DRAGHI TOGLIE I SOLDI AI DISABILI!

DRAGHI TOGLIE I SOLDI AI DISABILI!

Il governo Draghi preferisce togliere fondi ai disabili da destinare al fondo caro bollette invece di andare a toccare i redditi dei più ricchi.
La parola d’ordine di questo governo è “Non pagano mai i Ricchi!”, così 200 milioni di Euro verranno sottratti al fondo dei disabili da utilizzare per combattere il caro-bollette.
L’impiego di questo denaro comunque non andrebbe a combattere l’innalzamento di quasi il 40% di acqua luce e gas che andrà a pesare come un macigno sulle finanze già esigue delle famiglie italiane, dato che per il momento sono stati stanziati solamente meno di 3 Miliardi di Euro a fronte degli almeno 7 miliardi necessari.
La decisione del governo di non andare a toccare i redditi dei ricchi, ma di andare nuovamente a sacrificare le categorie più colpite dimostra quanto a questi politici importi veramente poco del popolo italiano, così poco da dover andare a saccheggiare 200 Milioni che sarebbero dovuti essere destinati al fondi disabili.
Ancora una volta preferiscono rubare ai poveri per far finta di destinare ai poveri. Basta non andare a disturbare le grandi multinazionali, Confindustria e i grandi imprenditori del nostro Paese

 

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ITALIANI EURO-MIRACOLATI !?

ITALIANI EURO-MIRACOLATI !?

Secondo Milano Finanza, l’Italia sarebbe un popolo di “Euromiracolati”
Cosa rispondiamo?

Vogliamo ricordare giusto un paio di dati:

  • Da quando siamo entrati nell’Unione Europea (1992) e nell’Eurozona (1997 col rientro nello SME) l’Italia è stata la nazione con più privatizzazioni rispetto agli altri Paesi. Ben il 10% di PIL, corrispondente a più di 100 miliardi di euro.
  • Veniamo da quasi 30 anni di tagli alla spesa pubblica: 900 miliardi di euro in meno dal 1992 a oggi.
  • La domanda interna è crollata dell’8,6%. La produzione industriale è crollata del 25,4%.
  • Le retribuzioni lorde sono state tagliate del 7%. Il reddito delle famiglie è sceso del 5,4%.
  • Il tasso di risparmio è passato dal 28% degli anni 80 all’attuale 3%.
Mentre il numero di poveri assoluti è triplicato, passando da 1,9 milioni (3,3%) del 2005 ai 5,6 (9,4%) del 2020.
Dal 1992, abbiamo dato più di 200miliardi di euro alla UE, essendo noi contribuenti netti.
Gli unici “euromiracolati” sono quelli che da 30 anni si arricchiscono a nostre spese, così come i servi pagati per diffondere queste notizie liberal-europeiste.

FUORI DALL’UNIONE EUROPEA DELLE BANCHE E DELLE ÉLITE E LA FREGATURA DELL’EURO!

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“L’URLO”: IL FILM SULLA LIBIA CHE NON AVETE MAI VISTO E CHE NESSUNO OSA TRASMETTERE

“L’URLO”: IL FILM SULLA LIBIA CHE NON AVETE MAI VISTO E CHE NESSUNO OSA TRASMETTERE

Migranti-schiavi in Libia che implorano di tornare a casa, narrazioni fiabesche del politicamente corretto che inducono giovani africani a consegnarsi alla tratta di esseri umani, petrolio libico venduto illegalmente all’Italia attraverso quelle stesse milizie che noi pensiamo di pagare per fermare i migranti.
Venerdì 17 dicembre alle ore 18 al teatro Flavio di Roma verrà proiettato il film “L’Urlo” (80’, 2021), in una serata aperta al pubblico per quella che sarà un’occasione più unica che rara, a una settimana esatta dalle elezioni in Libia ([email protected] per prenotare posti in sala).
Il film infatti è stato fin qui escluso dai festival e dai palinsesti televisivi, i cui direttori hanno preferito non dar spazio a una verità così scomoda.
Proprio per questo motivo un appello è stato firmato da decine di personalità italiane della cultura, della politica e del giornalismo (vedere qui sotto), al fine di sollecitare una distribuzione idonea del film.
<<Non credo di essere eccessivo – dichiara il regista Michelangelo Severgnini – se affermo che il potenziale delle cose mostrate e raccontate nel film può riscrivere da solo 10 anni di narrazione sulla migrazione dall’Africa. Non per merito mio, ma per merito di chi in questo film parla.
Se vogliamo il segreto è stato molto semplice – continua Severgnini-: rendere i migranti-schiavi soggetto politico, lasciare che fossero loro a definire la propria condizione e a determinarla attraverso il linguaggio anzitutto e attraverso le soluzioni da prendere poi>>.

Nel frattempo, il rischio di una nuova guerra devastante in Libia si fa sempre più concreto, qualora ancora una volta sarà impedito militarmente ai vincitori delle prossime imminenti elezioni di assumere le cariche istituzionali.

GUARDA IL TRAILER:

*Appello al Parlamento, alla televisione pubblica,
agli organi di stampa e ai cittadini italiani

Per il film “L’Urlo” di Michelangelo Severgnini.

L’Europa non è più una destinazione per gli Africani, ma si è trasformata in esca, in strumento di raggiro, in miraggio mortale. Soltanto 2 su 70 dei migranti-schiavi presenti in Libia ogni anno raggiungono l’Europa via mare. Gli altri 68 rimangono schiavi in Libia e chiedono di tornare a casa, ma sono in trappola: 700.000 migranti-schiavi nelle mani delle milizie di Tripoli come forza lavoro non retribuita, ossia sottoposti a regime di schiavitù, scambiati con petrolio illegale.

Questa è l’orribile verità che emerge dal film “L’Urlo” di Michelangelo Severgnini, realizzato con i messaggi vocali inviati da centinaia di migranti-schiavi intrappolati in Libia e con i video che gli stessi hanno girato con il loro telefonino nei centri di detenzione e in ogni altra parte della Libia. Ma non solo.

Costruire una narrazione basata sulla speranza e la solidarietà qui in Europa ha spostato il fulcro del discorso, impedendo di vedere come l’impunità di cui godono le milizie di Tripoli sul terreno non miri solamente allo sfruttamento dei lavoratori africani, ma soprattutto al saccheggio del petrolio libico.

E’ infatti questo petrolio venduto illegalmente a Italia e Turchia a tenere in piedi il sistema di potere responsabile della migrazione dall’Africa. Il 40% del petrolio libico viene venduto all’estero illegalmente ogni anno (fonte: National Oil Corporation della Libia) e l’Italia è in prima fila nell’acquisire e immettere sul mercato questo petrolio, a partire dalle privatizzazioni nel settore degli idrocarburi varate dal governo Monti nel 2012 (fonte: indagine “Dirty Oil” della procura di Catania).

Ne consegue un fenomeno migratorio tutt’altro che spontaneo, perché, come raccontato nel film, chi si trova in Libia oggi è in gran maggioranza un giovane africano che ha lasciato ignaro il proprio Paese adescato dalle mafie africane che poi lo hanno rivenduto ai libici. E ora vuole tornare a casa, ma non può. E nessuno lo deve sapere.

Il segreto che viene svelato da questo film e che diventa un obiettivo è dunque molto semplice: rendere i migranti-schiavi soggetto politico, lasciando che siano loro a definire e a determinare la propria condizione, attraverso il linguaggio anzitutto e attraverso le soluzioni da prendere poi.

Il prossimo 24 dicembre si dovrebbero tenere nuove elezioni in Libia, a 7 anni di distanza dalle ultime del 2014. Il potere insediato a Tripoli, riconosciuto dalla NATO e dall’UE ma privo del voto di fiducia del Parlamento libico e povero del consenso della gente, vacilla. In tutti i modi i Fratelli Musulmani, sostenuti dall’occupazione militare turca della Tripolitania, stanno cercando di annullare le elezioni o almeno di pilotarle, mentre d’altro canto minacciano di difendere Tripoli con le armi qualora il vincitore delle elezioni sia un candidato estraneo al loro potere.

Per questo motivo crediamo che il momento della denuncia sia adesso.

Nel corso della realizzazione del film l’autore e regista Michelangelo Severgnini ha ricevuto pressioni e minacce perché fossero tagliate alcune parti del film. Da oltre due anni diverse circostanze ostacolano la diffusione del film che si è visto chiudere senza appello tutte le porte di festival e televisioni. La verità che emerge da questo film è davvero così scomoda?

Chiediamo dunque che il film “L’Urlo” sia fatto circolare il prima possibile e nel migliore dei modi presso i canali disponibili e che i racconti di chi vive la Libia in questo stesso momento siano messi al centro del tavolo di discussione.

Pretendiamo che un nuovo orizzonte politico si affermi nel Mediterraneo dopo un decennio di politiche predatorie, convinti che l’Italia, se vuole essere un Paese democratico e realmente antifascista, non possa farsi strumento dell’oppressione di altri popoli.

Chiediamo infine che sia riaffermato il principio di realtà fattuale sulla narrazione emotiva e fuorviante che ha guidato la costruzione del consenso negli ultimi anni, funzionale all’interesse di pochi e alle disgrazie di molti.

Seguono primi firmatari (in ordine alfabetico):
Luisa Angrisani, senatrice L’Alternativa c’è
Laura Baldelli, docente e critica cinematografica
Pino Cabras, deputato L’Alternativa c’è
Igor Camilli, segretario Patria Socialista
Emanuela Corda, deputata L’Alternativa c’è
Stefano D’Andrea, docente universitario e presidente di Riconquistare l’Italia
Emanuele Dessì, senatore Partito Comunista
Manlio Dinucci, giornalista e geografo
Thomas Fazi, economista e saggista
Carlo Formenti, già docente Università di Lecce
Carlo Freccero, regista
Fosco Giannini, direttore Cumpanis e già senatore della Repubblica
Fabrizio Marchi, docente e saggista
Dario Leone, sociologo saggista
Alberto Lombardo, docente Università Palermo e responsabile internazionale Partito Comunista
Francesco Magris, docente Università Trieste
Marco Pondrelli, saggista e direttore di Marx 21
Marco Rizzo, segretario Partito Comunista
Arianna Spessotto, deputata L’Alternativa c’è

Alessandro Testa, compositore e membro della redazione di “Cumpanis”

L’URLO
2021, 80’
Un film di Michelangelo Severgnini
Kama productions
Scritto con Piero Messina
Girato da Waddah Al Fayed
Montato da Claudio D’Elia

Prodotto da Riccardo Biadene

Sinossi:

700mila migranti-schiavi bloccati da anni in Libia, senza poter andare avanti, senza poter tornare indietro, se non poche migliaia di loro ogni anno. E’ questo lo scenario raccontato dalle centinaia di persone in Libia con cui Michelangelo è potuto entrare in contatto attraverso un metodo basato sulla geolocalizzazione, a partire dall’estate 2018.

“L’Urlo” è la storia di questa avventura, spesa tra il vano tentativo di rendere queste voci protagoniste in Europa e il desiderio di svelare, centimetro dopo centimetro, i misteri della Libia.

Ne esce un quadro sconvolgente: l’Europa appoggia e finanzia i governi illegittimi di Tripoli in cambio di petrolio libico trafugato sottobanco, 40% ogni anno. Un imponente saccheggio possibile grazie all’impunità di cui godono le milizie sul campo. Quelle stesse milizie che, con il miraggio dell’Europa, hanno attratto con l’inganno i cosiddetti “migranti” africani in Libia e ora, una volta convertiti in schiavi, ne dispongono a loro piacimento.

Le immagini girate dai telefonini dei ragazzi in Libia e i loro messaggi vocali si alternano con il viaggio dell’autore, verso il confine tra Tunisia e Libia, alla ricerca di una liberazione che tarda ad arrivare, nel silenzio complice del mondo.

Michelangelo Severgnini nasce a Crema (Italia) nel 1974 da padre lombardo e madre pugliese. Frequenta la facoltà di Filosofia presso la Statale di Milano e studia contrabbasso jazz. Nel corso degli anni si è espresso principalmente come musicista e filmmaker. Ha vissuto a Milano, Roma, Napoli, Istanbul e Berlino. Attualmente risiede a Palermo.

Realizza diversi documentari indipendenti a partire dai primi anni 2000: “Il ritorno degli Aarch – i villaggi della Cabilia scuotono l’Algeria”, (’60, 2003), “…e il Tigri placido scorre – istantanee dalla Baghdad occupata”, (’70, 2004), “Isti’mariyah – controvento tra Napoli e Baghdad” (’80, 2006) che ricevono diversi premi tra cui il CMCA di Marsiglia, il SoleLuna film festival di Palermo e vengono distribuiti in Italia con le riviste Carta e Peacereporter.

Nel 2007 vince il premio della critica “Ilaria Alpi” con il documentario “Stato di paura”, prodotto dall’agenzia H24 per LA7, per la quale lavora 4 anni producendo documentari nel frattempo anche per Rai3.

Nel 2012 viene presentato al festival di Roma il documentario “L’uomo con il megafono”, (’60) girato a Napoli.

In seguito realizza “Il ritmo di Gezi”, (’45, 2014), “Linea de fuga – il circolo di Podemos a Berlino” (’90, 2017) e “Schiavi di riserva” (’35, 2018).

Dal settembre 2018 anima il progetto “Exodus – fuga dalla Libia”.

Nell’ottobre 2021 pubblica con l’AntiDiplomatico l’instant book “Simposio afgano”, che raccoglie le conversazioni in rete avute con decine di cittadini afgani in Afghanistan all’indomani della nuova presa del potere da parte dei Talebani.
Nel dicembre 2021 presenta il film “L’urlo”, con materiale girato dai migranti-schiavi in Libia.

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MENTONO SEMPRE SU TUTTO

  • I nostri politici dicono da mesi che l’economia del nostro Paese si sta riprendendo dopo la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19.
    E’ tutto falso, negli ultimi mesi abbiamo assistito a migliaia di licenziamenti da parte di aziende che sempre più spesso delocalizzano e portano soldi e lavoro all’estero, all’aumento esponenziale dei prezzi di materie di prima necessità e a quelli di acqua, luce, gas e benzina e alla chiusura di migliaia di piccole attività che sono fallite durante questi due anni.
    La ripresa c’è, ma è solo per le multinazionali, non per tutti quelli che vivono del proprio lavoro.

 

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IN SOLIDARIETA’ CON CUBA SOCIALISTA, IN SOLIDARIETA’ CON LA RIVOLUZIONE !

IN SOLIDARIETA’ CON CUBA SOCIALISTA, IN SOLIDARIETA’ CON LA RIVOLUZIONE !

Compagni e Compagne,
nell’ultimo anno e mezzo la pandemia del Covid ha portato a una crisi globale che ha evidenziato, in maniera netta e inequivocabile, problemi economici e sociali latenti adesso gravi ed evidenti.
La crisi ha colpito e sta colpendo duro molti Paesi, tra questi c’è la Repubblica di Cuba.
Il popolo Cubano da oltre 60 anni è vittima di un blocco economico, un criminale “stato d’assedio” imposto dagli Stati Uniti d’America (e da certi paesi alleati) che ogni anno si rinnova al fine di “strangolare” l’economia dell’isola caraibica portandola al collasso: tutto questo perché il Governo Statunitense, anziché riconoscere il legittimo governo caraibico, si ostina a voler controllare, con la forza della violenta coercizione economica, tutto ciò che, per loro, rappresenta una minaccia al loro “stile di vita” nonostante rappresentino, nei confronti di Cuba, una forza assolutamente soverchiante, calpestando il principio democratico di autodeterminazione dei popoli.
La maggioranza del popolo cubano, nonostante la crisi e le difficoltà, in queste settimane sta scendendo in piazza per manifestare la propria solidarietà al Governo e fa rabbia pensare che i media occidentali, in primis quelli del nostro Paese, non hanno detto una parola riguardo queste grandissime manifestazioni a sostegno del modello socialista Cubano: tutto ciò è vergognoso se pensiamo che il Governo di Cuba non ha esitato ad aiutare il nostro Paese durante la pandemia, mandando i propri medici nelle zone più colpite e più fragili dimostrando, a tutto il mondo, cosa significhi essere internazionalisti.
E questo lo ha fatto un Paese che è molto più “povero e arretrato” con un’economia sempre più minata dal blocco economico che impedisce il rifornimento di attrezzature, materiali, e a volte anche cibo, rispetto al nostro che vanta una posizione di rilievo nello scenario internazionale.
Dunque, come Partito Comunista e a nome di quanti sono amanti della Pace e della fratellanza tra i Popoli chiediamo un impegno formale e pratico per aiutare il Governo e il Popolo Cubano, mettendo a disposizione tempo e materiale per la raccolta di beni da mandare nell’isola, organizzando il tutto con tutte quelle associazioni, e semplici cittadini e cittadine, che vorranno dare una mano alla causa rifiutando, categoricamente, il blocco economico.

Ciò di cui Cuba necessita è questo:

1) Ossimetri;
2) siringhe;
3) ventilatori/respiratori;
4) mascherine per bambini e adulti;
5) guanti medici;
6) disinfettante;
7) farmaci quali LASIX, NAPROXEN, MOMENDOL, METOCARBAMOL, FLEXIVER, TACHIPIRINA, ASPIRINA, NOVALGINA, VOLTAREN, ANTIBIOTICI (in particolare ZITROMAX), ANTIDIABETICI;
😎 cibo per bambini;
9) materiale scolastico quali quaderni, borse ecc.

Per DONARE si può fare il bonifico bancario (con causale “medicine pro-Cuba”) al “Circolo Camillo Cienfuegos” di Salerno, Ass.ne Italia-Cuba Onlus Cod. Fisc 95089400659 all’Iban:

IT 18B0538776173000001211821
Bic (codice swift): BPMOIT22XXX
Per SPEDIRE materiale l’indirizzo dell’Associazione Italia-Cuba Salerno è VIA ALFONSO TORRE N.2, CAVA DE’ TIRRENI (SA) CAP: 84013
Per INFORMAZIONI si può chiedere in privato QUI sulla pagina Facebook del Partito.

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IL PD È DESTRA

IL PD È DESTRA

Ricordatevelo la prossima volta che verranno a chiedervi il voto utile per fermare la destra.
La verità è che il PD è un partito di destra, amico di Draghi e dei fascisti. Formato dal peggio del peggio della democrazia cristiana e dal punto di vista economico la pensano allo stesso modo della Lega con cui governano e di Fratelli d’Italia, che finge di fare opposizione.
BUTTIAMOLI FUORI DA TUTTO

 

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12 dicembre 1969: l’inizio della strategia della tensione

12 dicembre 1969: l’inizio della strategia della tensione

Alle 16.30 del 12 dicembre 1969, una bomba fascista devasta la filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura, uccidendo 17 persone e ferendone 88.
Da quel momento inizia la strategia della tensione che, dietro la mano fascista, nasconde il tentativo di contrastare con la violenza e il terrore le lotte operaie e studentesche che avanzavano in quegli anni.
Le responsabilità degli apparati dello stato borghese sono state acclarate in sede giudiziaria. Nessuno ha pagato.
Le bombe nelle piazze, le bombe nei vagoni le mettono i fascisti, le pagano i padroni.

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Anche a #Varese arriva il Partito Comunista

Anche a #Varese arriva il Partito Comunista

Anche a #Varese arriva il Partito Comunista.
Lavoratrici, lavoratori, giovani e pensionati che si organizzano nell’unico strumento reale per un cambio di sistema vero: Il Partito Comunista.
Da oggi anche in tutta la provincia di Varese sono previste iniziative nei mercati, nei quartieri popolari e davanti ai siti industriali e produttivi, contro il governo del banchiere #Draghi, sostenuto dall’UE e da tutti i partiti di destra quanto di sinistra.
Non restare a guardare.
Informati, Organizzati, Unisciti al Partito Comunista.
Segui la Pagina 👉👉 https://bit.ly/PCVarese

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LICENZIATI COL MEGAFONO!

LICENZIATI COL MEGAFONO!

Quando la realtà supera la fantasia
Se fino ad ora avete creduto alle balle raccontate ad arte dai media sulla ripresa del nostro Paese, siete semplicemente vittime di una narrazione falsa e orchestrata.
Non esiste la ripresa dell’Italia. Esiste un rimblazo sistemico dopo un periodo di chiusure.
Se i padroni licenziano tranquillamente via Skype, mail o con il megafono come è successo per lo stabilimento Caterpillar di Jesi che due giorni fa ha annunciato di lasciare a casa 270 lavoratori, è perché si sentono sicuri di non avere conseguenze.
Tutelati da un governo che ha il solo scopo di fare l’interesse dei grandi gruppi capitalistici e delle multinazionali ed impoverire il popolo, facendo sembrare il tutto un’allegra commedia.
Esprimiamo la nostra totale vicinanza ai lavoratori.

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NON CI VOGLIONO PIU’ MANDARE IN PENSIONE

NON CI VOGLIONO PIU’ MANDARE IN PENSIONE

Il governo Draghi vuole innalzare ulteriormente l’età pensionabile fino a farci andare in pensione a 71 anni.
Con questa nuova proposta viene superata “quota cento” (che “andrà in pensione” definitivamente entro la fine dell’anno) e la ben peggiore riforma Fornero varata durante il governo tecnico di Monti.
Questo governo ha deciso di peggiorare ulteriormente la situazione pensionistica di milioni di lavoratori, costringendoli a lavorare fino a 71 senza poi avere il tempo di godere degli anni di meritato riposo attraverso una pensione adeguata.
E’ innegabile che vogliano eliminare completamente la pensione innalzando sempre di più l’età per chi ha la fortuna di avere un lavoro e togliendo ogni speranza a chi invece è disoccupato o precario.
I pochi fortunati che hanno ancora un lavoro rischieranno di morire lavorando e non godersi il meritato riposo in modo dignitoso dopo una vita di sacrifici e di lavoro.
“Vogliamo il lavoro, vogliamo il salario, vogliamo il meritato riposo!”

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