Dopo quasi due mesi dalle elezioni nasce il Governo Letta. Se ci fosse qualcuno che avesse dimenticato le parole del Governatore della BCE Draghi, interrogato sull’instabilita’ della politica italiana, qui le ripetiamo: “abbiamo inserito il pilota automatico”. Ovvero l’inutilita’ della politica istituzionale schiacciata dal peso di trattati “strutturali” come il MES, il Fiscal-Compact ed il “pareggio di bilancio” in Costituzione, che guideranno lungo le “rotaie”del liberismo più sfrenato il “treno” di un popolo italiano sempre più stremato e colonizzato. Il segno di questo governo viene dato dall’alleanza innaturale della “larga intesa” dei due finti nemici Pdl e Pd e vergato da UE e Nato nei due ministeri più importanti: quello dell’Economia a Saccomanni, governatore di Bankitalia e quello degli Esteri alla Bonino, di fervida dottrina atlantista ed europeista. Ancora per un attimo si blatererà di governo giovane ed altre amenità simili, anche per solleticare l’opposizione di sua maestà di Grillo e Casaleggio ( che non parlano più di Unione Europea) poi la parola spetterà ai fatti. Questi avranno il gusto velenoso di ulteriori tagli (ai servizi, alla formazione, alla sanità) e saranno conditi da ulteriori attacchi devastanti al mondo del lavoro (pubblico, privato ed autonomo). A questo punto serve e servirà sempre più aver le idee chiare sull’analisi e sul che fare. Gli spari di oggi al Senato sono un chiaro indicatore di quanto il livello della disperazione abbia raggiunto e superato il livello di guardia. Non siamo ora in grado di sapere quanto ci sia di torbido dietro a questo episodio ma, proprio per questo serve dire a chiare lettere quale sia la strada da percorrere in una società dove i margini di riformismo si sono totalmente esauriti. Serve l’organizzazione politica ( il Partito Comunista), serve la lotta (sindacale e di classe) per la costruzione di una coscienza politica e di un progetto di una società alternativa ( quella del Socialismo-Comunismo). Nessuna scorciatoia individuale, nessun atto esemplare, nessuna forma di terrorismo possono portare a risultati (lo dimostra la storia anche recente del nostro Paese). Di fronte alla disperazione frutto della crisi capitalistica solo l’organizzazione e la lotta sociale possono portarci alla vittoria.