Sponda comunista per i lavoratori ex Daramic di Tito in Basilicata.

Sponda comunista per i lavoratori ex Daramic di Tito in Basilicata.

Sponda comunista per i lavoratori ex Daramic di Tito in Basilicata (Luciana Coletta)

Da qualche sera, Comunisti Sinistra Popolare, sostiene con la propria presenza il presidio degli 87 lavoratori ex Daramic di Tito Scalo presso il tendone che hanno impiantato davanti i cancelli della fabbrica semi – sventrata che ogni giorno di più somiglia ad uno spettro.

Questa è la preoccupazione maggiore degli operai ormai sfiduciati dagli atteggiamenti a loro riservati tanto dalla vecchia proprietaria Daramic S.r.l. quanto dalla Regione Basilicata, tanto dalla nuova scatola cinese con la quale si è presentata la nuova società proprietaria denominata Step One, quanto Sistema e non per ultimo dalle disgregate sigle sindacali.

 

A marzo 2010 la STEPONE S.r.l. acquisiva la Daramic S.r.l. e nello stesso mese la società Tecnologia, ricerca, Energia S.r.l. (TRE S.r.l), acquisiva tutte le quote della società STEPONE S.r.l. I soci della TRE S.r.l. sono rappresentati dalla società Sistema S.r.l. e dall’avv. Maria Morena Casale che amministra tanto la STEPONE S.r.l. quanto SISTEMA S.r.l. ed il sig. Davide Longa, il quale allo stato, in virtù delle cariche ricoperte ha la disponibilità esclusiva della gestione di tutte e tre le società, con la benedizione del nostro assessore alle attività produttive che si pregiava di comunicare ai lavoratori di aver trovato un imprenditore coi fiocchi, per la soluzione della vertenza.  A noi Comunisti Sinistra Popolare, risulta poco chiaro l’atteggiamento della ex proprietaria Daramic, quanto l’atteggiamento del tavolo della trattativa della Regione Basilicata che non si premunivano di comunicare anticipatamente agli operai ed ai sindacati il passaggio della proprietà dell’azienda, appreso solo a trattativa chiusa. Nella trattativa, la Daramic, essendo una  multinazionale e poco interessata a sostenere procedimenti legali, destinava agli operai una somma per incentivi all’esodo pari a c.a. cinque milioni e settecentomila euro, su un conto escrow, vincolato presso la Banca Esperia di Milano, però, da svincolare a favore della società STEPONE S.r.l. in data 15.12.2011, pertanto non ci si spiega come mai i lavoratori sono stati posti in cassa integrazione in deroga a partire da gennaio 2011.

In data 16.11.2011, l’amministratore delegato della STEPONE S.r.l. Davide Longa, in un incontro sindacale tenutosi presso Confindustria Basilicata, dichiarava la difficoltà ad adempiere all’erogazione degli incentivi all’esodo dei lavoratori, perché tali somme erano state trasferite a SISTEMA S.r.l.

In data 06.12.2011, la vertenza è stata portata all’attenzione del Prefetto di Potenza, in un incontro al quale vi hanno partecipato i rappresentanti della Direzione provinciale del Lavoro e di Confindustria, i delegati della STEPONE Srl, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, al fine di verificare il rispetto degli accordi sottoscritti presso la Confindustria Basilicata per l’erogazione degli incentivi all’esodo e l’avvio della procedura di mobilitĂ . Anche su questo punto non è chiaro perchè detto incontro che preludeva ad una importante svolta non sia stato verbalizzato.

Nell’accordo del 16.11.2011, presso Confindustria, Davide Longa si impegnava, previa sottoscrizione dei verbali di conciliazione in sede sindacale, ad erogare il totale dell’incentivazione all’esodo spettante, entro il 22 dicembre 2011 al netto dell’acconto del 15% già erogato, mentre le restanti spettanze di fine rapporto, al netto di eventuali anticipazioni erogate, entro il 20 di febbraio 2012. Se no fosse che il signor Longa si trova in difficoltà, in quanto ingenti somme finanziarie della società TRE S.r.l. (proprietaria della STEPONE S.r.l.) sarebbero state trasferite negli ultimi due anni tra le due società, pertanto risultano essere somme fantasma. Lui stesso in una telefonata di martedì sera 13 dicembre con la sottoscritta ha affermato di avere problemi con le nuove commesse ma che sa benissimo come stanno le cose in merito ai fondi lasciati dalla Daramic S.r.l. ed essere disposto ad un incontro diretto con i lavoratori non appena risolve alcune situazioni riferite alla perdita di alcune commesse.

A tal proposito, ricordiamo all’amministratore delegato, sig. Longa che noi Comunisti Sinistra Popolare intendiamo portare avanti una dura lotta a difesa e con i lavoratori per l’erogazione delle spettanze del bonus e del TFR, che, scaduti i tempi, sino ad oggi dettati dalla parte proprietaria, saranno i lavoratori a dettare le condizioni uniti in un unico fronte di lotta, per una ritrovata azione di sinergia, fino ad oggi frammentata dalle inutili promesse della Giunta Regionale e della disgregazione sindacale. Inoltre, ricordiamo che non si facessero illusioni a voler scaricare colpe inisistenti sugli operai in merito alla perdita delle commesse e che il sito su cui insiste la fabbrica è  pieno di veleni e che ad oggi non si sa che fine hanno fatto le somme destinate alla bonifica dei suoli da  materiale impregnato di “tricloroetilene” seppellito anche incautamente in quanto visibile anche ad occhio nudo. Molti dei lavoratori della ex Daramic S.r.l. hanno accolto la sponda offerta dal  coordinamento regionale di CSP, pertanto sottolineamo la nostra vicinaza a tutti i lavoratori, centinaia,  nella nostra regione che aspettano la soluzione di vertenze, piani di reindustralizzazione, cassantegrati, precari, con i quali condurreno un Fronte Unito di Lotta.

Il segretario regionale di CSP Basilicata

Luciana COLETTA

 

 

 

 

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