L’AFRICA SULL’ORLO DELLA GUERRA PER COLPA DELL’OCCIDENTE. Il Niger poche settimane…


da Partito Comunista https://ift.tt/TDVbzpH

L’AFRICA SULL’ORLO DELLA GUERRA PER COLPA DELL’OCCIDENTE.

Il Niger poche settimane fa ha cacciato il presidente corrotto filo-occidentale.
l’ECOWAS l’unione dei Paesi dell’Africa occidentale, emanazione dell’occidente (Francia) in questa regione dell’Africa ha da subito minacciato un intervento se non fosse stato rimesso al suo posto il presidente burattino.

Burkina Faso, Mali e Ghana hanno subito detto che sarebbero intervenuto al fianco del Niger in caso di aggressione, quasi tutti gli 11 Paesi restanti dell’ECOWAS con a capo la Nigeria, minacciano un intervento militare sotto pressione francese e statunitense.

Algeria e Ciad chiedono di non far scoppiare una guerra ai loro confini .
Molti dei Paesi i cui governi vogliono intervenire in Niger stanno subendo manifestazioni di protesta contro l’intervento e a favore dei ribelli nigerini.
La stessa Unione Africana, ha si sospeso il niger, ma ha intimato l’ECOWAS di non intervenire militarmente.

Il Popolo africano è sempre più stanco dell’ingerenza neo-coloniale occidentale in primis quella Francese e quella americana.
Il Niger ha subito bloccato il furto dell’Uranio da parte francese, ha bloccato le emittenti televisive e radio francesi e ha l’ambasciatore francese per le continue ingerenze, la Franica ha risposto che non riconosce il governo e quindi non ritirerà l’ambasciatore, che ora è circondato, senza acqua luce e senza la possibilità di fargli arrivare altre provviste.
Ha chiesto il ritiro anche del contingente francese circondato dal popolo.

Il sostegno popolare ai militare che hanno deposto il burattino dell’occidente per riconquistare la sovranità contro il neocolonialismo occidentale e far finire il furto di materie prime, in primis l’Uranio, per avere la possibilità di far sviluppare l’economia.

Oltre 50 mila civili si sono presentati per far parte delle milizie volontarie.
Decine di manifestazioni a sostegno dei militari, contro la presenza francese con la presenza di bandiere russe e nordcoreane, due nazioni che non si sono piegate all’arroganza dell’imperialismo occidentale e che i popoli del mondo sostengono.
Un grande movimento di oltre 20 associazioni alcuni sindacati e comitati popolari, M62 ha comunicato :

“…Il nostro è un movimento radicato nel territorio e cerchiamo di rappresentare le diverse anime della società nigerina. Da anni stiamo lottando duramente per cacciare tutti i militari stranieri dal nostro Paese, non abbiamo bisogno di balie internazionali, l’esercito del Niger può benissimo difendere la sua gente… I francesi non sono qui per aiutarci, solo per sfruttarci. Appoggiamo con tutto il cuore il colpo di stato dei nostri soldati che si sono ripresi la dignità che le truppe straniere avevano loro tolto.”

In tutta l’Africa i ragazzi sotto ai ragazzi sotto i 30 anni non basta la formale indipendenza conquistata dai loro genitori nel dopoguerra, ora vogliono una vera indipendenza e la piena sovranità sulle proprie risorse, sono stanchi di avere governi di élite che fanno gli interessi dei grandi gruppi multinazionali occidentali, sono stanchi di fare guerre tribali fomentanti dai servizi segreti occidentali. Sono stanchi e in molte zone dell’Africa si sta alzando forte il sentimento di vera libertà, stanchi di un mondo etero diretto dall’imperialismo occidentale, arrogante e presuntuoso che anche nella forme migliori, quelle più “progressiste”, vuole spiegare, insegnare, agli africani come si vive e cosa è la “democrazia”. I popoli dell’Africa si sono alzati in piedi e stanno marciando, l’operazione in Niger potrebbe anche finire male, ma il vento in Africa e nel mondo sta cambiando.

Un nuovo mondo multipolare si sta rafforzando sempre di più e il vecchio mondo occidentale è destinato all’inesorabile declino.
Noi come Italia potremmo cambiare il nostro posizionamento prima che sia troppo tardi, prima di essere trascinati in una guerra non nostra, prima che la nostra economia sia definitivamente distrutta con milioni di disoccupati e precari.

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