Questa crisi sanitaria ed economica porterà enormi cambiamenti nella società attuale. Chi ne risentirà saranno soprattutto quelle classi che in questo periodo non hanno avuto coperture e garanzie adeguate: gli artigiani, le piccole Partite Iva, i collaboratori a chiamata, i piccoli commercianti, ne usciranno a pezzi.
Niente è stato fatto per arginare questa situazione se non erogare 600 euro una tantum per queste categorie di lavoratori che continua a dover pagare utenze, affitti, costi di gestione per un lavoro che non possono svolgere.
Il governo negli ultimi due mesi si è prostrato a Confindustria e ai grandi industriali (Jeff Bezos di Amazon ha guadagnato 24 miliardi di dollari dall’inizio della crisi, per dare solo un esempio) cercando di assecondare tutte le loro richieste con misure speciali, spesso a scapito della salute del popolo, ma dimenticandosi completamente di un’intera categoria che è costretta a non poter lavorare. I 600 euro non risolveranno di certo questa condizione. Servono immediatamente misure adeguate che permettano a questi lavoratori di superare la crisi.
Questa classe di lavoratori, che fino a poco tempo fa era il ceto medio, si è progressivamente impoverita grazie al liberismo sfrenato degli ultimi anni, dimostrando che possedere una piccola attività propria oggi non concede nessuna sicurezza in un sistema capitalista.
I lavoratori autonomi, i piccoli artigiani, i commercianti, le professioni, oggi vivono le stesse difficoltà della classe operaia e dei lavoratori dipendenti.
Il Partito Comunista si impegnerà per unire la lotta di tutte le categorie del lavoro contro i grandi gruppi monopolistici multinazionali.