LA SITUAZIONE POLITICA NAZIONALE DOPO LE ELEZIONI EUROPEE

LA SITUAZIONE POLITICA NAZIONALE DOPO LE ELEZIONI EUROPEE

Il risultato delle elezioni politiche europee nel Continente ci impone di fare delle riflessioni.

In Germania e in Francia, ma anche in Belgio, si è avuto un terremoto politico. I partiti, ma più ancora i singoli personaggi, che hanno incarnato le politiche più belliciste sono stati sconfessati dai propri elettori. In Francia Macron è stato costretto a indire nuove elezioni e si profila la vittoria della formazione della Le Pen. In Germania il partito di Scholtz esce terzo, dietro il partito di estrema destra AfD. Buone notizie dalla Repubblica Ceca, dove la coalizione guidata dai comunisti ha conquistato due seggi, dal Belgio, dove il Partito del Lavoro raddoppia i seggi, e dalla Slovacchia, che conferma i 6 seggi di Smer del premier Fico, pur se superato in percentuale dal partito filoeuropeista. Battuta d’arresto invece anche per il sovranista conservatore ungherese Orban. Vittoria degli europeisti in Polonia.

In assoluto possiamo dire che la situazione è complessa.
È senz’altro vero che oggi il tema prevalente dev’essere l’opposizione alla guerra e il fatto che avanzino partiti cosiddetti “antisistema” può ostacolare la progressione bellicista. Tuttavia, farsi delle illusioni su alcuni di questi partiti può esser pericoloso. Abbiamo visto in Italia partiti che, fino a quando erano all’opposizione, manifestavano contrarietà all’invio delle armi, ma appena andati al governo hanno cambiato improvvisamente casacca. Nessuno può garantire che questi partiti dell’ultradestra europea non facciano la stessa cosa. La posizione per esempio del partito di destra francese non è così chiara: si dichiara per l’uscita dalla NATO e dall’UE, ma poi si distingue per anti-islamismo e filo-sionismo (nonostante alcune venature antisioniste) che la colloca nuovamente dentro l’alveo atlantista. Ancora peggio l’AfD tedesca, dichiaratamente filo NATO e filosionista. Insomma, possiamo dire che queste formazioni rappresentano frange insoddisfatte e addirittura allarmate per le vicende europee interne all’Unione e relative alla guerra in Ucraina, non hanno voglia di fare ulteriormente pagare i costi alla propria classe di riferimento, che è la media borghesia nazionale, ma non costituiscono alcuna sponda possibile per una qualunque intesa sul piano politico. Per esempio, in Ungheria il Partito del Lavoro, col quale abbiamo rapporti fraterni, sebbene sul piano internazionale saluti con soddisfazione alcune – e non certo tutte – le posizioni prese da Orban in merito all’opposizione non tanto alla guerra, quanto al coinvolgimento del suo Paese, così come le aperture ai commerci con la Cina, d’altro lato nessuna alleanza viene prefigurata. È evidente che sono gli interessi materiali ondivaghi della borghesia ungherese che guidano la politica di Orban, probabilmente come di tutte le formazioni della destra europea, e non una stabile posizione di opposizione alla politica bellicista.

Venendo all’Italia, ci sembra il peggior risultato europeo.
L’astensione è ai massimi e non è un buon segnale, in quanto testimonia che l’oppostone alle politiche antipopolari e guerrafondaie non trova alcuna sponda in cui credere. A parte le diatribe interne alle due destre italiane, il M5S paga il fatto che è venuto meno l’effetto elettorale dei sussidi che aveva dato nel sud la spinta ancora alle ultime nazionali, mentre nel resto del paese la politica ondivaga non trova sostegno. Gli altri partiti al centro fanno il loro dovere di disperdere i voti senza interferire con le decisioni centrali. Quanto a Verdi+Sinistra, il risultato testimonia che uno dei partiti più eterogenei in cui gli eletti non si saprà dove andranno a collocarsi, che vede al proprio interno bellicisti di prima categoria come i Verdi e pacifinti filo NATO, svolge la sua funzione di “respingenti a sinistra” del PD, che continueranno a essere utili a dirottare i sentimenti antiguerra. La parabola di Santoro si è chiusa come prevedibile, avendo svolto la sua funzione divisiva che ora potrà essere assunta a pieno titolo da Verdi & Co.

La vicenda di DSP va commentata con attenzione. A questa formazione il nostro Partito ha dato tutto l’appoggio incondizionato, non risparmiandosi nella raccolta delle firme, della disponibilità delle candidature e della campagna elettorale nell’unica circoscrizione dove ha potuto presentare la lista. Ribadiamo che era l’unica formazione avente un programma coerentemente contro la NATO, la UE e la dittatura imperialista a guida USA. Non è il tempo qui di recriminare per il risultato elettorale .
L’oscuramento mediatico l’avevamo messo nel conto, anche l’effetto del “voto utile” (in quanto la lista si presentava solo in una Circoscrizione) ha avuto il suo prevedibile peso.
È ora necessario capire come ripartire, su quali basi, prospettive, alleanze – se del caso – e tempi di maturazione.
A breve verrà convocato il Comitato Centrale del Partito Comunista

Il Segretario Generale

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