della prostata,etc) e quindi rischiano di morire ancor prima di poter utilizzare i farmaci stessi, che invece in molti casi se somministrati sarebbero in grado di allungare di molto anche di alcuni anni la loro sopravvivenza.
– E perché l’AIFA ritarda rispetto agli altri Paesi l’introduzione di questi farmaci? Ritardando questo processo di rimborso lo Stato registra annualmente notevoli risparmi nella spesa dei farmaci oncologici. Infatti questa spesa è stata nel corso degli ultimi anni di circa 2,9 miliardi all’anno per l’Italia vs i 6,2 miliardi della Germania e i 4,2 miliardi della Francia (elaborazione CENSIS su dati FARMINDUSTRIA, WHO, IMS, EPPIA, ISTAT) a significare che i ritardi con cui l’AIFA registra nel nostro Paese questi farmaci hanno come diretta conseguenza un notevole risparmio per lo Stato, probabilmente anche una conseguenza ricercata, vista la riluttanza a rivedere il sistema di approvazione nonostante le ripetute richieste della nostra Società Scientifica e delle Associazioni di Pazienti e visto che questi miglioramenti sono una esclusiva facoltà del Governo dal momento che l’AIFA è sotto la vigilanza del Ministero della Salute. In buona sostanza un provvedimento veramente efficace che è alla portata del Governo in quanto l’AIFA è sotto la vigilanza diretta del Ministero della Salute, dovrebbe essere quello di consentire una più rapida introduzione alla rimborsabilità dei farmaci realmente innovativi ed utili (mentre invece tutti i farmaci vengono introdotti dall’AIFA indipendentemente dalla loro efficacia e validità ed anche con gli stessi ritardi). La creazione di un Fondo ad hoc senza risolvere i problemi dei ritardi quindi rischia di essere un provvedimento inefficace e soprattutto assolutamente non utile per i malati di cancro. Ma il Governo non ha voluto mai prendere in esame la soluzione del problema degli intollerabili ritardi perché un’AIFA che ritarda consente di risparmiare, sulla pelle degli ammalati, molte risorse economiche.»
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