Lo Slai Cobas, nella sala stampa della Camera dei Deputati, chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla Fiat. Presentato un dossier che denuncia lo spreco dei finanziamenti pubblici ricevuti dall’azienda torinese. «Sono spaventose le cifre dello scandalo Fiat. Dai vari governi di cdx e csx il Lingotto ha ricevuto in totale 7.600 milioni di euro a fronte di piani d’investimento e di rilancio mai attuati – dichiara in apertura Mara Malavenda, coord. Naz. dello Slai.
«Questi soldi pubblici dove sono finiti visto che sono stati pesi 147.000 posti di lavoro e chiusi vari stabilimenti, come Termini Imerese e l’Alfa di Arese. Proprio ad Arese, ieri, 50 lavoratori sono stati reintegrati da una sentenza che prevede anche il rimborso degli stipendi persi… a dimostrazione dell’illegalità di tutte le azioni mosse dalla Fiat».
«A Pomigliano sta nascendo una forte lotta operaia contro le politiche di Marchionne – sottolinea Vittorio Granillo dello Slai Cobas – Siamo qui perché pretendiamo che i politici si assumano le loro responsabilità sullo sfascio industriale e non vengano fuori le fabbriche solo a chiedere voti. Vogliamo verificare, su di un problema che non è solo sindacale bensì, soprattutto, nazionale e politico, chi veramente ha il coraggio di stare dalla parte degli operai e istituire una commissione d’inchiesta sulla Fiat. Non è possibile che sino ad ora nessuno abbia controllato, verificato, l’impiego degli ingenti finanziamenti pubblici ricevuti dalla Fiat, che nessuno abbia aperto un’indagine sullo scandalo dell’Alfa di Arese, acquistata per soli 1.050 miliardi di lire e smantellata in pochi anni, soldi peraltro recuperati dall’azienda torinese con la vendita di soli due capannoni dell’immensa area».
Presenti diversi esponenti politici di M5s, Csp/Partito Comunista e Pd.
Marco Rizzo ha invece parlato di nazionalizzare la Fiat: “L’articolo 42-43 prevede la nazionalizzazione ed espropiazione salvo giusto indennizzo. La Fiat ha preso soldi per tre volte il suo valore. Se venisse nazionalizzata dovrebbe restituirne ancora due terzi. Ci muoviamo, ci si puo’ muovere, in un costrutto istituzionale e costituzionale”.
A Milano una sentenza della Corte d’Appello, sezione Lavoro, ha disposto il reintegro di una
cinquantina di ex operai dell’Alfa Romeo di Arese (Milano)
licenziati da Innova Service, l’azienda che si occupava della
manutenzione dell’area, riconoscendo violazioni dell’articolo 18
dello Statuto dei lavoratori.