I nostri governanti stanno cercando ci farci credere che il sistema Europa sia cambiato e che i burocrati di Bruxelles siano improvvisamente diventati caritatevoli tanto da regalare all’Italia 172 miliardi di Euro per fronteggiare la crisi finanziaria del “post pandemia”
La realtà dei fatti purtroppo non è questa. La proposta del parlamento europeo per lo stanziamento dei “recovery fund” è ancora in discussione e trova una forte opposizione da paesi come l’Olanda che è da sempre contraria a questo genere di iniziative. Per l’approvazione della proposta infatti ci sarà bisogno del voto unanime di tutta la commissione.
Questa operazione sembra essere uno specchietto per le allodole se andiamo a guardare nello specifico i soldi destinati all’Italia: 82 miliardi in sovvenzioni e 91 miliardi in prestiti da restituire entro il 2058, che indebiterebbero ulteriormente la nazione verso l’Europa e la assoggetterebbero ancora di più ai diktat della BCE.
Dalle parole della Von der Leyen durante la seduta plenaria della commissione europea possiamo capire che, al momento, di sicuro ci saranno i 91 miliardi di prestito che lo stato italiano dovrà restituire facendo ancora più tagli ai servizi pubblici e sanitari per ridurre la spesa e attuando misure di “austerity” ancora più repressive per poter sanare il debito. Per quanto riguarda gli 81 miliardi in sovvenzioni, ancora non è stato proposto nulla di concreto, ma il parere contrario dell’Olanda mette a rischio l’approvazione del provvedimento.
Gli stessi 81 miliardi che vengono spacciati per sovvenzioni, in realtà sono sempre soldi presi a prestito dai mercati, anche emessi a carico del bilancio comunitario. Anche questo infatti alla fine grava sui bilanci nazionali in proporzione al PIL nazionale. Quindi in ultima analisi è sempre debito che si accumula
Di certo si sa che i settori che verranno finanziati non saranno quelli che effettivamente sono stati colpiti dalla crisi, ma settori a forte concentrazione di capitali. Quindi ancora regali alle multinazionali che hanno la forza di investire in quei settori e non per i lavoratori che hanno perso il lavoro.
Il quadro che si prospetta è quello che abbiamo sempre presagito: una continuazione del MES che porterà l’Italia ad essere ancora più schiava dell’ Europa e mentre i nostri parlamentari sia di destra che di sinistra festeggiano, tentando di far credere che il sistema imposto da Bruxelles sia buono e vantaggioso per tutti, chi alla fine pagherà le conseguenze di questi danni saranno solo i lavoratori e le classi popolari, che si ritroveranno all’interno di una costante crisi finanziaria per decenni, con salari sempre più bassi e servizi pubblici sempre peggiori. Il tutto per il bene delle grandi gruppi monopolistici, delle banche e della finanza.
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