BOLOGNAFIERE LICENZIA 123 LAVORATRICI E LAVORATORI.

BOLOGNAFIERE LICENZIA 123 LAVORATRICI E LAVORATORI.

Passate le elezioni amministrative è andata in scena la più classica delle opzioni del capitalismo in salsa bolognese, cioè quella di tagliare ” la gola” a 123 tra lavoratrici e lavoratori per soddisfare i soci che devono fare profitto.
Torna in mente le dichiarazioni del presidente della IG Farben, Carl Krauch, al processo di Norimberga che rispose alle accuse di partecipazione allo sterminio dei campi di concentramento del tribunale : “Non ne devo rispondere alla storia, io rispondo del mio operato solo ai miei soci”, è il capitalismo bellezza. Per la cronaca prese sei anni compreso il periodo del processo, crediamo che se lo avessero preso i sovietici la giustizia proletaria sarebbe stata più congrua.
Chiaro è l’indirizzo che il consiglio amministrativo ha intrapreso, quello di riportare il modello EXPO anche a Bolognafiere dove si và ad introdurre forme di lavoro a basso costo e di scarsa qualita a discapito della professionalità degli operai che fino ad adesso aveva retto, e allora si introducono appalti a cooperative amiche, falsi stage gratuiti , insomma la classica ricetta che ormai trova albergo in tutti i settori dell’economia nazionale e locale.
Già da alcuni mesi se ne ravvedevano i prodromi, il colpo di mano che il Sindaco Merola, il meno amato e meno votato di tutti i tempi, aveva attuato, estromettendo, di fatto, il Presidente di Bolognafiere ,Duccio Campagnoli (ex cgil) ,era un chiaro segnale di un cambio politico , di una “guerra tra bande” all’interno del PD e di come la frangia “modenese” stia avanzando nei confronti di una asfissiata borghesia bolognese che non riesce più a controllare quei pochi cardini capitalistici che era riuscita a costruirsi sul territorio tramite il suo esponente politico, il PD.
A farne le spese , come al solito, di questa fatiscente ristrutturazione saranno i 123 lavoratori che da ieri sono sul piede di guerra. Va dato atto che da mesi il Sindacato Generale di Base è stato l’unico Sindacato che concretamente ha criticato e lanciato mobilitazioni tra le lavoratrici ed i lavoratori denunziando la situazione, si legge nel comunicato sindacale : “E’ inaccettabile che, in questa partita i soci pubblici e privati non si assumano la propria responsabilità, con che faccia il sindaco Merola e il Presidente Bonacini che dovrebbe pensare al bene dei propri cittadini e non solo a questioni di mercato, avalla un licenziamento di tale portata che mette in ginocchio intere famiglie, senza vergognarsene?”.
Il Partito Comunista non può che essere al fianco della lotta di queste lavoratrici e di questi lavoratori che si stanno organizzando per mantenere il proprio posto di lavoro con il sindacato che è lo strumento di lotta economica.
E’ arrivato il momento di iniziare ad unire le varie lotte economiche presenti sul territorio sotto attacco di questa feroce borghesia, che trova rappresentanza politica nel PD, e trasformarle in lotta politica con la costruzione dello strumento di rappresentanza di tutte le lavoratrici ed i lavoratori, il Partito Comunista.
Partito Comunista – Federazione Bologna
 

 

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