DEINDUSTRIALIZZAZIONE E “PACCHI” AMAZON. QUESTO È IL FUTURO? Gli ultimi…


da Partito Comunista https://ift.tt/DLhG37Z

DEINDUSTRIALIZZAZIONE E “PACCHI” AMAZON. QUESTO È IL FUTURO?
Gli ultimi dati allarmanti di Unioncamere-Ancona raccontano di un settore, quello metalmeccanico, in continua crisi, specie nella Vallesina dove, tra Fabriano e Jesi, molte aziende hanno chiuso (il 6% in un anno!) le ore di cassa integrazione sono aumentate e l’export è diminuito, provocando danni ai lavoratori sia in termini economici che occupazionali e ai quali va tutta la solidarietà del Partito Comunista della provincia di Ancona e delle Marche.
Emblematici i casi di CNH, dove i lavoratori saranno costretti a 10 giorni di cassa integrazione al mese e dell’ex Caterpillar, oggi IMR, dove più di cento lavoratori aspettano un processo di reindustrializzazione mai iniziato.
In tutto ciò si inserisce, non casualmente, il nuovo impianto di Amazon in costruzione a Jesi che, come da sua prassi, per il suo business, sceglie zone economicamente depresse o in crisi, per poter attingere ad un bacino di lavoratori ricattabili e poi portare ondate di precarietà, insicurezza sul posto di lavoro e posizioni lavorative per nulla qualificate.
Dunque, il settore metalmeccanico, che da sempre è caratterizzato da un elevato tasso di tecnologia e conoscenza, una forte richiesta di maestranze, grande internazionalizzazione e un profondo legame con il territorio, viene gradualmente sostituito dai mega impianti Amazon&Co. a cui la classe politica si aggrappa pateticamente per far fronte ai problemi occupazionali.
Le cause profonde, oltre al ridicolo immobilismo dei governi di ogni colore, sono molteplici, l’abdicazione totale dello stato italiano ad ogni forma di politica industriale in linea con il disegno imperialista statunitense di trasformare l’Italia nella periferia povera dell’altra periferia degli USA: l’Europa in primo luogo e il posizionamento internazionale dell’italia (grazie UE e NATO!) che si sta isolando dal resto del mondo che non è occidente, rinunciando a materie prime, tecnologia, investimenti e nuovi sbocchi di mercato vitali per il rilancio economico ed industriale del paese.
Inoltre le velleità e il “collaborazionismo” dei sindacati confederali ormai completamente scollegati dai problemi reali del paese e colpevolmente ignari della situazione economica e geopolitica mondiale

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