21 Gennaio 1921 – 21 Gennaio 2025 – Dalla Fondazione del Partito Comunista d’Italia agli 80 anni della Resistenza

21 Gennaio 1921 – 21 Gennaio 2025 – Dalla Fondazione del Partito Comunista d’Italia agli 80 anni della Resistenza

Il 21 Gennaio del 1921 nasceva a Livorno il Partito Comunista d’Italia, nato dalla scissione del Partito Socialista Italiano.
Comincia la grande storia del Partito dei lavoratori italiani.

Il Partito che ha visto, grandi uomini e grandi donne di questo Paese dare la vita, prima contro il fascismo in Italia e non solo, un Partito che ha resistito in clandestinità, poi protagonista della Resistenza italiana, nel dopoguerra con l’emancipazione della classe operaia, nello sviluppo del Paese e nelle lotte contro il grande capitale. per diventare il più grande partito comunista dell’occidente.

🔴 Da Gramsci a Pietro Secchia e Togliatti, passando per i tanti dirigenti e i milioni di militanti che il partito ha avuto.
Una grande storia che non può e non deve finire.

Il Partito Comunista oggi deve tornare ad essere il punto di riferimento del Popolo italiano e deve avere come obiettivo fare fuori da ogni gioco chi oggi governa l’Italia (e la sua finta opposizione) per portarla fuori dall’Unione Europea e dalla NATO.

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+++ L’UNIONE EUROPEA PER LA MESSA AL BANDO DEI SIMBOLI COMUNISTI+++

+++ L’UNIONE EUROPEA PER LA MESSA AL BANDO DEI SIMBOLI COMUNISTI+++

Il Partito Comunista denuncia il nuovo tentativo dell’Unione Europea di messa al bando dei simboli comunisti. Domani, 19 settembre, in Parlamento Europeo sarà discussa e approvata una risoluzione di condanna del comunismo che prevede la totale equiparazione al nazi-fascismo e la richiesta agli Stati membri di limitare l’utilizzo dei simboli comunisti nei luoghi pubblici, e rimuovere le intitolazioni a strade, parchi e località.

Una distorsione della verità storica, sostituita con falsità e menzogne, professata con spudorata ipocrisia dai promotori che, criminalizzando l’URSS e l’Armata Rossa, omettono in modo ipocrita il fatto che questo paese ha pagato il più alto tributo di sangue alla sconfitta del nazifascismo, insieme con i movimenti partigiani di tutto il continente, guidati e composti in maggioranza proprio dalle forze comuniste. Nessun cenno invece alle profonde corresponsabilità delle “democrazie liberali” nell’affermazione del fascismo, dell’aperto sostegno in chiave anticomunista che allora ricevettero i movimenti nazi-fascisti, ai numerosi accordi e patti tra i paesi occidentali e la Germania nazista, anche a danno della sovranità di stati oggi membri della UE. Nessun riferimento allo spudorato utilizzo di personalità apertamente legate ai regimi nazi-fascisti in chiave anticomunista da parte degli apparati politici e militati all’indomani della fine della guerra.

Le risoluzioni anticomuniste della UE sono già state utilizzate per mettere fuori legge i Partiti Comunisti in molti paesi dell’est europeo, e ben presto potrebbero essere utilizzate in tutti i paesi dell’Unione per limitare la libertà democratica di azione delle forze comuniste e anticapitaliste, gli spazi per la propaganda e la diffusione delle nostre idee su piattaforme pubbliche e private.
In un momento di profonda crisi economica, con l’acuirsi dell’attacco ai diritti e alle condizioni di vita dei lavoratori e delle classi popolari, l’anticomunismo di Bruxelles risponde alla strategia delle classi dominanti, di indebolire ogni capacità di resistenza e riorganizzazione della lotta di classe.

Combatteremo questa ennesima provocazione in ogni luogo di lavoro e specialmente tra le nuove generazioni, verso le quali la propaganda anticomunista mira a criminalizzare la più grande esperienza di liberazione dei popoli del mondo. Il capitalismo non è e non sarà mai l’unico orizzonte possibile di costruzione della società umana.

Ci associamo e sosteniamo i deputati comunisti che domani a Bruxelles si opporranno a questo scempio e inviamo la nostra solidarietà a tutti i compagni che nei paesi dell’est Europa lottano in condizioni di illegalità a causa delle misure liberticide dell’Unione Europea e dei loro Paesi.

Il voto favorevole del gruppo dei socialisti e democratici, tra i cui banchi siedono anche i deputati del PD, dimostrerà ancora una volta agli occhi di tutti la reale natura di questo partito che mentre tenta di recuperare per fini elettorali il legame con la propria storia pregressa, vota in Europa le peggiori leggi anticomuniste proposte dai settori più retrivi e reazionari delle forze politiche europee. L’ennesima prova del reale carattere del PD e dell’irreversibilità totale della scelta di campo operata a partire dalla Bolognina e che la distinzione con le forze della destra reazionaria è solo una mera questione di formalismo e non di sostanza.

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