Per la dignità di tutte

Per la dignità di tutte

Si scende in piazza per le donne solo ora che ne va dell’ “immagine” del Paese intero, solo ora contro il basso impero del Truyllio di casa nostra, l’impresentabile e reazionario Berlusconi?

Mi chiedo allora il perchè dei silenzi rassegnati e ormai privi di indignazione quando le donne muoiono ammazzate e  in Italia al ritmo di una ogni tre giorni;  quando le immigrate recluse nei CIE vengono violentate e deportate;  quando il Global Gender Gap piazza l’Italia al 74° posto nel mondo quanto alla situazione di genere studiata dal Forum Economico Mondiale;  quando l’ Istat recita che l’Italia sta all’ultimo posto in Europa perchè una donna su due non ha lavoro ed ha anche smesso di cercarlo, mentre per gli uomini il rapporto è di uno a 5;  quando licenziano o non assumono migliaia di donne perchè madri e possibili future tali; quando la recente normativa sul lavoro condanna le donne ad eterna precarietà;  quando vengono  tagliati i fondi per i centri antiviolenza, smantellalti i consultori pubblici anche in regioni “rosse” come l’Emilia;  approvate leggi etiche e confessionali come le legge Tarzia nel Lazio (col voto del PD) o  si è votato la legge 40?

Alla domanda “Se non ora quando”, dunque,  molte di noi aggiungono:  sempre!

Molte donne che lottano per una società diversa,  in antitesi a quella imposta da Berlusconi ed accettata da una  cultura dominante sostanzialmente omologata a stereotipi radicati quanto condivisi, replicano di non voler essere il proiettile per uccidere un “re ormai nudo”;  di non volersi fare strumentalizzare dai media, dai partiti della opposizione istituzionale e dai loro sostenitori che troppo spesso si dimenticano delle condizioni vere, della vita delle donne e delle indispensabili  politiche di genere nelle scelte amministrative, sociali  ed istituzionali e che nelle chiamata in piazza, non hanno avuto niente di meglio che inventarsi una improbabile discriminazione fra donne “perbene” e donne permale”!

Saremo in piazza il 13 per riaffermare la dignità di tutte e l’esigibilità dei diritti, sempre.

Per dire basta ai femminicidi, alla violenza domestica patita dalle donne, alle condizioni discriminanti e disagiate sul posto di lavoro, all’aumento della disoccupazione femminile, al silenzio sulle donne.

Alle sciarpe bianche come accessorio delle pellicce vestite in piazza della Scala la settimana scorsa, rispondiamo con le sciarpe, gli ombrelli, i cappelli rossi di chi lotta per l’emancizione, contro lo sfruttamento e la cultura sessista che trionfa sulle reti berlusconiane così come in RAI  o su Repubblica ed Unità,  tutti i giorni,  sul posto di lavoro, nella vista domestica, nelle scuole.

Monica Perugini

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