CRISI: RIZZO, IL POPOLO ITALIANO NON PAGHI IL DEBITO, FUORI L’ITALIA DALLA UE

CRISI: RIZZO, IL POPOLO ITALIANO NON PAGHI IL DEBITO, FUORI L’ITALIA DALLA UE

 

CRISI: RIZZO, IL POPOLO ITALIANO NON PAGHI IL DEBITO,

FUORI L’ITALIA DALLA UE

(AGENPARL) – Roma, 12 lug – “Il debito pubblico è una corda appesa al collo dei lavoratori. Dietro la parola d’ordine ideologica del pagamento del debito per vent’anni sono passati i peggiori attacchi ai diritti di chi lavora.
Per mesi banchieri e politici di ogni schieramento si sono rincorsi a vicenda affermando che la crisi era finita e che il peggio era passato. Dopo aver messo le mani nelle tasche dei lavoratori per garantire prestiti a fondo perduto alle banche, ora si apprestano a richiedere ulteriori sacrifici, che tradotto vuol dire tagli ai servizi pubblici, all’assistenza sanitaria, alla scuola, alle pensioni e ai salari. Tutto questo per rientrare nei parametri del debito pubblico e assecondare le mire di potenti gruppi economici che si nascondono dietro agenzie di rating di cui nessuno comprende la funzione, se non la finalitĂ  di trarre profitto sulle spalle di chi lavora. L’Italia non paghi il debito verso le banche e le grandi imprese, sempre pronte a far ricadere sulla collettivitĂ  i costi delle loro perdite. Fuori l’Italia dall’Unione Europea, sempre pronta a salvare banche e monopoli, chiedendo sacrifici sempre e solo ai lavoratori”.
E’ quanto si legge in una nota di Marco Rizzo, Segretario Nazionale di Comunisti Sinistra Popolare.

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5 Replies to “CRISI: RIZZO, IL POPOLO ITALIANO NON PAGHI IL DEBITO, FUORI L’ITALIA DALLA UE

  • Cominform

    By Cominform

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    Che poi in fondo significa fare quello che implicitamente ha detto Tremonti quando ha affermato che il debito pubblico italiano è uguale al risparmio privato..
    Siccome l’80 del risparmio privato è nelle mani del 10% piĂą ricco della popolazione italiana…

  • Cominform

    By Cominform

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    Errata corrige: non è l’80 è ‘solo’ il 60%. L’80% si riferisce agli USA. Ma cambia poco: Tremonti ha detto quella cosa lì per fare il furbetto coi suoi colleghi della UE, noi comunisti lo prendiamo sul serio…

  • adriano

    By adriano

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    io non sono per l’uscita dall’ue(che secondo me avrebbe una conseguenza economica ancora piu’ catastrofica) ma bisogna cambiare la politica economica del continente. di certo non si può fare al difuori dell’unione.il comunismo credo debba unire non dividere.

  • Cominform

    By Cominform

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    Secondo me uscire dall’UE, permanendo il sistema economico sempre capitalista, non avrebbe effetti disastrosi
    (a parte il fatto che è disastroso di per se permanere nel sistema capitalista) o perlomeno non peggiori di quelli che stiamo sperimentando. L’UE sarebbe positiva se i debiti degli
    Stati fossero riuniti in un unico debito europeo. Come avviene all’interno degli Stati, se una regione o un comune va in deficit, è lo Stato nazionale che in ultima istanza ne risponde (poi eventualmente si rivale sugli amministratori che hanno provocato il buco: tralasciamo però il fatto che con l’attuale casta di ladroni al potere questo non avviene mai).

    Dunque appunto NON ESISTE uno stato europeo, e si capisce: con cavolo che ci stanno i tedeschi ad accollarsi il debito greco e il debito italiano…

    E’ INUTILE ILLUDERSI : QUESTO NON AVVERRA MAI.

    Di conseguenza l’Italia ha ben poca utilitĂ  dall’UE, nel senso che i benefici di una moneta forte sono ampiamente compensati dagli effetti socialmente negativi che derivano dalla conseguente perdita di sovranitĂ .

    Per i comunisti questa UE è una semplice associazione borghese antiproletaria. Un partito comunista che andasse al governo in un paese della UE, non potrebbe permanere nella stessa un giorno solo. L’unitĂ  dei comunisti, è l’unitĂ  dei proletari, che si esprime attraverso forme di unitĂ  fra Partiti Comunisti e non certo attraverso le attuali istituzioni borghesi.

  • Silvia

    By Silvia

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    L’euro è insostenibile. Chi parla di salvarlo con “più Europa” vaneggia. In tutti i paesi membri, dall’Italia, alla Germania, all’Olanda, si stanno mettendo in discussione i meccanismi di trasferimento di reddito fra regioni che hanno finora garantito la coesione territoriale. In Italia c’è la Lega Nord, in Germania ci sono i politici bavaresi. E voi pensate che un bavarese, che è stufo di pagare per un sassone, voglia invece farlo per un calabrese?! Voi pensate che chi vuole “meno Germania” voglia “più Europa”? Potete scordarvelo!

    Jacques Sapir ha calcolato che per tenere insieme i paesi dell’Eurozona occorrerebbero, in aggiunta ai trasferimenti già previsti dal bilancio della Commissione, almeno altri 257 miliardi di euro all’anno, sostanzialmente a carico della Germania. Questo è il costo economico del “più Europa”. Nessun politico può seriamente pensare di proporlo agli elettori. Paolo Manasse, economista ortodosso, giunge alle medesime conclusioni, perché non ce ne sono altre.

    Quindi, inutile girarci intorno: come decine di altre unioni monetarie nell’ultimo secolo, anche l’Eurozona dovrà sciogliersi. L’Italia, come paese sovrano (fino a prova contraria) non deve chiedere il permesso a nessuno, tanto più che, come ho ricordato, altri paesi hanno pesantemente violato i trattati europei, ponendo le basi di questa crisi. Gli studi che circolano evidenziano tutti, unanimemente, che l’Italia trarrebbe il massimo vantaggio (o il minimo danno) da uno scioglimento dell’Eurozona: i vostri lettori sicuramente conoscono lo studio di Bank of America che a luglio scorso ha portato questo risultato all’attenzione del grande pubblico. A. Bagnai http://www.scenarieconomici.it/esclusiva-intervista-alleconomista-alberto-bagnai-ecco-perche-leuro-e-insostenibile-13/

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