“Carnevale di Venezia e…il volo della Colombina!”
Da due settimane i lavoratori della Vinyls di Porto Maghera sono saliti ancora una volta sulle “Torri del Cv 24 a 60 metri di altezza e sulle Fiaccole a 150 metri”, per protestare contro i ritardi che il Fondo Sovrano(Svizzero)Gita, intenzionato a rilevare gli stabilimenti italiani e continuare la produzione di chimica a Marghera, Ravenna e in Sardegna.
L’interesse del Governo, non corrisponde all’urgenza degli operai in GIG, che vedono allontanarsi ancora una volta la possibilità di continuare la loro travagliata vita, in lotta per il lavoro e che vedono avvicinarsi il licenziamento.
Su quelle “Fiaccole”, al freddo e chiusi in una tenda di fortuna, passano il giorno e le notti a sperare che questo disperato gesto convinca il “finto Ministro” dello sviluppo Romani, si assuma la responsabilità di dar corso all’applicazione dell’ennesimo protocollo d’intenti siglato tra le parti, prima di Natale del 2010.
Tra quei lavoratori c’è anche una donna coraggiosa che dall’inizio, tanti mesi fa, su quella torre è di casa.
Soffrono e attendono, ma la città sembra insensibile al loro gesto di lotta, di denuncia e di speranza; infatti il Comune di Venezia, invece di incalzare il Governo per il rispetto degli affidamenti, ha pensato di offrire alla lavoratrice un ruolo di comparsa carnevalesca. Come che la lotta per il lavoro e una vita dignitosa, fosse uno scherzo, proponendoli visto che lei è abituata alle grandi altezze, di effettuare il volo della Colombina dal Campanile di San Marco(100 metri) alla Piazza sottostante. Questo accadeva all’indomani della grande manifestazione delle donne del 13 Febbraio!
La lavoratrice, nel rifiutare il ruolo “commerciale” che gli era stato offerto ha risposto: che lei, come gli altri sta lottando per difendere il suo lavoro di tecnica di laboratorio e che non è un fenomeno modaiolo. E’ stata una lezione per il Sindaco di una città guidata da 35 anni dal centro sinistra!
Questo ci porta a riflettere ancora una volta sul futuro della chimica a Porto Marghera, ma e su tutta la sua area industriale. Il consiglio comunale, il suo Sindaco, deve decidere una volta per tutte se rimane un’area industriale e che finalità deve avere, quali sono gli indirizzi industriali che si vuole affidargli, che vanno accelerate le bonifiche ambientali, che va incalzato il Governo perché accolga la richiesta della Regione Veneto di dichiarare “area di crisi complessa” per dar corso ai sostegni economici alle aziende e ai lavoratori, coinvolti dai processi di ristrutturazione delle imprese e dei settori produttivi. Serve una politica industriale governata da scelte economiche del sistema paese e non assecondate dal “mercato”, che si sta dimostrando un rapace di profitti e fautore di sfruttamento operaio, oltre che destabilizzatore del lavoro e della vita delle persone che pagano le conseguenze negative delle sue scelte industriali.
Serve una visione “socialista” dei processi di produzione e di socialità territoriale. Da sempre l’industria di Porto Marghera è stata intimamente collegata al territorio e alla sua popolazione. Senza il fattore produttivo c’è una stravolgimento morfologico della città, impoverendola sia nel reddito che nelle sue finalità sociali ed umane. Le Istituzioni e la Confindustria devono rispondere a queste domande che da decenni rimangono inevase. La rabbia operaia sta per esplodere. Anche la Fincantieri sta scricchiolando, per non parlare della Pansac e così, molte altre aziende grandi e piccole. Serve un progetto”socialista” per la città, che unifichi tutte le forze sociali, sindacali e politiche che esca dalle posizioni” attendistiche”e che si confronti con il merito dei problemi. Bisogna contestare questa giunta comunale supina al volere dei poteri forti presenti in città, in primis dalla finanza “della curia veneziana” e, dalle aziende Edili ed Immobiliari che fanno il bello e cattivo tempo; dalle scelte del Provveditore al Porto e dalla sua interessata visione speculativa della città. Serve una riscossa operaia che svegli le coscienze dal torpore della rassegnazione.
Noi Comunisti- Sinistra Popolare, siamo al servizio di questo progetto; chiediamo alle altre forze politiche di fare altrettanto. Chiediamo al PD, di uscire dalla visione “silenziosa e colpevole”, di omologazione capitalistica che lo sta detrutturando e snaturando nelle sue funzioni e legami con la città.
Saremmo sempre con i lavoratori, con le loro lotte, a cominciare da quella del 26 Febbraio, con la Manifestazione Regionale a Mestre. Sappiamo che non basta, se questo non sarà un avvio della riscossa e dell’orgoglio operaio di Venezia e del Veneto. Per questo crediamo che lo sciopero Generale sia ormai necessario.
Se non ora…quando?
Luigino Fattori – Luciano Favaro
By Cominform
Cari compagni, che vita di merda fanno gli operai: sfruttati dai padroni e gettati via. Più passa il tempo e più mi convinco che il nostro secolo, il secolo che ci sta davanti, NON E’ il XXI secolo,
è il XIX. La condizione operaia oramai è la stessa .. anzi addirittura inferiore, se si pensa alla parte finale del XIX sec.
Gli operai non devono CONSENTIRE, hanno IL DIRITTO di non consentire a nessuno di approvare lo stato di cose presenti. E se la Legge lo consente, la classe operaia ha diritto di non consentirlo alla Legge..
Io spero solo che gli operai la smettano con i gesti disperati e patetici (come: salire sulle torri), a facciano qualcosa di più aggressivo, qualcosa che faccia paura a lorsignori.
By Luca Ricaldone
Caro Cominform, chiunque tu sia, ti invito ad avere un po più di rispetto per la classe operaia.
Indubbiamente gli operai oggi sono in preda alla disperazione. Ma con la cosiddetta sinistra che ci ritroviamo ne hanno ben ragione! Gesti patetici? Sarà. Resta il fatto che la responsabilità di questa situazione, ovvero della condizione disperata dei lavoratori, ricade interamente su coloro che negli ultimi decenni hanno contribuito a distruggere il patrimonio politico e ideale di quel grande partito che è stato il PCI. Non so a cosa ti riferisci quando auspichi un azione più aggressiva e “che faccia paura a lor signori”. La storia nel mondo e nel nostro paese ha ampiamente insegnato che ciò che veramente terrorizza i padroni è l’esistenza stessa del Partito della classe operaia: il suo Partito comunista.
PS. Almeno gli operai hanno il coraggio di lottare alla luce del sole (tranne quando serve) e non si nascondono nell’ombra di uno pseudonimo come presunti cospiratori.