Rizzo: “La Nord Corea è un Paese che resiste al capitalismo” . Intervista a LA STAMPA

Rizzo: “La Nord Corea è un Paese che resiste al capitalismo” . Intervista a LA STAMPA

Rizzo: “La Nord Corea è un Paese che resiste al capitalismo”
«Perché tanto putiferio

per il mio telegramma?»

RICCARDO BARENGHI
ROMA 22/12/2011 – INTERVISTA

Siete diventati comunisti coreani?
«Ma no, per carità».

Però il telegramma l’avete mandato.
«Vabbè, ma noi abbiamo rapporti con tutti i Paesi comunisti del mondo».

Quindi con molte dittature del mondo...
«Guardi che tre mesi fa una delegazione di parlamentari italiani, c’erano anche Dini e Tonini, durante un’assemblea dell’Onu ha incontrato il viceministro degli esteri nordcoreano e qualche giorno fa ha anche depositato in Parlamento la relazione su quell’incontro. Nessuno ha avuto niente da obiettare. Invece per un telegramma scoppia il putiferio».

Però voi vi chiamate comunisti italiani, che significa un’anomalia rispetto al mondo comunista. Cioè democrazia, elezioni e libertà. Cose che mancano in Corea.
«Perché l’attuale presidente del consiglio, ossia Mario Monti, è stato eletto da qualcuno?».

Vuole dire che l’Italia è come la Corea?
«Voglio dire che ormai viviamo sotto un pensiero unico, per cui chiunque non si omologhi viene additato al pubblico ludibrio».

Ma la Corea per lei cos’è, un esempio da seguire?
«Io preferisco i rigatoni al sushi, nel senso che la mia cultura politica è italiana, europea. Ma la Corea, come Cuba, è uno dei pochi Paesi al mondo che resiste al modello dominante. All’imperialismo capitalista».

A caro prezzo però, il prezzo della libertà per il suo popolo.
«È un popolo che il suo prezzo lo sta pagando da sessant’anni, attaccato nel 1950 da 17 Paesi oltre agli americani e che dal 1954 vive sotto embargo. Totale: 4 milioni di morti».

Parlavamo della libertà, della democrazia…
«E allora le dico che è più libero un Paese in cui la gente ha diritto alla casa, alla scuola e alla sanità di un Paese costretto a votare per personaggi omogeneizzati dalla televisione».

Meglio una satrapia orientale pseudocomunista di una democrazia occidentale quindi?
«Guardi, comunisti si diventa e non ci si nasce. Ma in ogni caso io non posso certo andare dai coreani a dirgli cosa devono fare e come, io che insieme a tutti i comunisti italiani, capeggiati da Occhetto, mi sono suicidato nel 1989».

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