Il 29 giugno 2009, poco prima della mezzanotte, un treno-merci carico di gas propano liquido deraglia nei pressi della stazione di Viareggio. Il gas fuoriuscito da una delle cisterne esplode causando la morte di 32 persone. Una strage annunciata, una strage che rischia di ripetersi quotidianamente lungo le nostre linee ferroviarie.
E mentre il processo penale in corso a Lucca a distanza di cinque anni è appena iniziato, le istituzioni, governi, hanno già assolto di fatto tutti gli imputati avendoli prima nominati e poi confermati amministratori delegati delle ferrovie, mentre il Presidente della Repubblica – pur se indagati e imputati per reati molto gravi – li ha insigniti di prestigiose onorificenze: Moretti cavaliere del lavoro ed Elia ‘Stella al merito’ di Maestro del lavoro.
Ma sul banco degli imputati dovrebbe salire il vero colpevole: il sistema capitalistico che, fagocitando il trasporto pubblico così come ogni altro servizio pubblico, per la massimizzazione dei profitti non esita a sacrificare le più elementari norme sulla sicurezza dei lavoratori e non solo. Alle 32 vittime della strage di Viareggio, dobbiamo purtroppo aggiungere gli operai e i lavoratori delle ferrovie che hanno perso la vita sul lavoro negli ultimi anni, per non parlare di chi, come Dante De Angelis, è stato licenziato per aver denunciato la scarsa sicurezza del trasporto pubblico o, nel caso di Riccardo Antonini, per il suo impegno come consulente tecnico di alcuni familiari e della Filt-Cgil, nella fase dell’incidente probatorio per il processo.
Il Partito Comunista, nel ricordare le vittime della strage di Viareggio e nell’invitare i propri militanti a partecipare alla commemorazione del 29 giugno e alle altre iniziative di memoria e di lotta, esprime il proprio impegno nel sostegno alla lotta per la ricerca della verità e della giustizia, fuori e dentro le aule dei tribunali.
I morti del popolo per loro valgono meno di una piuma, quando verrà la rivoluzione per loro avrà il peso di una montagna.