12 Aprile del 1961 Jurij Gagarin nella storia

12 Aprile del 1961 Jurij Gagarin nella storia

Il 12 Aprile del 1961 Jurij Gagarin diventa il primo uomo ad andare nel Cosmo.
Grazie al Vostok-1, il vettore sviluppato e creato in Unione Sovietica, l’uomo che era nato 26 anni prima nei confini estremi della Russia, figlio di un falegname e di una contadina, rimarrà in orbita per 108 minuti.
Quel giorno rimane ancora oggi un punto di svolta per l’intera umanità, che ha aperto le porte ad una nuova era della Scienza e della Tecnologia. Da quel giorno grazie all’Unione Sovietica, nata solamente 44 anni prima, la storia del mondo non è stata più la stessa.
Il primo uomo ad uscire dall’atmosfera del pianeta Terra era un figlio del popolo, era un sovietico. E non importa se lo Space Symposium di Colorado Springs negli Stati Uniti trasforma la “Yuri’s Night” in “Celebration of Space: Discover What’s Next” o se in giro per il mondo coprono le statue che lo ritraggono, quell’uomo sarà per sempre Jurij Gagarin figlio della Rivoluzione e dei lavoratori al potere.

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NO Alla nuova base militare con i soldi del PNRR

NO Alla nuova base militare con i soldi del PNRR

Esprimiamo un forte dissenso verso la nuova proposta di costruire una nuova base militare a Pisa nel parco di San Rossore, a pochissimi kilometri dalla già pre-esistente base americana di Camp Derby.
Settanta ettari con edifici, poligoni di tiro, una torre, centri di addestramento, un eliporto, uffici, magazzini e molte polemiche.
L’ex Centro Radar di Coltano, alle porte di Pisa, ospiterà una nuova base militare: sarà la casa dei reparti dell’Arma dei Carabinieri del Gis (Gruppo Intervento Speciale), dei gruppi cinofili e dei paracadutisti del Tuscania.
Poche settimane fa il premier ha firmato un decreto in cui considera l’opera destinata alla difesa nazionale e il programma ha subito lo sprint decisivo. Sarà realizzato coi fondi del Pnrr.
La zona in questione è diventata molto importante da punto di vista strategico negli anni. La base americana di Camp Derby da trent’anni è una piattaforma per gli interventi militari in Africa e Medio Oriente, e per le esercitazioni nel Mediterraneo e nel mar Nero e al momento si sta ampliando ulteriormente.
Da qui sono partite le armi per la prima e la seconda guerra in Iraq, per il Libano e per lo Yemen e da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, il 24 febbraio 2022, i trasporti di armi si sono spostati verso l’aeroporto di Pisa, dove dall’inizio di marzo gli aerei cargo vengono riempiti di armi e munizioni destinate all’esercito ucraino. Un’attività che coinvolge il settore militare dello scalo e si è estesa al confinante scalo civile.
Ora vogliono costruire anche una nuova base, per incrementare il controllo e militarizzare ancora di più tutta l’area, a questo si aggiunge il fatto che i soldi stanziati per la costruzione della cittadella militare di Coltano non arriveranno dai fondi per la difesa, bensì dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), i fondi stanziati dalla Commissione europea per risollevare l’economia italiana dopo la pandemia.

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Vergogna!

Vergogna!

È vergognoso e disgustoso quello che sta accadendo in Italia in questo periodo a giornalisti, storici, professori e chiunque osi mettere in dubbio la narrazione del pensiero unico che i nostri media ci propinano ogni giorno.
Solidarietà ad Alberto Fazolo e Sara Reginella , all’Anpi, a Toni Capuozzo, a Giorgio Bianchi, al Professor Orsini e tutti gli altri per tutte le offese, gli attacchi, le denigrazioni, l’ostracismo che stanno subendo in nome di una falsa democrazia che tenta di censurare tutto ciò che va in contrasto con il pensiero della NATO e dell’Unione Europea a matrice USA.
Ormai non fanno più nemmeno finta, non si nascondono più dietro una finta democrazia. Hanno gettato la maschera.
O la pensi come loro o ti fanno diventare un mostro, un pazzo da eliminare.

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Vogliamo Pace e Lavoro

Vogliamo Pace e Lavoro

Mentre il governo Draghi continua a spingere per l’escalation militare, l’invio di nuove e più potenti armi all’Ucraina, l’aumento vertiginoso delle spese militari e la politica suicida delle sanzioni, per il nostro tessuto produttivo e per i lavoratori italiani la situazione sta rapidamente precipitando.
Nei giorni scorsi lo stabilimento Colussi di Petrignano, vicino ad Assisi, ha annunciato la richiesta di cassa integrazione a rotazione per i suoi 350 dipendenti.
Provvedimento che secondo l’azienda si è reso necessario “per arginare la grave e straordinaria congiuntura internazionale che ha pesantemente colpito l’economia nazionale e il comparto agro-alimentare”.
Come sempre insomma i costi delle crisi create da governi e padroni vengono scaricati sui lavoratori.
Al momento comunque non si parla di chiusura e licenziamenti, ma se il governo Draghi continuerà a far avanzare il paese verso il baratro ciò che è scongiurato oggi rischierà di diventare realtà domani.
Come Partito Comunista siamo al fianco dei lavoratori della Colussi e chiediamo con forza che la proprietà rispetti gli impegni presi con le RSU
confermando gli investimenti sullo stabilimento finalizzati al rinnovo e al potenziamento delle linee di produzione entro la fine dell’anno 2022.
Nessun posto di lavoro deve andare perso! I soldi pubblici vanno investiti per i bisogni sociali della popolazione e per tutelare la produzione e le classi lavoratrici, non per le armi e la guerra!

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Contro la guerra per la pace

Contro la guerra per la pace

🔴 CONTRO LA GUERRA, PER LA PACE 🔴
Questa è la posizione ufficiale del Partito Comunista.
Proprio per questo siamo contro l’invio delle armi all’Ucraina deciso ieri nel decreto del Consiglio dei ministri.
Non si sostiene la pace inviando ARMI.
Il Governo italiano deve ricordarsi che “L’Italia ripudia la guerra …come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” come scritto all’articolo 11 della nostra COSTITUZIONE.
NESSUNA ARMA ITALIANA SIA MANDATA IN UCRAINA!

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30 gennaio 1972 – Bloody Sunday

30 gennaio 1972 – Bloody Sunday

Sono passati cinquant’anni dall’uccisione di 13 manifestanti e il ferimento di altri 15 persone da parte dei soldati britannici, una marcia ha onorato la memoria delle vittime del “Bloody Sunday” la “Domenica di Sangue” in Irlanda del Nord.
Oggi, ripercorrendo il percorso della manifestazione pacifica per i diritti civili conclusasi in un bagno di sangue il 30 gennaio 1972 nella città di Derry, la “Marcia del ricordo” ha riunito, tra gli altri, i parenti delle vittime per concludersi con una cerimonia al termine della mattinata presso il monumento che rende omaggio alle vittime.
Rendiamo omaggio ai 13 innocenti che morirono sotto il piombo inglese a Derry.

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Alternanza Scuola-Lavoro: Adesso parlano gli studenti

Alternanza Scuola-Lavoro: Adesso parlano gli studenti

Intervista a Nicolas Gabrielli, rappresentante dell’istituto Anco Marzio di #Roma e responsabile della Federazione Gioventù Comunista nel #Lazio.
Le lotte studentesche danno fastidio ad una “pace sociale” che viene promossa da governo ed istituzioni, affinché si distolga lo sguardo dalle reali condizioni degli studenti e dei lavoratori.
Non hanno capito che dopo la morte di Lorenzo, non esiste pace sociale che tenga.

Il #5Febbraio si torna a gridare le nostre ragioni!

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98mo Anniversario della morte di Lenin

98mo Anniversario della morte di Lenin

Il 21 Gennaio di 98 anni fa moriva LENIN, uno degli uomini più geniali del secolo scorso.
Guidò il popolo russo alla presa del potere aprendo una stagione di grandi conquiste per i lavoratori di tutto il mondo.
Nel solco tracciato dall’ottobre noi proseguiamo il nostro cammino.
“Colui che si accontenta di riconoscere la lotta delle classi non è ancora un marxista, e può darsi benissimo che egli non esca dai limiti del pensiero borghese e dalla politica borghese. Ridurre il marxismo alla dottrina della lotta delle classi, vuol dire mutilare il marxismo, deformarlo, ridurlo a ciò che la borghesia può accettare. Marxista è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotta delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato.”
(Locandina realizzata da Bruno Pollacci ad acrilico acquerellato e pastello)

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Così non va!

Così non va!

Questo sistema non funziona!
Parlano parlano, ma non fanno pagare una lira di tasse ai super ricchi delle multinazionali e a noi ci triplica la bolletta.

Devono andare a casa tutti!

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