Dopo la scorsa tornata elettorale la crisi in Grecia obbliga ad
una nuova consultazione elettorale da tenere il 16 giugno.
Non capendo quanto sia relativo l’insediamento elettorale nelle istituzioni di governo,
molti compagni, anche in Italia, si chiedono come mai il Partito Comunista di Grecia – KKE
non accetti di allearsi elettoralmente con SYRIZA (una coalizione composita di sinistra radicale),
in modo da assicurarsi il premio di maggioranza e governare la Grecia. Questi compagni guardano solo
i numeri elettorali e pensano che sommare i voti possa aiutare a imprimere se non una svolta verso il
Socialismo, almeno verso una cesura netta col passato. Purtroppo in Italia , e lo diciamo
criticamente ed autocriticamente, abbiamo già avuto esperienza di cosa significa un governo
appoggiato dalle “sinistre”, ma governato di fatto dai rapporti di forza borghesi, come fu il primo
e il secondo governo Prodi e i compagni del KKE, giustamente, non vogliono ripetere questi
tragici errori.
Se la linea e la strategia del KKE è coerentemente orientata verso la trasformazione socialista della
società, farsi un’idea del programma di Syriza non è tanto facile. Spesso il loro programma è
confutato dalle successive interviste. Sembra di tornare in Italia quando, con Bertinotti, Diliberto
e Ferrero al governo, si diceva di esser contro la guerra e si votava la missione in Afghanistan
ed anche si tuonava contro la precarietà e si votava il protocollo su pensioni e welfare.
Se stiamo alla recente intervista di Alexis Tsipras (una specie di Vendola greco) a Liberazione,
le questioni sono messe così:
“..la discussione deve procedere su questi 5 assi. In primo luogo la cancellazione immediata delle
misure previste dal memorandum, … In secondo… luogo la cancellazione delle
leggi che distruggono diritti fondamentali dei lavoratori, … In terzo luogo … cambio della legge
elettorale … Poi il controllo pubblico del sistema bancario … Vogliamo trasformare le banche da
strumento per la speculazione a strumento per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione, per
rafforzare le piccole e medie imprese. Per ultimo, ma non per importanza, la creazione di un
audit pubblico sul debito, una moratoria sul pagamento del debito e la ricerca di una
soluzione in Europa giusta e sostenibile. La crisi non è semplicemente della Grecia. E’ una crisi
europea e dobbiamo trovare una soluzione a quel livello.»
«Il futuro dell’Europa è la giustizia sociale, lo sviluppo, la solidarietà.»
Non si parla già più di “nazionalizzare” le banche, come si fa invece nel programma completo,
ma solo di metterle sotto controllo pubblico, che non è certo la stessa cosa. Così come nei “cinque
assi” non si parla affatto di uscire dalla NATO e espellere le basi in territorio greco, come si faceva
invece ancora nel programma.
Ma andiamo al quinto “asse”, che è quello davvero qualificante. Fare bei programmi su scuola,
sanità, lavoro, tasse, ecologia, e chi più ne ha più ne metta, è abbastanza facile; ma è sotto gli occhi
di tutti che il primo problema che il nuovo governo dovrà affrontare è il debito pubblico e il diktat
europeo.
Syriza non propone di USCIRE da questa prigione che è l’UE, ma di riformarla, magari
conquistandosi la fiducia dei ‘mercati’!
Che cosa sarebbe questo “audit”, che tanti anche qui in Italia propongono? Una giuria (nazionale o
internazionale?) che dovrebbe stabilire quale debito è illegittimo e quale no, quale va ripagato e
quale va respinto. Ma il popolo greco ha interesse solo a garantire i piccoli risparmiatori e buttare a
mare i grossi speculatori nazionali e internazionali, e per fare questo ci vuole un audit?
Il quinto asse continua proponendo una “moratoria” sul debito. Ciò è confermato dal programma
più esteso, dove si legge: «Rinegoziare gli interessi e sospendere i pagamenti fino a quando
l’economia non si sarà ripresa e tornino la crescita e l’occupazione». Questo significa cavare le
castagne dal fuoco al capitalismo internazionale. Rinegoziare cosa e con chi? È più che scontato
infatti che la Grecia non potrà pagare gli interessi, neanche con politiche “draconiane”, quindi è
interesse degli strozzini internazionali dare respiro al povero strozzato per non farlo annegare.
Ingrassata di nuovo la vacca riprenderanno a spremerla?
Ancora, «la ricerca di una soluzione in Europa giusta e sostenibile». «Esigere dalla UE un
cambiamento del ruolo della BCE perché finanzi direttamente gli Stati e i programmi di
investimento pubblico», si legge nel programma completo. Ma questi finanziamenti, come pare,
sono a debito. In tal caso sono né più né meno che gli European Bond che chiede anche Monti e
Hollande, ossia ancora debiti sulle spalle dei popoli europei, o addirittura i project bond che pure
la Merkel accetterà, ossia debiti per finanziare le “grandi opere”, contro cui per esempio in Val Susa
ci stiamo battendo strenuamente.
Un conto sono le belle parole, ma la sostanza è che un’“Europa diversa”, un’Europa dei popoli non può
esistere senza una vera “rottura”, e per far questo non si può chiedere alle centrali capitalistiche
“audit”, “rinegoziazioni degli interessi”, ecc.
Ancora una volta si attacca come origine dei mali il “neoliberismo” ( neo?),
credendo che quello sia solo una malattia passeggera del capitalismo. La malattia è il capitalismo.
Non esiste un capitalismo buono ed uno cattivo. Esiste il capitalismo!
I compagni che criticano il KKE perché esso non vuole entrare in un governo insieme a forze che
sono oggettivamente meno che riformiste come Syriza, dovrebbero prima immaginare in che
situazione si potrebbe trovare il KKE in minoranza in un governo con questi e come potrebbe poi
spiegare al popolo che gli ha dato fiducia, che stanno facendo il lavoro per il capitale.
E’ possibile che , nel breve periodo, la scelta coerente dei compagni del KKE possa non tradursi
in avanzata elettorale; ma certo in termini strategici i risultati saranno diversi, perchè altra è la
strada che prospetta il KKE e che prospettiamo anche noi di CSP-PARTITO COMUNISTA:
i margini del riformismo non esistono più!
Contro l’Unione Europea, dittatura delle banche e dei monopoli. Per il Socialismo!
Roma 28 maggio 2012