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Il piano di Confindustria per svuotare il sud e affossare il nord
Il “Piano per abitazioni sostenibili ai lavoratori” è stato presentato dal presidente Orsini così: «Non è solo una misura sociale, ma soprattutto un grande progetto di politica economica per accelerare lo sviluppo del Paese. Occorre garantire la mobilità territoriale» [1] La “trappola della mobilità” causata dal forte disallineamento, in numerose aree del territorio, tra i costi di affitto o di acquisto delle abitazioni e i salari medi è «… un freno alla mobilità territoriale, che invece è un processo fondamentale per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.»
Chiunque direbbe “portate il lavoro al sud, dove c’è più manodopera disponibile e case a minor costo. È più facile trasferire un capannone che le persone con tutte le loro case!”. Ma il geniale Presidente la pensa in modo diverso. La grande pensata innovativa è la “mobilità territoriale”.
Guai a chiamarla EMIGRAZIONE
Il tutto viene giustificato delle solite lamentele: carenza di personale («sono difficili da reperire quasi il 50% dei profili ricercati», ma li pagate? Perché tanti qualificati scappano dall’Italia?), «mancano abitazioni a canoni compatibili con gli stipendi» (guai però a pensare di alzare i salari!).
«È prioritario, quindi, creare le condizioni affinché le classi più fragili della nostra società possano avere accesso ad abitazioni di qualità a un prezzo sostenibile.» (e qui ci scappa la lacrimuccia).
«Non si tratta solo di una misura sociale è anche e soprattutto un grande Piano di politica economica per accelerare lo sviluppo del paese.».
No, caro Presidente, questo progetto si inserisce in 150 anni di emigrazione forzata che subisce il Sud Italia, che ha fatto la ricchezza del Nord Italia e del Nord Europa, lasciano il sud nello stato di sottosviluppo. Dai tempi della questione meridionale di Gramsci a oggi non è cambiato nulla, se non in peggio.
Per esempio, dalla Sicilia nel solo 2023 oltre 40 mila persone sono andate via, tra altre regioni (oltre 33 mila) ed estero (oltre 7 mila). Il numero di residenti all’estero è oltre gli 800 mila. Si calcola che circa 500 mila siciliani siano andati via in vent’anni. Si tratta in prevalenza di giovani e istruiti. L’anticamera della desertificazione demografica e sociale.
CIÒ FA LA RICCHEZZA DELLE CLASSI LAVORATRICI DEL NORD? CERTO CHE NO! CONTRIBUISCE ANZI A TENERE BASSI I SALARI DI TUTTI ED ALZARE I PROFITTI DEI PADRONI.
Ma questa è la strada per il disastro dell’intera nazione. La rincorsa ai bassi salari e la disarticolazione della contrattazione ha provocato la caduta in una trappola ancor più grave di quella evocata da Orsini, ossia alla trappola del “vantaggio comparato”. Cioè, l’economia che ha un vantaggio comparato solo nella fascia più bassa della catena industriale internazionale rimarrà tipicamente bloccata lì.
Ma non basta. Il lungimirante Orsini ne pensa due alla volta.
«Si tratta di una serie di misure per promuovere la costruzione di nuovi edifici, anche utilizzando aree disponibili con diverse destinazioni d’uso e la riqualificazione di immobili esistenti».
Con tutte le case sfitte che ci sono, vuole costruirne o ristrutturarne altre, naturalmente dove fa comodo a lui e magari guadagnandoci coi contributi dei soldi pubblici.
[1] (Il Sole 24 Ore, 17 novembre)