SULCIS. La dottrina delle liberalizzazioni è la causa principale della disoccupazione, ma la Commissione Europea non ne prende atto. (dichiarazione di Marco Rizzo e di Giampiero Piras, Csp-PARTITO COMUNISTA).
Abbiamo chiesto ai compagni greci del Partito Comunista di Grecia KKE di interrogare la Commissione Europea sulle annose vicende del Sulcis in Sardegna, la banalità della risposta evidenzia non solo le responsabilità oggettive delle istituzioni europee a favore del grande capitale, ma anche l’approccio ideologico reazionario nell’assolvere le politiche di liberalizzazione dai loro risvolti sociali ed occupazionali negativi
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
On..Georgios Toussas (KKE-Gue/Ngl)
Oggetto:licenziamenti di massa nelle miniere di carbone in Italia nell’area del Sulcis
5 dicembre 2011
Le miniere di carbone di Sulcis (Italia), area estremamente arretrata, si trovano ad affrontare le conseguenze dirette della liberalizzazione del mercato dell’energia e della privatizzazione del gruppo energetico ENEL. Tale colosso energetico intende abbandonare l’estrazione del carbone nella regione al fine di promuovere l’energia eolica, il che comporta dei licenziamenti di massa e un notevole aumento della disoccupazione, che colpisce il 50 % dei giovani della regione. Di conseguenza, lo sviluppo tecnologico e la promozione dell’energia eolica incentrati sui benefici di stampo capitalista si realizzano a scapito dei bisogni della popolazione e a favore dei profitti dei gruppi finanziari quali l’ENEL.
È la Commissione preoccupata dalle ripercussioni della politica di liberalizzazione dell’energia di cui beneficiano i monopoli e che comportano conseguenze catastrofiche dal punto di vista dei bisogni dei lavoratori?
E-011046/2011
Risposta di Mr Oettinger a nome della Commissione (24.1.2012)
“La Commissione persegue pienamente il proposito di promuovere la
creazione di posti di lavoro in tutta Europa e, pertanto, è naturalmente
preoccupata per qualsiasi manifestazione di seria riduzione delle
opportunità occupazionali in settori o regioni specifiche dell’Europa.
Tuttavia, non è ovvio che la situazione descritta dall’Onorevole
Deputato, la chiusura delle miniere che egli cita, sia una diretta
conseguenza della liberalizzazione dei mercati dell’energia. La
Commissione resta convinta che la liberalizzazione dei mercati
dell’energia crei molteplici benefici economici, sociali e ambientali
per i cittadini europei, tali da cancellare ogni conseguenza negativa”.