Oro sporco di sangue.
Il Sudan è uno dei Paesi con maggior impatto estrattivo del continente africano. Con 80 tonnellate all’anno (93 quelle esportate nel 2018) è il terzo paese per esportazione d’oro.
Maggior parte dell’estrazione, si compie illegalmente o “ben che vada” senza alcuna traccia di sicurezza.
Negli ultimi 10 anni, questi scavi effettuati con metodi definiti dalle autorità “artigianali”, si sono moltiplicati in tutto il Paese, rappresentando attualmente l’80 per cento della produzione nazionale.
La miniera in questione era già stata chiusa dalle autorità locali, proprio a causa di un altro cedimento.
Tra mazzette e ammiccamenti, venne riaperta.
Questo Natale, almeno 31 persone morte e 8 dispersi.
Il tutto, perché le multinazionali dell’oro possano depredare un Paese delle proprie ricchezze, affamarlo, tenerlo sotto scacco.
Un vecchio detto del Sudan recitava:
“Nel resto del mondo l’oro è potere.
Qui in Sudan, chi lo estrae è cadavere”
Se si vuole fermare queste stragi e le emigrazioni bisogna smettere di fare depredare le multinazionali le ricchezze di questi Paesi.