PATRICE EMERY LUMUMBA: Il simbolo dell’indipendenza del Congo. Patrice Emery Lumumba…


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PATRICE EMERY LUMUMBA: Il simbolo dell’indipendenza del Congo.

Patrice Emery Lumumba divenne il Primo Ministro della Repubblica Popolare del Congo nel 23 giugno del 1960.
Sette giorni più tardi, pronunciò lo “storico “discorso dell’indipendenza congolese”
Lumumba fu inoltre il primo dirigente politico democraticamente eletto nella storia della Repubblica Democratica del Congo.
Quando infine sfidò le compagnie minerarie e il governo belga, decretando l’africanizzazione dell’esercito, venne catturato e giustiziato il 17 gennaio del 1961 dai suoi nemici politici al soldo del Belgio.
Tutto ciò con il benestare degli USA, che giustificarono i fatti con il pretesto che la politica di Lumumba stava avvicinando il Congo all’URSS.
Ancora oggi in Africa e nel mondo rappresenta un simbolo indelebile della lotta all’imperialismo e del riscatto dei popoli africani.
ONORE A PATRICE LUMUMBA.

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META’ DELLA RICCHEZZA ITALIANA E’ IN MANO AL 5% DELLE…


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META’ DELLA RICCHEZZA ITALIANA E’ IN MANO AL 5% DELLE FAMIGLIE

Oramai non si vergognano più neanche a scriverlo, molti quotidiani in questi giorni ammettono candidamente che la “ricchezza, in Italia è in mano al 5% delle famiglie”, cioè che il restante 50% è risuddiviso tra il 95% delle rimanente persone.

Un dato sconcertante, riportato dalle nuove statistiche sperimentali trimestrali sui conti distributivi della ricchezza delle famiglie italiane pubblicate dalla Banca d’Italia, Bankitalia inoltre sostiene che le famiglie meno abbienti possano contare principalmente sul possesso dell’abitazione mentre quelle più benestanti detengano un portafoglio più diversificato in azioni, depositi, polizze con il 50% della popolazione più povera che ha meno dell’8% della ricchezza totale.

I ricchi diventano sempre più ricchi e al resto della popolazione lasciano solamente le “briciole”, spesso lo stretto necessario per sopravvivere, aiutati sempre dai governi che continuano a fare solamente i loro interessi trovando sempre nuovi modi per peggiorare la vita del popolo e dei lavoratori tagliando i fondi su sanità pubblica, istruzione e welfare, favorendo le delocalizzazioni e la diminuzione progressiva di tutti i diritti dei lavoratori a favore dei grandi industriali e dei grandi gruppi multinazionali.
Il sistema capitalista porta inevitabilmente a questo, per questo non basta un cambio, serve una rivoluzione.

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MELONI: SOLDI ALLA GUERRA E NON ALLA SANITA’ Il Governo Meloni…


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MELONI: SOLDI ALLA GUERRA E NON ALLA SANITA’

Il Governo Meloni continua ubbidire ai diktat di USA, NATO e UE danneggiando gravemente il proprio popolo, impoverendolo sempre di più e finendo di distruggere completamente lo stato sociale.

Così si viene a conoscenza che mentre l’Italia parteciperà allo stanziamento di oltre 20 miliardi di Euro per continuare a sostenere la dittatura di Zelenskij, il maxi investimento da 1,2 miliardi per sostituire i macchinari per le TAC, ecografie e rinosanze magnetiche desueti slitterà al 2026 per mancanza di fondi.

L’acquisto di ben 3100 macchinari che servono per salvare le vite dei cittadini non arriveranno per altri due anni, favorendo così la sanità privata a cui sempre più persone sono costrette a rivolgersi indebitandosi e facendo molti sacrifici, il tutto per aver deviato fondi alla continuazione di una guerra in cui il nostro Stato partecipa attivamente violando costantemente la nostra costituzione.

Il governo Meloni preferisce inviare armi e soldi a Zelenskij invece di prendersi cura della salute e il benessere dei propri cittadini, piegandosi ogni giorno ai voleri di USA, NATO e UE

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SOLO I RICCHI POTRANNO MANGIARE BENE Sta assumendo una consistenza inedita…


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SOLO I RICCHI POTRANNO MANGIARE BENE

Sta assumendo una consistenza inedita una divisione sociale tra chi riuscirà a permettersi di avere cibi decenti e sani sulla propria tavola e chi, invece, sarà costretto ad accontentarsi del solo cibo spazzatura.
Negli USA questa distinzione è già presente da molti anni: i poveri sono costretti a mangiare cibi di seconda o terza mano o rovistano negli scarti di quello che mangiano i ricchi.
Adesso questa situazione si sta presentando anche nel nostro Paese.

La notizia dell’allevamento di “carne di altissima qualità” di Mark Zuckerberg ne è una chiara dimostrazione: il capo di Facebook infatti ha dichiarato che il suo obiettivo è creare una delle carni bovini di più alta qualità al mondo e che “i bovini cresceranno mangiando farina di macadamia e bevendo birra” (che produce nel suo ranch).
Questo allevamento esclusivo ci mostra come una parte del mondo, la più ricca, si impegni a mangiare e consumare cibi sempre più sani, a qualsiasi costo, mentre al popolo impongono che il futuro sia la carne coltivata in laboratorio, verdure solo in serra e sempre più a basso costo oppure “nuove prelibatezze” come insetti e altre schifezze, spacciando il tutto per un nuovo modo di mangiare più sano e sostenibile.

I miliardari della terra vogliono carne bovina di ottima qualità lasciando al popolo gli avanzi più o meno sintetici. Il popolo cadrà nella trappola della finzione eco-sostenibile lanciata da Davos o saprà rivendicare il proprio diritto ad un pasto ricco, sano e salutare?

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FIAT LICENZIA ALTRI 500 LAVORATORI IL CAPITALISMO NON FA PRIGIONIERI In una…


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FIAT LICENZIA ALTRI 500 LAVORATORI
IL CAPITALISMO NON FA PRIGIONIERI

In una società capitalista la borghesia lavora per arricchirsi sfruttando i lavoratori in qualsiasi maniera.
Le delocalizzazioni che hanno investito negli ultimi anni il nostro Paese adesso stanno investendo anche gli Stati dell’Est Europa dove i grandi gruppi industriali da inizio anni ’90 avevano delocalizzato gran parte delle loro produzioni per avere manodopera a basso costo. Così i “capitani d’industria” spesso si guadagnano sulla pelle dei più disgraziati sempre più denaro abbattendo i costi e mantenendo invariato il prezzo finale.

Così gli Stati che “esultavano” per l’arrivo dei grandi gruppi privati adesso si ritrovano ad essere a loro volta vittime del capitalismo più sfrenato vedendosi chiudere e delocalizzare le aziende che fino al giorno prima davano lavoro a migliaia di lavoratori.
La Fiat ha deciso così di chiudere la propria fabbrica a Bielsko Biala, in Polonia, licenziando quasi 500 operai. Lo ha rivelato Wanda Struzyk, la presidente dell’organizzazione sindacale aziendale Solidarnosc sul quotidiano locale Dziennik Zachodni:
«È la notizia che abbiamo temuto da tempo e ieri, su nostra richiesta, ci è stata confermata», ha detto Struzyk, precisando che Fca sarà chiusa entro la fine del 2024 .

Questo è quello che i lavoratori di tutti i Paesi sono costretti a subire, sfruttati fino a quando fa comodo al grande industriale di turno, per arricchirsi sempre di più.
Il capitalismo non fa prigionieri. La borghesia è il suo carnefice.

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VOGLIONO ELIMINARE IL POPOLO DELLA STRISCIA DI GAZA Continua senza interruzioni…


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VOGLIONO ELIMINARE IL POPOLO DELLA STRISCIA DI GAZA

Continua senza interruzioni il genocidio del popolo palestinese nella striscia di Gaza che supera le 22000 vittime (fino all’8 gennaio) ma che continuano ad aumentare ogni giorno sempre di più con l’occupante sionista che continua a minacciare anche i territori circostanti di ripercussioni.
l capo di Stato maggiore delle Forze di difesa di Netanyhau (Idf), Herzl Halevi, ha dichiarato che l’esercito “combatterà a Gaza tutto l’anno, questo è certo” e che “se ci sarà una guerra in Libano, sapremo combatterla in modo eccellente.

Allo stesso tempo la Casa Bianca ha dichiarato, tramite il coordinatore delle comunicazioni strategiche della Casa Bianca John Kirby, che continuerà a opporsi al cessate il fuoco a Gaza e ha aggiunto che la posizione degli USA su questo tema non cambierà.

Se la guerra dovesse continuare davvero per tutto il 2024, secondo le stime dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione, stimano che circa 500.000 persone muoiano entro un anno, riducendo di un quarto la popolazione palestinese.

E’ chiaro che il fine ultimo è l’eliminazione fisica di tutto il popolo palestinese con l’Europa che invece di schierarsi contro appoggia attivamente questo genocidio

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L’ITALIA A ROTOLI Il punto di Alberto Lombardo, Segretario generale del…


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L’ITALIA A ROTOLI

Il punto di Alberto Lombardo, Segretario generale del Partito Comunista

Oggi, 12 gennaio, il quotidiano della Confindustria, Il Sole 24 ore, a pag. 6 ci dà due importanti notizie.
Nella prima ci informa che, secondo i dati ISTAT, a novembre la produzione industriale diminuisce dell’1,5% rispetto a ottobre e del 3,1% in termini tendenziali. Un tracollo annunciato. Altro che rimbalzo dopo la pandemia! Le sanzioni contro la Russia sono proprio efficaci… contro di noi.
La seconda riguarda i dati sull’occupazione che sarebbero in aumento, nonostante la débâcle succitata, e che vengono invece sbandierati dal Governo come un successo della sua politica antipopolare. Vediamo da vicino.
A parte il maldestro tentativo dell’articolo di attribuire al calo demografico l’incremento dell’occupazione, cosa che non può essere perché caso mai potrebbe essere causa di diminuzione della disoccupazione e non di aumento dell’occupazione, si ha innanzitutto una marcata trasformazione dei contratti a termine in quelli a tempo indeterminato. Ovviamente questa cosa non fa aumentare l’occupazione e non dà neanche ai lavoratori maggiori diritti o certezze, in quanto ormai le differenze tra le due tipologie sono scomparse.
In realtà si legge: «Ma la crescita occupazionale si concentra anche sulle fasce d’età più elevate, soprattutto sugli over 50. Qui incidono ancora gli effetti della riforma Fornero che portano a prolungare la permanenza nel mercato del lavoro di persone che anni fa sarebbero andate in pensione prima, accrescendo quindi lo stock complessivo degli occupati».
Quindi l’incremento dell’occupazione è dovuta alla sciagurata negazione del diritto di andare in pensione in un’età accettabile. Fine pena, mai!
Anche sul lato degli effetti della revoca del Reddito di cittadinanza, che avrebbe portato gli ex percettori a trovare un lavoro, vi sono forti dubbi.
«Infatti, i nuovi occupati degli ultimi trimestri si concentrano su chi ha un titolo di studio medio alto, dall’altro proprio il calo dei disoccupati e il contestuale aumento degli inattivi di novembre potrebbe suggerire che queste persone non sono riuscite a trovare un lavoro.»
Quindi calo di disoccupati si ha perché aumentano gli inattivi, ossia quelli che il lavoro neanche lo cercano più. Aumenta invece l’occupazione delle fasce alte, in seguito alla tendenza alla concentrazione capitalistica e relativa specializzazione. Quindi il tanto decantato boom degli operai specializzati che – a detta di Confindustria – sarebbero introvabili in Italia, non c’è.
«Povera Italia».

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PERCHÉ ATTACCANO LA WAGENKNECHT Il 24 ottobre scorso il Manifesto ha…


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PERCHÉ ATTACCANO LA WAGENKNECHT
Il 24 ottobre scorso il Manifesto ha intitolato un proprio articolo così: “Nasce il partito rosso-bruno di Sahra Wagenknecht”. Il 30 ottobre Linkiesta.it presentava la propria analisi: “Dalla scissione della Linke nasce un nuovo movimento rossobruno”. La sinistra radicale trockijsta apre le danze e conclude Repubblica, la sinistra dei padroni: Rossobruni a Berlino: l’ex stella della sinistra seduce l’ultradestra. Potremmo andare avanti così con decine di altri titoli e articoli minori, che ricalcano i contenuti standard che si trovano anche su Il Giornale, che ripetono tutti la stessa litania.
Sarah Wagenknecht non ha bisogno di avvocati d’ufficio, è una compagna intelligente e capace, ma noi abbiamo il dovere di smentire le bugie quotidiane dei media borghesi.
Segnaliamo che nel Manifesto politico del partito di Sarah Wagenknecht, nel capitolo intitolato “Libertà”, si trova scritto quanto segue:
“Vogliamo rilanciare il processo decisionale democratico, espandere la partecipazione democratica e proteggere la libertà personale. Rifiutiamo ogni tipo di ideologia estremista di destra, razzista e violenta. La cultura dell’annullamento, la pressione al conformismo e la gamma sempre più ristretta delle opinioni sono incompatibili con i principi di una società libera. Lo stesso vale per ogni nuovo autoritarismo politico che pretende di educare le persone e di regolarne lo stile di vita o la lingua. Condanniamo i tentativi di sorveglianza globale e di manipolazione delle persone da parte di aziende, servizi segreti e governi”.
L’esperimento della Wagenknecht parla chiaro: sovranismo nazionale e popolare, populismo nel senso più nobile della parola, ossia contatto sentimentale con il popolo, senza cedere di un millimetro sui discorsi che proclamano il superamento della dicotomia destra e sinistra.
Quanto basta per capire come mai il 99% della stampa, e perfino certa finta “sinistra” al servizio della borghesia, si scagli contro di lei per delegittimarla politicamente bollandola di rossobrunismo ed estrometterla dalla rappresentanza istituzionale.

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I militanti della Federazione Campana del Partito Comunista assieme ai…


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I militanti della Federazione Campana del Partito Comunista assieme ai membri del Circolo “Armando Hart Davalos” dell’Associazione “Josè Martì” Italia-Cuba, si sono dati appuntamento a Cava de’ Tirreni per riempire il container da 41 piedi da mandare ai bambini dell’Oriente Cubano.

In più di 6 ore il container è stato riempito di oltre 8 tonnellate di aiuti umanitari (alimentari, medici e didattici) per l’Isola caraibica.
Un lavoro militante e di VERA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALISTA, che pone la differenza tra varie istituzioni politiche locali, imprenditori e la falsa solidarietà di taluni personaggi di sinistra (i quali si fanno grandi con foto d’epoca, con progetti che fanno grandi le loro tasche ecc.) e quanti, COI FATTI E NON SOLO CON LE PAROLE, si impegnano, CONCRETAMENTE, nell’aiuto della popolazione cubana, stretta da oltre 60 anni da un disumano embargo economico da parte degli USA.
Il silenzio e il non fare niente di alcuni hanno dato la carica a fare di più e a non fermarsi più.

Il Partito Comunista della Federazione Campana e l’Associzione “Josè Martì” ringraziano tutti coloro che in più di 1 anno di attività hanno reso possibile questo progetto di solidarietà con donazioni materiali ed economiche, e ringraziano quanti hanno dato il loro tempo per questa opera che si inserisce nel solco del pensiero di Josè Martì quale “Patria es Umanidad”.

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