2008: Fidel Castro si dimette, ma il suo pensiero rivoluzionario resta la lama più affilata, l’esempio da seguire..
La svolta nella storia di Fidel comincia dalla traversata in una barca da diporto per dieci persone, nella quale navigarono ben 82 uomini. Il “Granma” sbarcò a Playa de Las Coloradas, nella Provincia orientale dell’isola la mattina del 2 dicembre del 1956.
Rivoluzionari nell’animo, affrontarono l’invasore imperialista senza paura, a costo di dare la vita per il popolo cubano.
All’inizio dure sconfitte, la maggior parte caddero prigionieri o rimasero senza contatto con il gruppo dirigente. Assillati dalla sete e dalla pressione dell’esercito, solo i gruppi di Fidel e Raul, che non raggiungevano la cifra di 15 guerriglieri, riuscirono a riunirsi nuovamente e, guidati dal contadino Guillermo Garcia Frias, arrivarono in un luogo sicuro alle pendici della Sierra Maestra.
E’ questo il momento in cui iniziò la guerriglia nelle montagne della zona più orientale del paese, dove poco a poco crebbero le azioni guerrigliere e soprattutto il coinvolgimento della popolazione.
Mille e più battaglie per Fidel, “El Che” e gli altri, un lungo lavoro di coscientizzazione e arruolamento nelle milizie rivoluzionarie; fino alla svolta: il’1 gennaio del 1959, Batista scappò da Cuba; Santa Clara e Santiago di Cuba furono prese dalla milizia popolare guidata dai rivoluzionari.
Fidel, appena vinse la rivoluzione e spazzò via il dittatore, si preoccupò subito di cancellare l’analfabetizzazione e di programmare le principali riforme da apportare al paese.
Negli anni la Cuba sociale ha garantito la tutela dei diritti di ogni singolo cittadino, Salute ed Educazione PER TUTTI, Tutela e rispetto della natura.
Ma agli USA e all’oligopolio economico da lei creato tutto questo non va giù: l’eguaglianza non deve esserci, non conviene ai potenti, al capitale e a chi ne possiede il monopolio.
Con la caduta del muro di Berlino gli Stati Uniti non hanno più avuto ostacoli, ed hanno isolato Cuba dal mondo. attraverso blocchi economici dittatoriali, false notizie, attacchi terroristici.
Ma Fidel ha resistito, portando Cuba ad essere la prima nazione al mondo per livello di alfabetizzazione e per il rispetto dell’ambiente. Inoltre i medici cubani sono tra i più preparati al mondo, sono inviati in missioni di solidarietà in tutto il sud America, in Africa e in Cina (Dati ONU).
Gli ospedali, le Scuole, le Università: E’ tutto gratuito, E sul livello di preparazione dell’istruzione non c’è nemmeno da discutere, visto che ci sono centinaia di Statunitensi (!) che ogni anno vanno a studiare nelle università cubane…
Poi il 19 febbraio 2008, dopo 49 anni di presidenza, Fidel Castro si dimette. “Il mio dovere elementare non è afferrarmi agli incarichi e tanto meno ostacolare il passo a persone più giovani, senza apportare esperienze e idee il cui modesto valore proviene dall’epoca eccezionale che mi è toccato vivere. Esiste una generazione intermedia che ha imparato tutto da noi, tutti gli elementi della complessa e quasi inaccessibile arte di organizzare e dirigere una Rivoluzione. Il cammino sarà sempre difficile e richiederà lo sforzo intelligente di tutti.
L’avversario da sconfiggere è sommamente forte, ma lo abbiamo mantenuto al suo posto durante mezzo secolo.”
Non mi sto accomiatando. Voglio solo combattere come un soldato delle idee. Continuerò a scrivere intitolando “Le riflessioni del compagno Fidel” e sarà un’arma in più nell’arsenale su cui si potrà contare. Forse la mia voce si ascolta. Starò molto attento. Grazie.”
Nel secolo scorso gli Stati uniti hanno occupato il sud America (come tanti altri paesi da sfruttare) con le loro multinazionali, portando miseria e discriminazioni, sfruttamento umano e devastazione ambientale.
Ma ora il vento che soffia nel continente è di progresso e di indipendenza. Otto nazioni latinoamericane, pur con diversa intensità e convinzione, hanno scelto governi con programmi sociali evidenti, il Brasile di Lula, l’Argentina dei Kirchner, l’Uruguay di Tabaré Vázquez, il Venezuela di Chávez, l’Ecuador e la Bolivia degli indigeni Rafael Correa ed Evo Morales, il Nicaragua di Daniel Ortega e, pur con i suoi limiti evidenti, anche il Cile della concertazione di Michelle Bachelet, donna presidente in un paese machista e militarista.
Questo grazie all’esempio di Fidel.
“Auguro al popolo cubano di non cadere in mano dei Batista e dei Mister Tamburin, feroci cacciatori di prede, emissari del barbaro potere economico che sta infettando il mondo con il sangue e le tragedie dei poveri diavoli indifesi e dimenticati!”
“Faccio i complimenti a tutti coloro che lottano,
a quelli che non si arrendono mai di fronte alle difficoltà,
a coloro che credono nelle capacità umane per creare,
seminare e coltivare valori e idee,
a coloro che puntano sull’umanità,
a tutti coloro che condividono la bellissima convinzione che
un mondo migliore è possibile!
Lotteremo insieme a voi e vinceremo!”
Fidel Castro Ruz
Otro mundo es posible ! Hasta la victoria, Siempre !