Il primo settore del Pubblico Impiego a reagire alla decisione del Governo Renzi di reiterare il blocco contrattuale è stato quello della Sicurezza e delle Forze Armate.
Con un documento durissimo che chiede le dimissioni dei ministri dell’Interno e della Difesa e dei capi di tutte le strutture del settore, ritenuti responsabili di non aver difeso gli interessi ed i bisogni dei lavoratori del settore stesso, le rappresentanze sindacali di polizia, vigili del fuoco e del Cocer interforze di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza, annunciano uno Sciopero Generale entro la fine di settembre, azioni di protesta e di sensibilizzazione dei cittadini.
E’ la prima volta, nella storia della Repubblica Italiana, che viene proclamato lo sciopero generale nei settori Sicurezza e delle Forze Armate perché, come recita il testo del comunicato sindacale “….. il Governo si è rifiutato di ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme.”
Che cosa sta succedendo?
I comunisti hanno una ormai lunga tradizione di studio e di analisi del ruolo degli apparati militari dello Stato nel corso dei processi di cambiamento sociale che li ha visti, spesso, utilizzati, da parte dei governi rappresentanti gli interessi delle classi dominanti, in funzione repressiva e reazionaria.
Da molti anni, nel nostro Paese, sopratutto in seguito alle lotte operaie e popolari degli anni ’70 del secolo scorso, è venuta maturando, pur fra ambiguità e reticenze, anche fra il personale della Polizia e delle Forze Armate dello Stato,una coscienza dei propri diritti come lavoratori che, nel corso del tempo, ha cercato le vie per esprimersi anche nelle forme dell’organizzazione sindacale oggi riconosciuta. Tale coscienza, non priva di forti contraddizioni per il ruolo svolto dagli apparati di polizia e forze armate, è tuttavia un elemento su cui è necessario lavorare.
Quali sono le principali denunce e rivendicazioni alla base della attuale protesta?
Innanzitutto i bassi salari ancor più colpiti dal reiterato blocco contrattuale che vedono, ad esempio, un agente scelto di polizia, con venti anni di servizio, guadagnare 1400 euro. Poi, i tagli del 44% della spesa negli ultimi 5 anni, che hanno colpito, tra l’altro, le risorse per la manutenzione delle auto, il loro rifornimento di carburante ed il rinnovo ed adeguamento delle divise. Infine, la necessità di uno snellimento burocratico dell’organizzazione del servizio per una maggiore efficienza nella lotta alla criminalità organizzata.
Il Governo Renzi è avvisato: sono “i più fedeli servitori dello Stato” ad aprire le danze della protesta sociale d’autunno contro la sua politica economico sociale scellerata!!
Seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione, pronti a sostenere le giuste rivendicazioni dei lavoratori di settori così delicati e particolari dello Stato che vogliano e sappiano ricollegarsi al più ampio movimento delle lavoratrici e dei lavoratori italiani che si svilupperà, nelle prossime settimane, contro la politica del Governo Renzi. Ciò che auspichiamo è dunque il passaggio da una mera difesa corporativa di interessi ad un più vasto orizzonte di lotta, che contribuisca ad unire i lavoratori e contrastare sul campo le azioni repressive .
La forza più grande di chi ha in mano le catene della repressione può essere la capacità di contribuire a spezzare quelle catene, di porsi al fianco delle rivendicazioni comuni di tutti i lavoratori, dei disoccupati, degli studenti, di rifiutare di continuare ad essere mero strumento di guardia degli interessi capitalistici. Un Fronte Unitario dei Lavoratori. Questa sarebbe la straordinaria protesta contro le misure del governo.