da Partito Comunista https://ift.tt/zeES9R6
L’Unione Europea, unione delle classi dominanti sulle classi lavoratrici, costruita per favorire l’egemonia economica di pochi, si trova in una crisi sistemica che rivela le sue contraddizioni intrinseche. Mentre la BCE si barcamena con politiche monetarie inefficaci, accade un fatto inaudito: dall’Eurotorre di Francoforte è arrivato l’allarme sul debito di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia e Cipro. L’obiettivo della BCE è chiaro: depistare l’attenzione degli investitori davanti alla crisi economica e politica di Francia e Germania.
L’asse franco-tedesco fa i conti con una crisi senza precedenti: entrambe hanno due governi debolissimi; la Germania andrà presto ad elezioni anticipate, mentre in Francia il governo Barnier, sostenuto da liberali ed estrema destra, frutto di una forzatura di Emmanuel Macron, è appena caduto, dopo avere annunciato una Manovra da 20 miliardi di nuove tasse e 40 miliardi di tagli. Aleggia, in Francia, il fantasma dell’esercizio provvisorio e il rischio di ingovernabilità; mentre l’impero francese in Africa perde pezzi e gli indici economici calano a picco. La Germania, che andrà al voto anticipato a febbraio, deve fare i conti con la crisi dell’industria automobilistica, che significherà decine di migliaia di licenziamenti, e con una politica antirussa suicida, che coincide con il sabotaggio del Nord Stream 2, una risorsa strategica per l’economia tedesca, che ha fatto sprofondare il Paese in una recessione storica.
Davanti alla crisi franco-tedesca, la BCE è rimasta silente. Perché Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, chiude un occhio verso le economie non più sostenibili di Francia e Germania, minando la stabilità di economie che in passato hanno vissuto sulla pelle dei propri cittadini le politiche di austerità della BCE?
La crisi ci offre l’opportunità di smascherare il vero volto dell’UE: un meccanismo che perpetua disuguaglianze, favorisce lo sfruttamento e protegge gli interessi delle élite economiche. La crisi endemica dell’UE deve diventare il trampolino per un nuovo progetto rivoluzionario che rimetta al centro i bisogni delle persone, contro la logica del profitto.