La sentenza di Firenze che assolve in appello (dopo una condanna “poco esemplare.” in primo grado) i  sei stupratori fiorentini, rappresenta la sintesi dello stato in cui si sono ridotti i diritti, la loro tutela e la loro esigibilita’.  I diritti sociali, primi fra tutti quelli delle donne e a partire dal lavoro, sono  sotto attacco e in buona parte erosi e con essi quelli civili, che il circo mediatico messo in piedi dalla borghesia progressista ha ridotto a farsa. La loro tutela diviene possibile solo per via giudiziaria e quindi solo per chi se la può permettere e, a discrezione di un terzo potere intoccabile la cui la finta sinistra orfana di idee, ha  regalato il ruolo di regolatore sociale. L’ultima fase del diritto borghese, può venire  garantita da giudizi ferocemente anti femministi, vendicativi e più che mai violenti perché definitivi e incontrollabili, contro le donne. Con l’aggravante che la sentenza d’appello, di fatto definitiva, arriva con 5 anni di ritardo rispetto a quando il fatto é stato commesso.
La concezione moralistica sullo stile di vita delle donne riemerge in questa sentenza come del resto nel sentire comune di questa nuova società barbarica. E dimostra
come a nulla valgono le pantomime su quote rosa e diritti civili, gettate come fumo negli occhi da un governo e da un partito cialtrone, come il PD e la finta sinistra che sempre lo segue ,quando la verità di tutti i giorni è ben diversa. E le aule di tribunale non fanno differenza alcuna.
Per questo le donne del Partito Comunista sono al fianco della ragazza che ha subito la doppia e peggiore delle violenze e saranno in piazza per il diritto, mai barattabile e che non si svende, della autodeterminazione della donna.  Siamo nelle piazze e nelle lotte e certo non solo nella finzione mediatica che pare poter tacitare  le coscienze, dei social media.
Perché é nelle piazze e con le lotte delle classi popolari e delle donne di queste classi, vecchie e nuove, che si è costruita una coscienza, una consapevolezza che è forte ed inattaccabile solo se segue un’idea altrettanto  forte da portare a conquiste vere. Solo con la lotta ci riprenderemo ciò che ci é stato tolto ed eviteremo di vivere in un paese che si dice progredito e poi emana becere sentenze medievali che, come tutte le altre nefandezze di questi tempi, senza lotta di classe, non potremo far altro che subire.
Monica Perugini, responsabile nazionale donne del PARTITO Â COMUNISTA