Sono comunista da ragazzino, da quando organizzavo i primi scioperi nelle scuole romane. Passato da fare il fattorino per la nascente Liberazione, voluta da Lucio libertini, per dare una voce ai comunisti, sino a quando attraversando il gruppo di Rifondazione prima e del Pdci dopo, mi sono ritrovato nella segretaria della Direzione Nazionale. Militante per passione, sono stato tra i fondatori dei Giovani Comunisti ed anche del Pdci, funzionario non per scelta. Ora faccio altro da qualche tempo, ma mi piace pensare che “cucino” ancora la politica. Quella vera da comunista, da chi vuole ancora cambiare la società e il mondo. Ed e’ per questo motivo che ho scelto di lasciare il Pdci e militare in CSP-Partito Comunista. Scelta indagata a lungo. Per chi ha scelto di esser comunista una cesura del genere e’ molto importante e ragionata. Ho dato credito a chi, dopo la scelta sbagliata dell’Arcobaleno, aveva detto di voler ricostruire un Partito di tutti i comunisti. Poi troppe giravolte, tutte legate alle possibili collocazioni istituzionali, dall’adesione supina al centrosinistra, passando per le primarie di Vendola e poi di Bersani, ora all’approdo eclettico finale col giudice Ingroia. Un guazzabuglio di impresentabili senza alcuna proposta, se non quella di farsi valere e poi tornare col PD. Ora basta. Sommessamente faccio la scelta che da tempo avevo in mente. L’unica.
Roma 26 gennaio 2013. Emiliano Celli