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L’ILVA agli OPERAI!
La decisione della magistratura di porre sotto sequestro la fabbrica dell’ILVA di Taranto minaccia seriamente di mettere in mezzo ad una strada 8000 operai e famiglie. La storia di questo stabilimento è piena di episodi di morti a causa della diossina e dell’amianto (come di altre sostanze nocive) sia tra gli operai che tra la popolazione fuori dalla fabbrica, a causa del padrone Riva che in tutti questi anni ha perseguito nella ricerca del massimo profitto risparmiando sulla sicurezza utilizzando opportunisticamente anche gli operai, giustamente preoccupati per il posto di lavoro. La lotta per il lavoro, la salute e la sicurezza è un unica lotta contro il capitalismo. Gli operai e le masse popolari tarantine hanno una sola soluzione per uscire vincitori nelle loro battaglie, per il lavoro e la salute; unire la lotta operaia in fabbrica con quella sul territorio contro lo stesso nemico, composto da veleni e profitto. La sicurezza sul posto di lavoro, la salute, la conservazione dell’ambiente vanno in contrasto con la logica del profitto, del mercato, che sono alla base della società capitalista. La degenerazione filo-padronale di alcuni sindacati e quella associativa piccolo-borghese di alcune forze politiche della defunta sinistra di classe, hanno portato ad una situazione di smantellamento dell’organizzazione indipendente di classe, per cui vengono contrapposti gli “operai” ai “cittadini” ed abbiamo visto terribili scene in questi mesi dove operai e sindacati da un lato si contrapponevano all’altro lato composto da organizzazioni cittadine e associazioni ambientaliste. Chi per la conservazione dello status quo utilizzati dal padrone, chi per la chiusura della fabbrica senza curarsi degli 8000 e più operai e famiglie. Nel mezzo a decidere, la magistratura borghese. Singolare a tal proposito un comunicato del PRC in cui affidava tutto alla “magistratura fondamento dello Stato”. La ricetta borghese non cura la malattia, in quanto non potrà mai mettere in discussione le basi e le leggi del suo sistema, caratterizzato dall’avidità del capitalista e dalla logica del massimo profitto. La ricetta del proletariato colpisce invece la radice del problema, per cui è l’unica soluzione possibile per gli interessi comuni della classe operaia e del popolo: confisca dei beni del capitalista Riva, messa in sicurezza della fabbrica, nazionalizzazione della stessa e gestione operaia. L’alleanza sociale, tra gli operai e gli altri strati popolari, nei comuni interessi, è l’unica possibilità per la costruzione del potere e dell’economia popolare, che ponga fine allo sfruttamento, al mercato, al profitto e di conseguenza curando la salute, la sicurezza, l’ambiente, il benessere sociale.