«Il senatore Sacconi ha presentato un emendamento alla finanziaria con cui si riduce ulteriormente il diritto di sciopero, chiedendo ai lavoratori di comunicare la propria adesione 7 giorni prima. Una legge che lascerebbe alle imprese uno strumento di pressione fortissimo sui lavoratori». Così Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. «L’attacco al diritto di sciopero, diritto già fortemente colpito in questi anni, va di pari passo all’attacco ai diritti, ai salari e alle pensioni dei lavoratori. E’ su queste politiche che si fonda la cosiddetta “ripresa”, che fa ripartire l’economia dei profitti privati sulle spalle della condizione dei lavoratori. Oggi si cerca di dare il colpo finale allo strumento più potente nelle mani della classe lavoratrice, come le lotte degli operai della logistica hanno recentemente dimostrato in occasione del “black friday”. Scioperare non è andare in vacanza, non è un divertimento, nè sinonimo di assenteismo, come i media cercano di far passare le proteste. Con lo sciopero i lavoratori perdono il loro salario, cosa che in tempo di crisi non è poco. Il Partito Comunista – conclude la nota – invita i lavoratori a non lasciare passare questo emendamento senza lottare, a difendere un diritto che è strumentale a difendere tutti i loro diritti».
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