Nuove adesioni al Partito Comunista

Nuove adesioni al Partito Comunista

In queste ore decine e decine di adesioni di singoli militanti, e centinaia di contatti di simpatizzanti, stanno rafforzando la costruzione del Partito in tutta Italia. Lavoratori e lavoratrici, giovani, quadri sindacali stanno dando la loro disponibilità a sostenere la lista del Partito Comunista alle elezioni, aiutando concretamente nella raccolta delle firme. Molte le adesioni provenienti dalle altre formazioni comuniste, stanchi dell’ennesimo passo indietro sulla ricostruzione comunista.
Nei giorni scorsi la federazione di Trapani del PRC, la sezione del PCI di Capoterra (Cagliari) e la sezione del PRC di Gaeta (Latina) hanno ufficializzato il loro passaggio al Partito Comunista. Pubblichiamo alcuni stralci dei loro comunicati:
«Nonostante le forze e l’energia profusa da tutti i militanti della federazione, nello sviluppo e la crescita della federazione provinciale di PRC di Trapani, ci rendiamo ormai conto che la strada percorsa fino ad oggi non è più praticabile,  che agire da comunisti adesso significa sostenere il processo di ricostruzione ed identificazione  di un forte Partito Comunista nel nostro paese e non compromettersi più, pur se con buona fede dei militanti, su principi nobili e coraggiosi,  in alleanze con forze della così detta “sinistra” che tradiscono da decenni le aspettative del popolo lavoratore».
«Siamo la Sezione di Capoterra Cagliari, ma qui annunciamo una lunga serie di adesioni, che dopo una esperienza  umiliante per i Comunisti in Sardegna , sa e saprà ritrovare l’orgoglio di sentirsi e di agire da Comunisti» I compagni sardi criticando la scelta del loro partito di dare vita ad una lista elettorale comune a sinistra hanno chiesto l’iscrizione al PC. «Non rinunciamo al nostro sogno di ricostruire la forza nella classe operaia nel nostro paese e quindi vi chiediamo di poter militare nel PARTITO COMUNISTA  l’unico che non si vergogna di presentarsi alle elezioni con il suo nome e le sue bandiere»
«Da molto tempo ormai il nostro dissenso nei riguardi delle scelte operate dalla dirigenza nazionale di Rifondazione è netto e sempre più incolmabile – hanno dichiarato i compagni di Gaeta –  Una linea ondivaga e opportunista caratterizzata da accordi elettorali posticci a sostegno di soggetti che non ci rappresentano, gli ultimi dei quali solo in ordine di tempo sono stati “Rivoluzione Civile” e “L’Altra Europa con Tsipras”. Accordi fallimentari e al ribasso sottoscritti in una posizione di subalternità anteponendo a tutto il disperato tentativo di ottenere nuove rappresentanze istituzionali attraverso l’abiura sistematica dell’identità e dell’autonomia dei Comunisti». 
L’Ufficio Politico del Partito Comunista saluta le nuove adesioni, ringrazia i compagni per la fiducia e la scelta coraggiosa e importante. Da oggi si parte più forti e più uniti, non solo per queste elezioni, ma anche e soprattutto per il grande lavoro di costruzione del Partito e di impulso alle lotte sociali che ci attende.

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Alitalia, Rizzo (PC): «No alla svendita, nazionalizzare subito»

Alitalia, Rizzo (PC): «No alla svendita, nazionalizzare subito»

«La svendita di Alitalia sarebbe l’epilogo di una gestione parassitaria dell’azienda e l’ennesimo attacco ai lavoratori» – così Marco Rizzo del Partito Comunista sulle indiscrezioni circa la disponibilità di Lufthansa ad acquistare Alitalia per 300 milioni – «Già si parla di ridurre i diritti del personale di volo come precondizione dell’acquisto, mentre la compagnia tedesca chiarisce che dovrà essere l’Italia a occuparsi del risanamento. Non è tollerabile pensare a nuove iniezioni di denaro pubblico per risanare Alitalia per poi consegnarla a Lufthansa già infiocchettata. L’unica soluzione per Alitalia è la nazionalizzazione, con una gestione diretta di tutte le scelte aziendali da parte dei lavoratori. Ogni altra strada significa socializzare le perdite, frutto di parassitismo e incompetenza dei manager, scaricandole sulle spalle dei lavoratori e sulle nostre tasche, mentre i profitti continueranno a essere privati».

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Il tempo è adesso: uniti per il Partito Comunista

Il tempo è adesso: uniti per il Partito Comunista

Poco meno di un mese fa il Partito Comunista ha annunciato l’intenzione di correre alle elezioni politiche 2018. Da quel giorno abbiamo ricevuto centinaia di messaggi di sostegno, proposte di aiuto attivo e concreto, adesioni militanti al nostro progetto. Ringraziamo tutti e continueremo in questi giorni a mettervi in contatto con i nostri referenti locali.

Seguendo gli sviluppi di queste ore della discussione nelle formazioni comuniste e le scelte operate dai gruppi dirigenti,  spesso nonostante ampie contrarietà della base di quei partiti, vogliamo fare un ulteriore appello ai compagni e alle compagne a prendere atto delle scelte operate e mobilitarsi per sostenere attivamente il Partito Comunista a partire dalla campagna per le elezioni 2018.

La decisione di Rifondazione Comunista e del Partito Comunista Italiano di aderire alla lista comune di sinistra, Potere al Popolo, sono la prova che la strategia di questi partiti si muove in una direzione opposta e inconciliabile rispetto alla ricostruzione comunista. Come più volte abbiamo sostenuto in questi anni, la questione comunista è questione di scelte strategiche, non di semplici proclami unitari, privi di chiarezza ideologica e di prospettiva politica.

La lista unitaria della sinistra radicale ha come propri modelli Podemos, Syriza e i movimenti post-comunisti. E’ saldamente ancorata al riferimento internazionale del Partito della “Sinistra Europea”, movimento costruito da Bertinotti, che sta operando per lo scioglimento e la trasformazione dei partiti comunisti in forze genericamente di sinistra, che accetta il sistema capitalistico, l’Unione Europea, che grazie alla sua prospettiva è direttamente responsabile del massacro sociale in Grecia. In alcuni casi addirittura la confusione è tale che si guarda persino al partito laburista inglese di Corbyn, all’opposizione di sua maestà!

Dentro il solco della “Sinistra Europea” non è possibile alcuna ricostruzione comunista. Chiunque nella storia dei comunisti in Italia abbia rinunciato al simbolo della falce e martello e sostenuto la necessità di costruire fronti più ampi, dalla Bolognina in poi è andato nella direzione del superamento della questione comunista, che è la questione dell’emancipazione dei lavoratori dallo sfruttamento capitalistico e della costruzione del socialismo.

Non fatevi ingannare ancora una volta! La ricostruzione comunista non passerà per l’ennesimo annacquamento in una lista comune, più radicale delle precedenti solo per scelta dei partiti istituzionali, oggi in Liberi e Uguali, che hanno “scaricato” il Brancaccio e quanti erano già pronti a salirvi su, ma che porta le medesime contraddizioni di fondo, che già stanno intaccando le parti più genuine persino di quel movimento.

La ricostruzione comunista passa per un’altra prospettiva. Per le scelte di quanti coerentemente e tra mille difficoltà stanno portando avanti quel processo di ricostruzione di un campo autonomo e indipendente dei comunisti.

Come abbiamo già dichiarato, facciamo della lista del Partito Comunista la lista aperta al contributo di tutti i comunisti che non vogliono rassegnarsi e consegnarsi all’ennesimo progetto fallimentare e rinunciatario. Le scadenze imposte dalla presentazione delle liste sono rigide, il tempo è poco. Ma il rafforzamento unitario del processo di ricostruzione comunista, vale più di tutto. Il PC è pronto a valorizzare in ogni modo possibile i contributi individui e collettivi dei compagni che vorranno unirsi e sostenere la causa comunista, dimostrando nei fatti e non a parole la volontà reale di aprire un processo unitario, nella direzione da tempo indicata dal nostro Partito.

Il tempo è adesso: uniti per il Partito Comunista.

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Bombe in Yemen, Rizzo (PC): «Italia complice di un genocidio»

Bombe in Yemen, Rizzo (PC): «Italia complice di un genocidio»

«L’inchiesta del New York Times apre un vaso di Pandora in parte già noto» – così Marco Rizzo del Partito Comunista (PC) – «L’Italia ha fornito 40 milioni di euro in armi e bombe all’Arabia Saudita, di fatto un sostegno alla guerra contro lo Yemen. La Farnesina si giustifica citando il diritto internazionale e l’assenza di un embargo internazionale contro l’Arabia Saudita, ma la nostra legge vieta di vendere armi a paesi in guerra. È evidente che l’interesse viene prima di tutto, un paese serio non cercherebbe alibi ma sospenderebbe la produzione negli stabilimenti RMW in Italia iniziando un processo di riconversione industriale, cessando ogni flusso di armi verso l’Arabia Saudita e ogni forma di sostegno anche economico. Invece si preferisce cercare giustificazioni. L’Italia in Yemen è complice di un genocidio».

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RIZZO (PC): «NO A REDDITO DI CITTADINANZA, SI PARLI DI LAVORO E SALARIO»

RIZZO (PC): «NO A REDDITO DI CITTADINANZA, SI PARLI DI LAVORO E SALARIO»

«Ora che anche Berlusconi propone il reddito di cittadinanza il cerchio si chiude» – così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista (PC) – «Una proposta già cavallo di battaglia dei Cinque Stelle, fatta propria anche da molti a sinistra, tutti con forme diverse ma stessa sostanza. Da comunisti non ci ha mai convinto. Le nostre proposte contro povertà e disoccupazione sono altre: istituzione di un salario minimo intercategoriale, una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario che permetta di lavorare meno, e soprattutto lavorare tutti. Il reddito di cittadinanza o di dignità, che saranno gli stessi lavoratori a pagare con le tasse, è una redistribuzione di ricchezza dai poveri ai poverissimi, che fa molto comodo alle grandi imprese, a cui servono consumatori per le loro merci. Ma per i lavoratori non basta una misura che renda tollerabile una situazione di precarietà; servono stabilità e sicurezza per il futuro».

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ILVA. RIZZO (PC): «CALENDA E EMILIANO PRENDONO IN GIRO GLI OPERAI»

ILVA. RIZZO (PC): «CALENDA E EMILIANO PRENDONO IN GIRO GLI OPERAI»

«Il teatrino ridicolo che si sta consumando fra Calenda e Emiliano è l’ultimo atto di una gestione malata del caso ILVA» – così Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista (PC), candidato alle prossime elezioni – «Mentre Governo e Regione Puglia si rimpallano accuse e minacce, si permette ad Arcelor e Marcegaglia di fare enormi guadagni sulla pelle degli operai. Prima gli si regala la più grande industria siderurgica di tutta Europa, e poi si accetta supinamente un piano industriale che prevede ben 4000 esuberi su 14.000 dipendenti. I lavoratori e i cittadini di Taranto non possono tollerare oltre. Serve l’immediata nazionalizzazione dell’ILVA e il suo affidamento ai lavoratori, iniziare seriamente le bonifiche e i lavori di copertura del parco minerario».

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RIZZO (PC): «DI MAIO PARLA COME IL PD AL GOVERNO CON MONTI»

RIZZO (PC): «DI MAIO PARLA COME IL PD AL GOVERNO CON MONTI»

«Di Maio ha aperto a un governo col PD usando gli stessi argomenti che il PD usò per giustificare il sostegno al governo Monti e l’alleanza con Berlusconi» –  ha affermato Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista (PC) in corsa per le prossime elezioni – «È chiaro che oggi l’obiettivo di Di Maio è accreditare il M5S agli occhi dei poteri forti, e infatti parla di “responsabilità” e di garantire “la stabilità contro il caos”, cioè gli interessi di banche e Confindustria. Il Partito Democratico in questi anni è stato artefice delle peggiori politiche antipopolari, promuovendo misure che neanche la destra era riuscita a fare. Il PD oggi è il primo nemico dei lavoratori e dei giovani, la sua natura non cambia se si toglie Renzi. È piuttosto il M5S che sta mostrando il suo vero volto».

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ETERNIT. MUSTILLO (PC). «DECISIONE CASSAZIONE, NUOVO SCHIAFFO ALLE VITTIME».

ETERNIT. MUSTILLO (PC). «DECISIONE CASSAZIONE, NUOVO SCHIAFFO ALLE VITTIME».

«L’impunità dei vertici della Eternit è stata di fatto assicurata. Prima la Cassazione aveva sostenuto la necessità di imputare il reato di omicidio volontario, oggi torna indietro sostenendo che tutta la vicenda Eternit può essere valutata solo a titolo colposo. Il risultato è che la prescrizione è più vicina, e mentre lavoratori e cittadini muoiono perla diffusione dell’amianto, i vertici di una società che ha fatto profitto sulla loro pelle, sono liberi e si godono il loro arricchimento». Così Alessandro Mustillo, dell’Ufficio Politico del Partito Comunista. «I vertici aziendali sapevano che l’amianto è materiale cancerogeno e nonostante questo hanno continuato la produzione di eternit per anni, condannando a morte lavoratori e migliaia di persone. Non si può dire che una scelta del genere, fatta in nome del profitto, sia semplicemente colposa. Chi ha preferito continuare a fare guadagni sapendo di contribuire alla morte di lavoratori e persone lo ha fatto coscientemente. Anche oggi – conclude la nota – l’Italia si mostra per quello che è: una repubblica fondata sulla tutela di speculatori e criminali, in cui i padroni la fanno sempre franca e restano liberi, mentre i lavoratori muoiono.

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RIZZO (PC): « INVIO TRUPPE IN NIGER, ATTO IMPERIALISTA»

RIZZO (PC): « INVIO TRUPPE IN NIGER, ATTO IMPERIALISTA»

«L’invio di un contingente di 500 soldati e 150 mezzi in Niger da parte del governo Italiano è un atto imperialista. Un atto che si inserisce nel quadro della politica neocolonialista dei paesi dell’Unione Europea e della Nato per la spartizione del continente africano. Lo stesso Gentiloni ha parlato espressamente di apertura anche ad altri paesi della regione, lasciando intendere che il Niger farà solo da apripista». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «Si dice di voler arginare l’immigrazione, ma non si dice in che modo lo si farà e a quale prezzo. Di certo non garantendo uno sviluppo per i popoli africani che consenta occupazione e una vita dignitosa nel proprio paese. L’Italia va solo a difendere gli interessi delle grandi compagnie energetiche e minerarie, spesso fonte di impoverimento e sfruttamento dei popoli, cause primarie dell’immigrazione. Questa missione militare peserà sui conti dello Stato, con nuovi fondi sottratti alla spesa sociale, ma per le missioni all’estero non si taglia mai! La pace, la fine dell’immigrazione, potranno essere ottenute solo rovesciando queste politiche. Serve uscire dalla Nato e ritirare le truppe all’estero».

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IL PARTITO COMUNISTA CORRERA’ CON IL PROPRIO SIMBOLO ALLE ELEZIONI POLITICHE.

IL PARTITO COMUNISTA CORRERA’ CON IL PROPRIO SIMBOLO ALLE ELEZIONI POLITICHE.

Il Partito Comunista presenterà la propria lista sotto il simbolo della falce e martello alle elezioni politiche 2018. Dopo anni di assenza dei comunisti nella principale competizione elettorale, che ha privato i lavoratori dell’unico voto utile alla difesa dei propri interessi, crediamo sia necessario restituire alla classe operaia e alle classi popolari la possibilità di tornare a votare per il Partito Comunista. Di fronte ai tentennamenti, alle promesse disattese, alla ricerca di scorciatoie che non esistono da parte     dei partiti della “sinistra”, mettiamo la nostra forza al servizio della ricostruzione comunista in Italia.
Una scelta che avviene all’indomani della manifestazione dell’11 novembre, in cui migliaia di comunisti -in larga parte giovani- sono scesi in piazza a Roma, testimoniando la forza conquistata da PC e FGC con l’impegno militante nella classe operaia, tra le masse popolari, nei quartieri delle periferie delle città.
Nei mesi scorsi abbiamo rivolto un appello alle forze comuniste per fare dei passi in avanti nella direzione dell’unità comunista. Questa proposta non è stata raccolta, preferendo la strada delle alleanze più larghe, della costruzione di fronti di sinistra ed anche di nuove esperienze politiche. Ne prendiamo atto ma non rinunciamo alla nostra strada, all’indipendenza dei comunisti.
Non vogliamo lasciare i lavoratori, i disoccupati e i pensionati di questo paese ostaggio di una finta alternativa tra la destra, i cinque stelle, il centrosinistra, pilastri fondamentali del disegno e delle politiche filo-padronali e antipopolari. Non crediamo che la classe operaia possa essere rappresentata da Grasso, dai D’Alema e dal gruppo dirigente pro-Bolognina fuoriuscito dal PD, primo responsabile dell’attacco ai diritti dei lavoratori, dell’accettazione dei diktat della Troika, dei tagli alla spesa sociale, alla sanità e alla scuola pubblica. Rigettiamo da subito gli appelli al voto utile e all’unità con queste forze, per fermare l’avanzata della destra. Un disperato tentativo che suona come una provocazione. Se la destra avanza è perché le forze di sinistra sono colpevoli agli occhi delle classi popolari per le politiche di questi anni.
Non pensiamo infine che l’orizzonte dei comunisti possa essere imprigionato in progetti e parole d’ordine eclettiche e arretrate. Per l’emancipazione dei lavoratori non basta come prospettiva l’applicazione della Costituzione. Non serve spacciare come rivoluzionari programmi che si risolvono in un misto di ricette riformiste e movimentiste, che hanno già condotto al fallimento.
Crediamo che la questione comunista, che è la questione dell’emancipazione dei lavoratori dalla propria condizione di subalternità e della presa del potere politico, possa avanzare solo senza compromessi, senza nascondersi, senza ammainare la propria bandiera. Se i rapporti di forza sono sfavorevoli non è solo per il contesto storico, ma perché troppo spesso anche le avanguardie hanno deciso di arretrare. Noi non lo faremo.
Presentare il simbolo comunista alle elezioni serve a rafforzarne l’organizzazione, ad utilizzare ogni spazio minimo residuo concesso per parlare con le masse sfruttate e oppresse. Lo facciamo per dare slancio alle lotte, per scardinare un sistema di rappresentanza finto che difende apertamente gli interessi del capitale. Guardiamo a milioni di lavoratori, di giovani, di pensionati, di donne che oggi vivono sulla propria pelle le contraddizioni del capitalismo.
Non ci interessa difendere un sistema, quello della rappresentanza borghese, che è morto e sepolto dalla crescente astensione. Non saremo la ruota di scorta sinistra del parlamento. Vogliamo scardinare quel sistema. Non chiederemo solo un voto, una semplice delega, ma di unirsi alla nostra lotta, di divenire in prima persona protagonisti del cambiamento.
Sarà necessario farlo da subito. Presentare le liste in tutta Italia è una sfida. I meccanismi della legge elettorale approvata dal Parlamento sono congeniali all’esclusione di una forza alternativa ai partiti presenti nelle istituzioni; comportano la raccolta di un numero ingente di firme – oltre 50.000 in tutta Italia – per la valida presentazione dei moduli. Facciamo appello a tutti i comunisti per sostenere quest’azione, per dare un aiuto concreto con il proprio protagonismo attivo. Non è tempo di stare alla finestra, ma di sostenere con forza e convinzione la ricostruzione comunista in Italia.
Il nostro programma non sarà un programma elettorale ma un programma di lotta. Non un insieme di promesse irrealizzabili, ma un elenco di parole d’ordine su cui costruire quotidianamente una mobilitazione popolare. Dai centri di lavoro, alle lotte per la casa, dall’opposizione alle politiche imperialistiche alla difesa dell’istruzione e della sanità pubblica, alla necessità dell’uscita dall’Unione Europea e della Nato, affermata con chiarezza e senza formule vaghe. Lavoriamo per unire le lotte, per abbandonare ogni illusione riformista e inconcludente, per dire apertamente che solo il socialismo è la soluzione per il futuro dei lavoratori e delle classi popolari.
Facciamo della lista del PC la lista aperta, di tutti i comunisti, delle avanguardie delle lotte, dei lavoratori e delle lavoratrici che pensano che la questione comunista in Italia non sia chiusa, che la lotta per l’abbattimento del capitalismo e la costruzione del socialismo è la lotta del nostro tempo.

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RIZZO(PC): «SE I FASCISTI AVANZANO E’ COLPA DELLA SINISTRA DI GOVERNO»

RIZZO(PC): «SE I FASCISTI AVANZANO E’ COLPA DELLA SINISTRA DI GOVERNO»

«Dopo i fatti di Como e la sceneggiata di FN sotto Repubblica tutta la cosiddetta sinistra scopre il neofascismo. Non lo si combatte con loro. I Renzi, i Prodi, i D’Alema sono responsabili diretti dell’attacco ai diritti dei lavoratori, dell’accettazione dei diktat della Troika, i tagli alla spesa sociale, alla sanità e alla scuola pubblica. Sono per queste misure che l’estrema destra avanza tra i proletari e le classi popolari». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, commentando a caldo le ultime notizie di cronaca «E’ successo in Italia ed e’ successo in Europa con Blair, Hollande, Tsipras. Aver distrutto prima ideologicamente e culturalmente il movimento operaio per proporre poi il modello “Marchionne”, mentre i giovani non trovano un lavoro dignitoso, i cinquantenni sono licenziati e chi lavora é obbligato a farlo fino allo sfinimento é stata una scelta che consegna una larga parte del popolo prima alla rabbia e poi al fascismo. Ma, ricordiamolo, il nazismo ed il fascismo sono sempre stati servi dei padroni ieri, come delle banche e del capitalismo globalizzato oggi. Non ci interessa l’antifascismo da salotto della sinistra e dei radical chic. Non vanno ripetuti gli errori degli anni ’70 dove, con la teoria degli “opposti estremismi”, il potere si rafforzava. Essere antifascisti oggi significa esser anticapitalisti. Non è certo una legge che può batter il nuovo fascismo. La lotta che eviterà ai giovani proletari di sprofondare nell’ignoranza e nella xenofobia – conclude Rizzo – è solo quella di classe, e solo attraverso l’organizzazione. Questo è il ruolo dei comunisti oggi.

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