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𝐃𝐎𝐏𝐎 𝐈𝐋 𝐆𝐀𝐒 𝐈𝐋 𝐏𝐄𝐓𝐑𝐎𝐋𝐈𝐎. Il 5 dicembre scatta l’embargo del petrolio russo, che non potrà più essere acquistato regolarmente dai paesi dell’Unione Europea. Significa, caso unico nella storia, che la UE si fa gli embarghi da sola, colpendo i popoli lavoratori europei in primis e auto infliggendo enormi danni al proprio tessuto sociale, economico e produttivo.
Questo perché gli USA per vincere sullo scenario geopolitico globale hanno la necessità di rendere più debole l’Europa e rompere le relazioni tra i due continenti, Asia ed Europa.
Queste scelte geopolitiche volute dagli Stati Uniti, che dettano ormai la nostra politica energetica, colpiranno pesantemente la raffineria russa Lukoil di Priolo in provincia di Siracusa, che da occupazione a 10.000 lavoratori in Sicilia. La Sicilia, che è già una terra martoriata proprio per la mancanza di infrastrutture e occupazione, sente doppiamente il peso geopolitico di queste scelte che provengono direttamente dal padrone a Washington.
Ecco perché l’uscita dall’Unione Europea e dalla Nato così come il tema legato alla Sovranità popolare sono temi centrali, e non sono in alcun modo disancorati rispetto ai temi dell’occupazione, del riscatto sociale e quindi del Lavoro.
Il governo Meloni di fatto prosegue in piena sintonia rispetto alle politiche del PD e del governo Draghi, allineandosi senza alcuno sforzo alla politica degli Stati Uniti in Italia.
Il Partito Comunista sostiene la protesa dei lavoratori dello stabilimento di Priolo (Sicilia) venerdì 18 novembre e chiede siano tolte le sanzioni alla Russia, perché non sono altro che delle sanzioni di facciata per colpire in realtà l’Europa e indebolire l’Italia.