Ultima ora ore18.30 FERMATI DAI CARABINIERI OTTO RAGAZZI DEL COLLETTIVO STUDENTESCO SENZA TREGUA MENTRE CONTESTAVANO L’ARRIVO DI BERLUSCONI ALLA FESTA DI ATREJU-GIOVANI PDL A ROMA
Ricordate la frase di Berlusconi “vado via da questo paese di merda”? Abbiamo pensato di riutilizzare queste parole rimettendole nell’ordine giusto, e di presentarle direttamente al presidente del consiglio, oggi invitato a parlare alla festa nazionale dei giovani del pdl. “Berlusconi la merda sei tu. Via da questo paese.”, c’era scritto sullo striscione che gli siamo andati a portare.
Siamo studenti medi ed universitari e giovani precari, contrari a questa manovra, che ancora una volta sarà pagata da chi ogni giorno vive sulla propria pelle i risultati della crisi. Una manovra scritta a Bruxelles e accettata da un governo fantoccio, pronto a tutto pur di rimanere al suo posto. Un diktat dell’Unione Europea e della Banca Centrale Europea, che attraverso il ricatto del debito pubblico, condannano i lavoratori italiani ad una vita di sacrifici, per il profitto della finanza e della grande industria. Contestiamo l’aumento dell’Iva, un’imposta regressiva che colpisce maggiormente le famiglie e le classi sociali più deboli; l’abolizione di fatto dell’articolo 18 che universalizza a tutti i lavoratori la condizione di precarietà, ormai divenuta sinonimo stesso di lavoro; i tagli agli enti locali e ai servizi pubblici che peseranno ancora una volta sulla scuola, sull’università e sulla sanità.
Chiediamo le dimissioni di questo governo fantoccio e lanciamo a tutti l’appello alla mobilitazione contro questa manovra a partire da lunedì pomeriggio a Piazza Monte Citorio.
Diciamo no all’Unione Europea e alle sue politiche contro i lavoratori e gli studenti, sempre al fianco delle banche e delle grandi imprese. Il debito pubblico è un ricatto inaccettabile:
Facciamo come in Islanda: noi il debito non lo paghiamo. Perché la crisi sia pagata da chi l’ha provocata e non sia un occasione di ulteriore profitto sulle spalle di chi lavora.
Per vent’anni abbiamo subito queste politiche e di fronte ad un futuro sempre più nero fatto di precarietà, insicurezza ed assenza di diritti, non ci rassegniamo a questa condizione. Contro questo governo e questo sistema è ora di alzare la testa. È ora di organizzare il contrattacco.
La lotta è senza tregua.
collettivo studentesco SENZA TREGUA
By Cominform
Otto ragazzi ‘fermati’ con quale accusa? In base a quale legge?
Eseguivano gli ordini?
Ci sono momenti in cui bisogna scegliere, se eseguirli o non eseguirli, gli ordini. Magari quel momento non è arrivato, ma ci siamo molto vicini.