Il 4 Giugno il Tribunale di Nola ha emesso una sentenza odiosa ed ingiusta, rigettando il ricorso che i 5 compagni operai avevano presentato contro il loro illegittimo licenziamento, operato dalla Fiat del modello Marchionne .
I 5 operai avevano inscenato una protesta , fuori dai cancelli della Fiat di Pomigliano, all’indomani dell’ultimo suicidio di una operaia in cassa integrazione , la compagna Maria Baratto.
Denunciavano, anche con lo strumento della satira, le responsabilità dirette del gruppo dirigente dello stabilimento, cominciando da Marchionne , rispetto ai suicidi, alla depressione e alla precarietà da loro imposta alla classe operaia: Modello ormai esportato a tutte le categorie di lavoratori e che si sintetizza con il Jobs Act di Renzi, con il suo modello di “buona scuola” o di “stato sociale”.
Ebbene, questa assurda sentenza sancisce il diritto del padrone a licenziare chi dissente e non si arrende allo svilimento e alla resa alle condizioni di un padronato feroce. Sancisce anche la criminalizzazione del diritto di satira e di dissenso e sostanzialmente valuta negativamente la lotta degli operai rispetto alla “buona azione” del padrone Marchionne.
Una sentenza gravissima che intende mettere a tacere le avanguardie di lotta !!
Già dallo svolgimento della causa , lo scorso 21 Maggio, si era capito che il clima non era favorevole ai compagni Mimmo Mignano, Antonio Montella, Marco Cusano, Massimo Napolitano , Roberto Fabbricatore . Il plotone di avvocati della Fiat, spalleggiato da Digos e guardie del corpo , ha occupato quasi per intero l’aula, impedendo l’accesso ai familiari e sostenitori degli operai.
Emerge una responsabilità politica netta della magistratura in generale e del Tribunale di Nola in primis , ormai famoso per le sentenze antioperaie, in particolare quelle del giudice incaricato di decidere .
Qualche giorno dopo si è tenuta un’assemblea nella quale le realtà politiche anticapitaliste, a partire dal nostro Partito, hanno assunto il sostegno e la partecipazione politica alla causa dei 5 compagni, che da anni lottano con tenacia per smascherare e denunciare il volto del capitalismo.
Proprio a partire dalla denuncia di questa sentenza, il PC sostiene attivamente, a partire dalla propria base militante, la proposta del Fronte Unitario dei Lavoratori relativa alla creazione dello “Scudo Legale Popolare”, un coordinamento di avvocati al servizio delle lotte che si stanno sviluppando velocemente su tutto il territorio, lotte dovute alla resistenza delle masse alla crisi, al degrado del territorio, alla perdita di diritti e dignità imposta dalla borghesia, che così gestisce la propria crisi.
Ma loro sono forti fin quando noi saremo deboli e disuniti . Per questo il PC sostiene e solidarizza con i 5 operai licenziati politici e con tutti i lavoratori che singolarmente o meglio organizzati , continueranno a lottare per imporre la propria legittimità !!
Il PARTITO COMUNISTA sostiene la Cassa di Resistenza che gli operai hanno lanciato per affrontare le spese legali ed anche oltre, e partecipa attivamente alla costruzione dell’ evento di cui l’artista Daniele Sepe si è fatto promotore .
Invitiamo tutti i lavoratori a diffondere l’appello in tutti i luoghi di lavoro, per sviluppare la coscienza di classe, anche sostenendo la lotta dei 5 operai.
Lottiamo noi stessi per il nostro futuro di lavoratori,
per il Socialismo-Comunismo
Cod. IBAN : IT66B0760105138241643141647
INTESTATO AL COMPAGNO ANTONIO MONTELLA .