LA TRANSIZIONE GREEN LA IMPONGONO SOLO AI POVERI La svolta green che sta investendo tutto il continente europeo verrà applicata solamente al popolo e non alle grandi multinazionali e industrie che da sole producono il 70% dell’inquinamento mondiale. Mentre l’UE e il nostro governo ci impongono di cambiare auto caldaia ecc in nome del finto ecologismo imponendo ai cittadini di spendere sempre più soldi per adeguarsi alle nuove imposizioni le grandi compagnie industriali e petrolifere (che sovvenzionano molti gruppi di attivisti green) fanno marcia indietro e tornano ai combustibili fossili. Uno dopo laltro i big stanno rivedendo i loro piani e riscoprendo il loro primo amore i combustibili fossili ovvero gas e petrolio. Il colosso statunitense Exxon che ha chiuso il 2022 con profitti per 59 miliardi di dollari i più alti mai registrati da una compagnia petrolifera liquida così la questione nei documenti inviati alla Sec (lautorità che vigila sui mercati Usa): È altamente improbabile che la società accetti il peggioramento degli standard di vita che richiederebbe il raggiungimento delle emissioni nette zero nel 2050. Ne consegue che il gruppo non ha nessuna intenzione di diminuire i suoi investimenti in gas e petrolio che sono tornati a generare profitti stratosferici. Tutte le grandi compagnie hanno chiuso il 2022 con risultati di bilancio record ed elargito generosi premi ai propri azionisti. LAd di Eni Claudio Descalzi. Ha dichiarato: Nel nostro modello di azienda a satelliti siamo capaci di investire nella transizione e quindi nella trasformazione del nostro business ma anche accrescendo ciò di cui abbiamo bisogno ora che è il gas quindi dobbiamo investire bene in entrambi i fronti senza sacrificare un investimento rispetto allaltro con profitti naturalmente essere efficienti dal punto di vista del bilancio. Eni insieme a Var Enrgi (di cui la stessa Eni ha il 63%) ha da poco acquisito Neptune Energy Group società specializzata nellesplorazione e produzione di gas in Europa occidentale Nord Africa Indonesia e Australia. Unoperazione da quasi 5 miliardi di dollari. I nostri governi impongono assurde misure riguardo l’ecologia a tutti i cittadini ma non dicono nulla contro chi realmente produce inquinamento nel mondo neanche tutti i gruppi di attivisti che stupidamente imbrattano monumenti e opere d’arte in nome di un finto ecologismo dicono una sola parola contro queste grandi multinazionali (da cui spesso sono sovvenzionati) troppo intenti a criminalizzare solo il singolo cittadino.


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LA TRANSIZIONE GREEN LA IMPONGONO SOLO AI POVERI

La svolta green che sta investendo tutto il continente europeo verrà applicata solamente al popolo e non alle grandi multinazionali e industrie che da sole producono il 70% dell’inquinamento mondiale.
Mentre l’UE e il nostro governo ci impongono di cambiare auto, caldaia ecc in nome del finto ecologismo imponendo ai cittadini di spendere sempre più soldi per adeguarsi alle nuove imposizioni, le grandi compagnie industriali e petrolifere (che sovvenzionano molti gruppi di attivisti green) fanno marcia indietro e tornano ai combustibili fossili. Uno dopo l’altro i big stanno rivedendo i loro piani e riscoprendo il loro primo amore, i combustibili fossili, ovvero gas e petrolio.

Il colosso statunitense Exxon, che ha chiuso il 2022 con profitti per 59 miliardi di dollari, i più alti mai registrati da una compagnia petrolifera, liquida così la questione nei documenti inviati alla Sec (l’autorità che vigila sui mercati Usa): “È altamente improbabile che la società accetti il peggioramento degli standard di vita che richiederebbe il raggiungimento delle emissioni nette zero nel 2050″. Ne consegue che il gruppo non ha nessuna intenzione di diminuire i suoi investimenti in gas e petrolio che sono tornati a generare profitti stratosferici.
Tutte le grandi compagnie hanno chiuso il 2022 con risultati di bilancio record ed elargito generosi premi ai propri azionisti.
L’Ad di Eni Claudio Descalzi. Ha dichiarato: “Nel nostro modello di azienda a satelliti siamo capaci di investire nella transizione e quindi nella trasformazione del nostro business ma anche accrescendo ciò di cui abbiamo bisogno ora che è il gas, quindi dobbiamo investire bene in entrambi i fronti senza sacrificare un investimento rispetto all’altro, con profitti naturalmente, essere efficienti dal punto di vista del bilancio”. Eni, insieme a Var Enrgi (di cui la stessa Eni ha il 63%), ha da poco acquisito Neptune Energy Group, società specializzata nell’esplorazione e produzione di gas in Europa occidentale, Nord Africa, Indonesia e Australia. Un’operazione da quasi 5 miliardi di dollari.

I nostri governi impongono assurde misure riguardo l’ecologia a tutti i cittadini ma non dicono nulla contro chi realmente produce inquinamento nel mondo, neanche tutti i gruppi di attivisti che stupidamente imbrattano monumenti e opere d’arte in nome di un finto ecologismo dicono una sola parola contro queste grandi multinazionali (da cui spesso sono sovvenzionati), troppo intenti a criminalizzare solo il singolo cittadino.

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